L'omaggio di Giovinazzo a Vittorio Sollecito: un maestro di vita e di sport
La storia della pallavolo maschile è stata celebrata da tutti gli eroi dell'epoca. L'apice, nel 1978, con la promozione in serie A2
sabato 3 agosto 2019
10.00
Martedì, 16 luglio 2019, la pizzeria "Le GraMalò", è stata teatro della rievocazione, a dir poco commovente, di un periodo importante dello sport giovinazzese.
La storia della pallavolo maschile di Giovinazzo è stata celebrata e ricordata da tutti gli attori dell'epoca (dal lontano 1969 al 1981, nda), periodo in cui la Libertas Giovinazzo, partendo dai Giochi della Gioventù dell'epoca, raggiunse la ribalta nazionale nel 1978 con la promozione in serie A2.
In maniera unanime tutti i ragazzi dell'epoca, oggi uomini ben inseriti nel tessuto sociale, hanno avvertito la voglia e l'esigenza di ringraziare il loro allenatore e tuttofare, Vittorio Sollecito, nato a Giovinazzo l'8 agosto 1952, già assessore allo Sport nella legislatura 1975/80 e assessore alla Polizia Urbana e Annona nella legislatura 1980/85.
La serata è stata trascorsa all'insegna dell'affetto, della commozione e del ricordo di momenti che resteranno scolpiti nella mente di ognuno dei presenti. Dopo circa 50 anni, hanno tutti constatato quanto profondi e sinceri siano stati i legami che li hanno tenuti sempre uniti e quando grande sia la voglia di continuare a mantenere sempre vivo quello che è stato un rapporto che è andato anche oltre il puro aspetto sportivo ed agonistico.
Una storia di sport, una storia di vita. Il "festeggiato" Vittorio Sollecito, nel ringraziare tutti per quanto fatto e dimostrato ha avuto un momento di commozione che ha reso ancora più vero, più sincero, più qualitativo l'incontro di una ex squadra di pallavolo, ma, soprattutto, di un gruppo, di una famiglia che ha saputo e voluto raggiungere mete e risultati che sembravano irraggiungibili ed utopistici.
Non è mancato anche il momento del ricordo di quanti non sono più in questo mondo e, nel mentre Vittorio Sollecito ricordava i loro nomi, ognuno dei presenti ha sicuramente rivolto loro un pensiero di gratitudine e di profondo rispetto.
Gli "eroi" della pallavolo maschile, targata Libertas Giovinazzo 1969/1981 festeggiano il loro "Maestro di vita e di sport" Vittorio Sollecito.
«In maniera tanto inaspettata quanto desiderata - le parole di un emozionatissimo Vittorio Sollecito - ci ritroviamo qui stasera, per rivivere una parte importante delle nostre vite. Non esagero nel definirvi gli "eroi" della pallavolo maschile, targata Libertas Giovinazzo.
Eroi per aver portato, per la prima volta nella storia, la pallavolo maschile pugliese nel campionato di serie A2 nel lontano 1978, ben 41 anni fa.
Eroi per una impresa sportiva, sociale ed educativa senza precedenti.
Una società, un gruppo, una famiglia, priva di mezzi economici, di sponsor tecnici ed infrastrutture che dimostrò come raggiungere l'impossibile superando le difficoltà con la voglia e la volontà.
Il segreto, il nostro segreto? Dilettanti puri, che seppero imporsi le regole più ferree del professionismo: duri allenamenti, impegno quotidiano, disponibilità completa al lavoro e al sacrificio, ben conciliati con impegni scolastici, familiari ed in alcuni casi anche lavorativi.
Miglior risposta non potevamo dare stasera a quanti, pubblicando un libro sulla storia dello sport giovinazzese, ci hanno letteralmente ignorato, oscurando i risultati di un gruppo che ha fatto la storia dello sport locale e della pallavolo maschile in particolare, portando Giovinazzo all'attenzione della ribalta nazionale.
