Razzismo, l'Inter Club Giovinazzo prende le distanze dalla Curva Nord Milano
In una nota la presa di posizione votata all'unanimità dall'intero direttivo
venerdì 6 settembre 2019
3.42
I "buu" razzisti indirizzati a Romelu Lukaku, attaccante dell'Inter, nel match di domenica scorsa a Cagliari, sono stati uno degli argomenti principali della settimana calcistica che va chiudendosi con le qualificazioni delle nazionali ai Campionati europei del prossimo anno. Dopo la trasformazione dagli undici metri, il calciatore di colore della nazionale belga si era rivolto alla curva di casa con aria di sfida, dopo aver sentito gli assurdi ululati. Nei giorni scorsi, l'ex attaccante di Chelsea, Everton e Manchester United aveva rimarcato sui social l'importanza di un contrasto senza quartiere al fenomeno presente negli stadi italiani da diversi anni.
Sulla vicenda di Cagliari è intervenuto anche il direttivo degli ultras della Curva Nord di Milano, che pur stigmatizzando l'accaduto, ha voluto ribadire in una lettera indirizzata al calciatore come si trattasse di casi isolati e che il tutto potrebbe essere fatto rientrare nella normale rivalità tra tifoserie, a volte cruda, ma con nessun intento razzista.
Sul punto, però, buona parte degli Inter Club a livello nazionale non sono affatto d'accordo e nemmeno quello giovinazzese, tra i più numerosi in Puglia e da sempre impegnato ad inculcare il rispetto per l'altro e delle regole del vivere insieme.
Così l'intero direttivo ha votato un documento che prende le distanze dalla frangia più calda della tifoseria organizzata nerazzurra: «È di qualche ora fa - si legge sul profilo Facebook dell'Inter Club Giovinazzo - la notizia della lettera della Curva Nord interista a Lukaku,. Secondo gli ultras nerazzurri i "buu" rivoltigli dai sostenitori del Cagliari, al momento del tiro dal dischetto, non sono razzisti, ma semplice tentativo di induzione all'errore.
Noi ci chiediamo - scrivono gli interisti giovinazzesi - perché un giocatore di pelle bianca debba essere indotto all'errore tramite fischi ed un giocatore di colore debba sopportare tale violenza verbale. Noi, come Inter club Giovinazzo, prendiamo fermamente le distanze da questo tipo di "tifo", siamo contrari ad ogni forma di razzismo religioso, sessuale ed etnico, sposiamo in pieno la linea della società (BUU: brothers universally united).
Piena solidarietà a Lukaku - è il messaggio conclusivo - ed a tutti i giocatori di colore vessati da tale trattamento becero».
Sulla vicenda di Cagliari è intervenuto anche il direttivo degli ultras della Curva Nord di Milano, che pur stigmatizzando l'accaduto, ha voluto ribadire in una lettera indirizzata al calciatore come si trattasse di casi isolati e che il tutto potrebbe essere fatto rientrare nella normale rivalità tra tifoserie, a volte cruda, ma con nessun intento razzista.
Sul punto, però, buona parte degli Inter Club a livello nazionale non sono affatto d'accordo e nemmeno quello giovinazzese, tra i più numerosi in Puglia e da sempre impegnato ad inculcare il rispetto per l'altro e delle regole del vivere insieme.
Così l'intero direttivo ha votato un documento che prende le distanze dalla frangia più calda della tifoseria organizzata nerazzurra: «È di qualche ora fa - si legge sul profilo Facebook dell'Inter Club Giovinazzo - la notizia della lettera della Curva Nord interista a Lukaku,. Secondo gli ultras nerazzurri i "buu" rivoltigli dai sostenitori del Cagliari, al momento del tiro dal dischetto, non sono razzisti, ma semplice tentativo di induzione all'errore.
Noi ci chiediamo - scrivono gli interisti giovinazzesi - perché un giocatore di pelle bianca debba essere indotto all'errore tramite fischi ed un giocatore di colore debba sopportare tale violenza verbale. Noi, come Inter club Giovinazzo, prendiamo fermamente le distanze da questo tipo di "tifo", siamo contrari ad ogni forma di razzismo religioso, sessuale ed etnico, sposiamo in pieno la linea della società (BUU: brothers universally united).
Piena solidarietà a Lukaku - è il messaggio conclusivo - ed a tutti i giocatori di colore vessati da tale trattamento becero».