Progetto unitario Giovinazzo-Molfetta di volley rischia di saltare: ecco perché
Le giocatrici vogliono tutelare la salute dei loro cari
giovedì 28 gennaio 2021
20.11
Il Campionato di serie C di pallavolo femminile è ormai ai nastri di partenza, ma ad oggi la partecipazione del Progetto Gio.Mol.(Giovinazzo Molfetta) è in forte dubbio. Una scelta certamente sofferta quella che Volley Ball Giovinazzo ed Asdam Pegaso '93 Molfetta potrebbero prendere nelle prossime giornate. Non vi sarebbero penali da pagare se non ci si iscrive alla nuova stagione agonistica entro il 5 febbraio.
«Molte ragazze giustamente hanno scelto di non riprendere gli allenamenti in vista della ripresa dell'attività agonistica - si legge in una nota -, mostrando il loro disappunto e dispiacere per la situazione attuale, motivando la loro scelta per tutelare la salute di tutti. Ognuna di loro proviene da contesti di lavoro e studi diversi, ognuna di loro vive in nuclei familiari con persone più o meno fragili, pertanto sentono il dovere di proteggere le loro famiglie e di evitare possibili contagi che possono metterle in pericolo. Tutte hanno il desiderio e la voglia di tornare in campo per condividere la loro passione - è la precisazione -, ma nonostante questo forte desiderio hanno deciso di agire nel modo più corretto e responsabile. La salute prima di tutto».
Una idea diffusa all'interno del parco giocatrici di una realtà sportiva che potrebbe non vedere mai la luce.
«La situazione epidemiologica è ancora molto grave - spiegano le stesse pallavoliste - ed essere a stretto contatto per tre volte a settimana con più persone che inevitabilmente hanno una vita diversa dalla nostra, non è una scelta saggia. La maggior parte di noi vive in famiglia e i componenti a loro volta hanno un lavoro, vanno a scuola e ciò implica un aumento dell'esposizione a rischi che ad oggi non crediamo sia il caso di prendersi per noi ed anche per chi è a casa con noi».
«Anche qualora ci fosse la possibilità di fare due tamponi settimanali - spiega una di esse -, per esperienza personale posso dire che anche tre tamponi rapidi consecutivi possono nascondere una positività ed anche qualora rilevassero una positività significherebbe quarantena per tutti e quindi non ci sarebbe più nessuno disponibile. Detto ciò, sono la prima che ha un'immensa voglia di riprendere e che si dispiace immensamente qualora le circostanze portassero ad una rinuncia al campionato».
Quasi tutte le componenti della nascente squadra sembrano non credere sia facile tracciare la vita delle giocatrici al di fuori dello spogliatoio e questo è senza dubbio un fattore di rischio che sentono di non poter correre, unito al fatto che il volley è solo in via teorica uno sport in cui non c'è contatto, basti pensare alle decine di palle contese a rete.
«Con dovute precauzioni come tamponi rapidi e tutto ciò che ci garantisca maggior sicurezza e controllo, sarei disposta ad iniziare - dice qualcuna quasi fuori dal coro - anche se sarebbe inevitabile il timore del contagio allenandosi con persone che normalmente non si frequentano».
Sta di fatto che le due società coinvolte nel progetto che avrebbe messo insieme Giovinazzo e Molfetta, vista anche la netta presa di posizione delle atlete, si riservano di prendere una decisione comune nelle prossime ore. La non partecipazione al campionato di C sarebbe davvero un peccato per due piazze affamate di pallavolo e dalla buonissima tradizione. Ma l'emergenza sanitaria continua a condizionare pesantemente il mondo dello sport non professionistico.
«Molte ragazze giustamente hanno scelto di non riprendere gli allenamenti in vista della ripresa dell'attività agonistica - si legge in una nota -, mostrando il loro disappunto e dispiacere per la situazione attuale, motivando la loro scelta per tutelare la salute di tutti. Ognuna di loro proviene da contesti di lavoro e studi diversi, ognuna di loro vive in nuclei familiari con persone più o meno fragili, pertanto sentono il dovere di proteggere le loro famiglie e di evitare possibili contagi che possono metterle in pericolo. Tutte hanno il desiderio e la voglia di tornare in campo per condividere la loro passione - è la precisazione -, ma nonostante questo forte desiderio hanno deciso di agire nel modo più corretto e responsabile. La salute prima di tutto».
Una idea diffusa all'interno del parco giocatrici di una realtà sportiva che potrebbe non vedere mai la luce.
«La situazione epidemiologica è ancora molto grave - spiegano le stesse pallavoliste - ed essere a stretto contatto per tre volte a settimana con più persone che inevitabilmente hanno una vita diversa dalla nostra, non è una scelta saggia. La maggior parte di noi vive in famiglia e i componenti a loro volta hanno un lavoro, vanno a scuola e ciò implica un aumento dell'esposizione a rischi che ad oggi non crediamo sia il caso di prendersi per noi ed anche per chi è a casa con noi».
«Anche qualora ci fosse la possibilità di fare due tamponi settimanali - spiega una di esse -, per esperienza personale posso dire che anche tre tamponi rapidi consecutivi possono nascondere una positività ed anche qualora rilevassero una positività significherebbe quarantena per tutti e quindi non ci sarebbe più nessuno disponibile. Detto ciò, sono la prima che ha un'immensa voglia di riprendere e che si dispiace immensamente qualora le circostanze portassero ad una rinuncia al campionato».
Quasi tutte le componenti della nascente squadra sembrano non credere sia facile tracciare la vita delle giocatrici al di fuori dello spogliatoio e questo è senza dubbio un fattore di rischio che sentono di non poter correre, unito al fatto che il volley è solo in via teorica uno sport in cui non c'è contatto, basti pensare alle decine di palle contese a rete.
«Con dovute precauzioni come tamponi rapidi e tutto ciò che ci garantisca maggior sicurezza e controllo, sarei disposta ad iniziare - dice qualcuna quasi fuori dal coro - anche se sarebbe inevitabile il timore del contagio allenandosi con persone che normalmente non si frequentano».
Sta di fatto che le due società coinvolte nel progetto che avrebbe messo insieme Giovinazzo e Molfetta, vista anche la netta presa di posizione delle atlete, si riservano di prendere una decisione comune nelle prossime ore. La non partecipazione al campionato di C sarebbe davvero un peccato per due piazze affamate di pallavolo e dalla buonissima tradizione. Ma l'emergenza sanitaria continua a condizionare pesantemente il mondo dello sport non professionistico.