L'occasione mi è anche gradita per precisare, senza alcuna polemica, all'amico Lucio Palmiotto, mio valido collaboratore di quegli anni stupendi, di non aver saputo o meglio, voluto, dare il giusto risalto ai risultati ed alle imprese che vanno dal 1968 al 1980/1981, stagione in cui si tentò il ritorno in serie A2, oltretutto mancato per un soffio; nel suo scritto "Volare oltre la rete", ho riscontrato un'apologia indubbiamente veritiera e meritata, ma di un periodo che non ha alcun legame con gli anni che stasera stiamo ricordando.
Tralasciando queste disgressioni e tornando a cose più serie ed importanti, in qualità di mentore ed allenatore di voi tutti ex ragazzi, oggi uomini ben inseriti nel tessuto sociale, voglio ricordare in maniera sintetica, ma spero e mi auguro efficace, episodi e comportamenti di molti di voi, utili a farvi rivivere momenti piacevoli e mai dimenticati.
Ricordo l'anarchia tecnica e tattica di Antonio Baltieri, Saverio Sassanelli, Filippo Cortese e Rocco Depalo, spesso frutto di colpi vincenti, ma anche di tanti punti persi;
la saggezza, la maturità e l'importante ruolo di uomo spogliatoio e di mio preferito consigliere tecnico Attilio Baltieri;
l'esasperata ricerca della perfezione tecnica e tattica di Franco Andriano;
il silenzio "fragoroso" del nostro tanto umile quanto efficace alzatore Vincenzo Giangregorio;
l'altrettanto silenzioso, ma utilissimo Ruggero Sarcina;
l'estro e la razionale spregiudicatezza di Michele Lasorsa, gioiello tecnico che seppe "rubare" un po' da tutti voi il "mestiere" della pallavolo;
la classe pura e devastante di Pino Albrizio, che spesso faceva la differenza a nostro favore, nelle partite difficili ed importanti;
la coinvolgente e trascinante esuberanza di Vincenzo D'Amato, giocatore nel cui repertorio non esisteva la parola paura anche di fronte ad avversari che lo sovrastavano tecnicamente e fisicamente;
l'impensabile crescita tecnica di Antonio Carrozzo;
il corposo e maestoso palmares di Stefano Stoev, pluriolimpionico bulgaro con 347 presenze nella sua nazionale, grande fuoriclasse, oltre che grande uomo, diventato di fatto, in un solo anno, cittadino giovinazzese;
l'esperienza e la forza devastante di Michele Carelli;
la signorilità e lo spiccato senso di disciplina di Rocco Crippa;
l'ineguagliabile folklorismo di Michele Decicco;
la serietà, la competenza e le qualità tecniche degli amici dell'Ex AFP con Mimmo Deceglie in testa, Vincenzo Marzella, Franco Colasante, Fofò Marolla, Giuseppe Centamore, Tonio Palmiotto;
i fugaci, ma validi e importanti contributi di Fornarelli e Frisini;
il contributo e l'importanza di chiunque abbia vestito la maglia della Libertas, da Mario Ranieri, a Franco Lovecchio, Michele Milillo, Giuseppe Palmiotto, Enzo e Lello Scivetti, Michele Sollecito, Giovanni Papapicco, Pino Colasante, Domenico Dimidio, Savino Scivetti, Beppe Piscitelli, Savino Camporeale, Lacalamita, Giovanni Pinto, Dino Fiorella, Giuseppe Amoia, Gaetano Marrano, Angelo Bonvino e i tanti che in questo momento mi sfuggono.
Con commozione vi abbraccio tutti e vi ringrazio per i momenti meravigliosi e intensi che mi avete regalato in 13 anni vissuti insieme e con un unico obiettivo: vincere sul campo per vincere nella vita di ogni giorno.
È vostro il merito principale delle nostre vittorie, personalmente mi riservo il solo merito di avervi spronato, stimolato, seguiti ed educati a vincere senza compensi economici, ma con tanti valori morali e di gruppo.
Consentitemi, in conclusione, un momento di tristezza per rivolgere il mio sentito grazie a quanti non sono più tra di noi, ma che sicuramente ci stanno seguendo con gioia ed orgoglio.
I nostri ragazzi Mario Amoia e Francesco Lucatorto, i nostri dirigenti e sostenitori dal dottor Franco Milillo a Michele Camporeale, il "Comitato" tuttofare, dal professor Antonio Pansini al dottor Michele Piscitelli, al dottor Paolo Mastrototaro, a Giovanni Vurro, a Savino Dagostino, a Michele Colasanto, a Michele Bavaro, a Michele Lovecchio. Ancora, grazie a tutti».
