Simona Sollecito, libero da esportazione

24 anni, da 7 lontana da Giovinazzo, tra Barletta, Bari e Triggiano: «Mi piace allenarmi in ambienti competitivi»

giovedì 1 ottobre 2015 05.00
A cura di Nicola Miccione
Era una delle ragazze più promettenti del settore giovanile della Volley Ball, Simona Sollecito, classe '91. Tutta la trafila nel vivaio giovinazzese, fino ad esordire in serie D a soli 15 anni.

All'alba della maggiore età, tutto sembrava indirizzato all'esito più naturale: diventare una colonna della formazione allenata da Dino Fiorella. Ma nel momento decisivo della carriera, la Sollecito prende una decisione drastica: fare fagotto e lasciare Giovinazzo. «Ho fatto questa scelta a 18 anni, - racconta - appena ho avuto la possibilità di spostarmi con l'auto per allenarmi fuori paese».

7 anni tra Barletta, Bari e Triggiano (le tappe più importanti del suo percorso sportivo, umano e formativo) che le hanno aperto le porte del mondo del volley da una prospettiva particolare: «Il risultato di questa scelta è stato in primis aver conosciuto delle persone meravigliose, alcune delle poche e vere amicizie che fanno parte della mia vita. E poi, tutto sommato, posso ritenermi soddisfatta del piccolo percorso che ho costruito solo con le mie gambe».

Prima l'approdo in serie C a Barletta, poi il quadriennio a Bari, tra serie C e B1, infine il triplete dei sogni a Triggiano (campionato di serie C, Coppa Puglia e play-off per il salto in serie B2): «Triggiano è una società solida e seria ma che, allo stesso tempo, fa sentire le proprie atlete come fossero in una grande famiglia. Tutto lo staff - continua la Sollecito - ci segue e ci sostiene senza farci mancare mai nulla. Quest'anno la Pharma Volley Giuliani di Triggiano si affaccia in nuova realtà che è quella della serie B2 e sono convinta che tutti daranno il massimo per affrontare il campionato al meglio».

A Triggiano la festa è durata tutta l'estate, il lieto fine ha aperto una nuova pagina tutta da scrivere. Appuntamento al'anno prossimo. Con o senza Simona Sollecito? «Con mia grande soddisfazione, la prossima stagione, ormai alle porte, - risponde - vestirò ancora la maglia della PVG. Vincere il campionato l'anno scorso è stato un traguardo sudato e sofferto per tutte noi ragazze e per tutto lo staff; la società ha fatto di tutto per mantenere almeno in parte il gruppo che ha realizzato l'impresa. Quindi sono molto felice di essere tra le riconfermate. Sappiamo tutti che sarà un anno duro non solo per il salto di categoria, ma anche per il girone che ci "regalerà" trasferte in Calabria e in Sicilia. Questo, però, non ci demoralizza, siamo ormai nel pieno della preparazione atletica e non ci resta che continuare ad allenarci per affrontare l'imminente campionato».

Questa la recente storia sportiva di Simona Sollecito, da sempre affezionata alla sua terra. Ma quando è arrivato il momento di recidere il cordone ombelicale che la legava alla Volley Ball, non ci ha pensato due volte. Merito solo di una fame di risultati e di nuove esperienze oppure colpa della deficitaria situazione locale? «Non è stata una scelta dettata dal bisogno di scappare dalla realtà giovinazzese o per pura ambizione personale, anche perché ero già abbastanza grande per pensare che la pallavolo potesse diventare per me una realtà professionale. Semplicemente - spiega - avevo voglia di vivere nuove esperienze, esprimere una pallavolo diversa dal quella che conoscevo, crescere tecnicamente e tatticamente e, perché no, togliermi qualche piccola soddisfazione».

È da circa 7 anni che la Sollecito gioca lontano dalla gomma del vecchio Palazzetto dello Sport. Mica facile lasciare tutto per indossare le maglie di Barletta, Bari e Triggiano, tra serie C e B1. Ma le sfide più belle sono quelle più difficili. «Non sono ancora tornata a Giovinazzo - osserva - perché ho incontrato società che mi hanno dato la possibilità di giocare in categorie superiori rispetto a quelle che sta disputando questi anni la Volley Ball. Mi piace allenarmi in ambienti competitivi che diventino per me uno stimolo a crescere e a fare sempre meglio. Per il momento va così, ma non escludo che la mia strada e quella della Volley Ball si rincontreranno».

Intanto proprio la Volley Ball (da quest'anno riaffidata alle cure di Dino Fiorella, nda) sarà ai nastri di partenza del prossimo torneo di serie D, mentre è ancora tutto da scrivere il futuro della Volley è Vita. Giovinazzo non volerà mai più oltre la rete? «Non conosco quali siano i progetti futuri delle due società giovinazzesi - confessa la Sollecito - ma so di certo che sono due sodalizi che hanno una lunga storia alle spalle e anche ricca di grandissimi traguardi. Se la storia insegna, allora sono convinta che il Giovinazzo continuerà a volare e, se ci saranno i giusti presupposti, lo farà anche ad alti livelli».

In un panorama assai variegato, per fortuna esistono ancora delle persone che mettono al primo posto della propria scala dei valori la cultura del sacrificio. È così che si possono raggiungere grandi traguardi. A questo proposito, quali obiettivi si pone per il futuro Simona Sollecito? «Dopo la laurea triennale in Ingegneria Edile - afferma ancora - il mio obiettivo, innanzitutto, è quello di terminare il corso di laurea specialistica e affermarmi professionalmente. Se il mio futuro lavorativo riuscirà a conciliarsi con quello sportivo sarò molto contenta di continuare a coltivare la mia passione per la pallavolo che sicuramente sarà difficile da abbandonare».

Il suo slogan è: «Ognuno deve avere dei punti saldi che siano di riferimento in qualsiasi momento. Per me lo sono la famiglia e le persone a cui tengo, le aspirazioni personali, lo sport; ma soprattutto bisogna saper trovare la forza prima in se stessi e sapersi apprezzare. Per il futuro le mie priorità, quindi, restano il lavoro e crearmi una famiglia, con la speranza che lo sport possa fare da cornice a tutto questo».