La storia della pallavolo maschile di Giovinazzo è stata celebrata e ricordata da tutti gli attori dell'epoca (dal lontano 1969 al 1981, nda), periodo in cui la Libertas Giovinazzo, partendo dai Giochi della Gioventù dell'epoca, raggiunse la ribalta nazionale nel 1978 con la promozione in serie A2.
In maniera unanime tutti i ragazzi dell'epoca, oggi uomini ben inseriti nel tessuto sociale, hanno avvertito la voglia e l'esigenza di ringraziare il loro allenatore e tuttofare, Vittorio Sollecito, nato a Giovinazzo l'8 agosto 1952, già assessore allo Sport nella legislatura 1975/80 e assessore alla Polizia Urbana e Annona nella legislatura 1980/85.
La serata è stata trascorsa all'insegna dell'affetto, della commozione e del ricordo di momenti che resteranno scolpiti nella mente di ognuno dei presenti. Dopo circa 50 anni, hanno tutti constatato quanto profondi e sinceri siano stati i legami che li hanno tenuti sempre uniti e quando grande sia la voglia di continuare a mantenere sempre vivo quello che è stato un rapporto che è andato anche oltre il puro aspetto sportivo ed agonistico.
Una storia di sport, una storia di vita. Il "festeggiato" Vittorio Sollecito, nel ringraziare tutti per quanto fatto e dimostrato ha avuto un momento di commozione che ha reso ancora più vero, più sincero, più qualitativo l'incontro di una ex squadra di pallavolo, ma, soprattutto, di un gruppo, di una famiglia che ha saputo e voluto raggiungere mete e risultati che sembravano irraggiungibili ed utopistici.
Non è mancato anche il momento del ricordo di quanti non sono più in questo mondo e, nel mentre Vittorio Sollecito ricordava i loro nomi, ognuno dei presenti ha sicuramente rivolto loro un pensiero di gratitudine e di profondo rispetto.
Gli "eroi" della pallavolo maschile, targata Libertas Giovinazzo 1969/1981 festeggiano il loro "Maestro di vita e di sport" Vittorio Sollecito.
«In maniera tanto inaspettata quanto desiderata - le parole di un emozionatissimo Vittorio Sollecito - ci ritroviamo qui stasera, per rivivere una parte importante delle nostre vite. Non esagero nel definirvi gli "eroi" della pallavolo maschile, targata Libertas Giovinazzo.
Eroi per aver portato, per la prima volta nella storia, la pallavolo maschile pugliese nel campionato di serie A2 nel lontano 1978, ben 41 anni fa.
Eroi per una impresa sportiva, sociale ed educativa senza precedenti.
Una società, un gruppo, una famiglia, priva di mezzi economici, di sponsor tecnici ed infrastrutture che dimostrò come raggiungere l'impossibile superando le difficoltà con la voglia e la volontà.
Il segreto, il nostro segreto? Dilettanti puri, che seppero imporsi le regole più ferree del professionismo: duri allenamenti, impegno quotidiano, disponibilità completa al lavoro e al sacrificio, ben conciliati con impegni scolastici, familiari ed in alcuni casi anche lavorativi.
Miglior risposta non potevamo dare stasera a quanti, pubblicando un libro sulla storia dello sport giovinazzese, ci hanno letteralmente ignorato, oscurando i risultati di un gruppo che ha fatto la storia dello sport locale e della pallavolo maschile in particolare, portando Giovinazzo all'attenzione della ribalta nazionale.
L'occasione mi è anche gradita per precisare, senza alcuna polemica, all'amico Lucio Palmiotto, mio valido collaboratore di quegli anni stupendi, di non aver saputo o meglio, voluto, dare il giusto risalto ai risultati ed alle imprese che vanno dal 1968 al 1980/1981, stagione in cui si tentò il ritorno in serie A2, oltretutto mancato per un soffio; nel suo scritto "Volare oltre la rete", ho riscontrato un'apologia indubbiamente veritiera e meritata, ma di un periodo che non ha alcun legame con gli anni che stasera stiamo ricordando.
Tralasciando queste disgressioni e tornando a cose più serie ed importanti, in qualità di mentore ed allenatore di voi tutti ex ragazzi, oggi uomini ben inseriti nel tessuto sociale, voglio ricordare in maniera sintetica, ma spero e mi auguro efficace, episodi e comportamenti di molti di voi, utili a farvi rivivere momenti piacevoli e mai dimenticati.
Ricordo l'anarchia tecnica e tattica di Antonio Baltieri, Saverio Sassanelli, Filippo Cortese e Rocco Depalo, spesso frutto di colpi vincenti, ma anche di tanti punti persi;
la saggezza, la maturità e l'importante ruolo di uomo spogliatoio e di mio preferito consigliere tecnico Attilio Baltieri;
l'esasperata ricerca della perfezione tecnica e tattica di Franco Andriano;
il silenzio "fragoroso" del nostro tanto umile quanto efficace alzatore Vincenzo Giangregorio;
l'altrettanto silenzioso, ma utilissimo Ruggero Sarcina;
l'estro e la razionale spregiudicatezza di Michele Lasorsa, gioiello tecnico che seppe "rubare" un po' da tutti voi il "mestiere" della pallavolo;
la classe pura e devastante di Pino Albrizio, che spesso faceva la differenza a nostro favore, nelle partite difficili ed importanti;
la coinvolgente e trascinante esuberanza di Vincenzo D'Amato, giocatore nel cui repertorio non esisteva la parola paura anche di fronte ad avversari che lo sovrastavano tecnicamente e fisicamente;
l'impensabile crescita tecnica di Antonio Carrozzo;
il corposo e maestoso palmares di Stefano Stoev, pluriolimpionico bulgaro con 347 presenze nella sua nazionale, grande fuoriclasse, oltre che grande uomo, diventato di fatto, in un solo anno, cittadino giovinazzese;
l'esperienza e la forza devastante di Michele Carelli;
la signorilità e lo spiccato senso di disciplina di Rocco Crippa;
l'ineguagliabile folklorismo di Michele Decicco;
la serietà, la competenza e le qualità tecniche degli amici dell'Ex AFP con Mimmo Deceglie in testa, Vincenzo Marzella, Franco Colasante, Fofò Marolla, Giuseppe Centamore, Tonio Palmiotto;
i fugaci, ma validi e importanti contributi di Fornarelli e Frisini;
il contributo e l'importanza di chiunque abbia vestito la maglia della Libertas, da Mario Ranieri, a Franco Lovecchio, Michele Milillo, Giuseppe Palmiotto, Enzo e Lello Scivetti, Michele Sollecito, Giovanni Papapicco, Pino Colasante, Domenico Dimidio, Savino Scivetti, Beppe Piscitelli, Savino Camporeale, Lacalamita, Giovanni Pinto, Dino Fiorella, Giuseppe Amoia, Gaetano Marrano, Angelo Bonvino e i tanti che in questo momento mi sfuggono.
Con commozione vi abbraccio tutti e vi ringrazio per i momenti meravigliosi e intensi che mi avete regalato in 13 anni vissuti insieme e con un unico obiettivo: vincere sul campo per vincere nella vita di ogni giorno.
È vostro il merito principale delle nostre vittorie, personalmente mi riservo il solo merito di avervi spronato, stimolato, seguiti ed educati a vincere senza compensi economici, ma con tanti valori morali e di gruppo.
Consentitemi, in conclusione, un momento di tristezza per rivolgere il mio sentito grazie a quanti non sono più tra di noi, ma che sicuramente ci stanno seguendo con gioia ed orgoglio.
I nostri ragazzi Mario Amoia e Francesco Lucatorto, i nostri dirigenti e sostenitori dal dottor Franco Milillo a Michele Camporeale, il "Comitato" tuttofare, dal professor Antonio Pansini al dottor Michele Piscitelli, al dottor Paolo Mastrototaro, a Giovanni Vurro, a Savino Dagostino, a Michele Colasanto, a Michele Bavaro, a Michele Lovecchio. Ancora, grazie a tutti».