Il Bari è in B: le congratulazioni del sindaco e la gioia dei tifosi giovinazzesi
Post di Depalma con una (quasi) gaffe finale, mentre il cuore dei supporters biancorossi ha continuato a battere anche a Latina
martedì 5 aprile 2022
Da 48 ore la Città Metropolitana è in estasi per la promozione del Bari in serie B.
Una festa infinita, iniziata a Latina con 2100 tifosi al seguito dei galletti, proseguita in autostrada, culminata con l'arrivo di notte al San Nicola di squadra e staff, con un emozionatissimo presidente Luigi De Laurentiis sotto una Curva Nord aperta e viva anche alle 3.00 del mattino. Festa in centro nel capoluogo e bandiere che sono spuntate sui balconi anche a Giovinazzo, cittadina dove gli sportivi sono da sempre freddini col Bari e propensi a sostenere le blasonate "strisciate" del settentrione, salvo poi salire sul carro dei vincitori al momento opportuno.
Proprio da Giovinazzo erano partiti alla volta dello stadio "Francioni" di Latina, tra gli altri, anche Gianfranco Stufano, Stefano Bonvino, Antonico Dagostino e David Palermo (in foto), sostenitori biancorossi invece sempre presenti nei momenti importanti della storia del Bari Calcio recente. Un cerchio che si è chiuso nel capoluogo pontino, luogo amarissimo nel 2014 quando il Bari perse lì, con due pareggi tra andata e ritorno, la possibilità di scalare la serie A.
Anche il sindaco Tommaso Depalma ha voluto salutare questo avvenimento atteso in tutta la Città Metropolitana come liberatorio, perché il calcio è certamente lo sport più amato, ma soprattutto perché quella del Bari è la tifoseria più calda del Mezzogiorno insieme a quelle di Napoli e Salernitana e rappresenta una piazza di grande tradizione nei professionisti.
«Ora più che mai, nonostante i momenti difficili che stiamo vivendo da tempo, è giusto poter essere felici per un successo sportivo di un territorio spettacolare come Bari e la regione Puglia - ha scritto il primo cittadino di Giovinazzo -. Decaro e De Laurentiis - secondo Depalma - hanno ridato dignità ad un popolo che ama la sua squadra e sa essere dignitoso nella polvere come sull'altare. Ora bisogna continuare, perché anche il mondo dello sport è utile a valorizzare i territori», è la condivisibile osservazione.
Al limite dell'incidente diplomatico con una fetta di tifosi baresi l'auspicio, vicino ad una gaffe, di una risalita del Lecce in A, ma Depalma da amministratore guarda allo sport come palestra formativa ed alla Puglia come ad un unico territorio unito (ai biancorossi fa tuttavia ancora male il ricordo di un derby venduto - con una lunga vicenda giudiziaria - che fu inizio di una inesorabile discesa verso gli inferi del calcio e la rivalità con i salentini, che pugliesi non si sentono in maggioranza, è divenuta negli anni contrasto vero e proprio anche da un punto di vista amministrativo).
Gioia è stata espressa nelle scorse ore, solo per citare alcuni esempi di appassionati, anche da Nicola Turturro, presidente di quello che fu l'unico Bari Club Giovinazzo nella storia recente di questa cittadina, da Gaetano Dagostino, a capo per quattro anni del Comitato Feste Patronali, da Filippo Luigi Fasano, giornalista del CorSport che ha seguito sia professionalmente, sia da tifoso le sorti della squadra anche in anni davvero bui.
La nostra Città Metropolitana risale il secondo gradino di una scala che dovrebbe portare il Bari calcio e la sua tifoseria dove per calore e passione dovrebbero stare. Nulla però è scontato, come è stato constatato in queste stagioni appena trascorse, e solo il campo dirà se le ambizioni della gente col galletto nel cuore si tramuteranno in realtà.
Per ora "che Bello è..." è lo slogan ripreso da un coro degli ultras che riecheggia di casa in casa. E questo già è un enorme risultato.
Una festa infinita, iniziata a Latina con 2100 tifosi al seguito dei galletti, proseguita in autostrada, culminata con l'arrivo di notte al San Nicola di squadra e staff, con un emozionatissimo presidente Luigi De Laurentiis sotto una Curva Nord aperta e viva anche alle 3.00 del mattino. Festa in centro nel capoluogo e bandiere che sono spuntate sui balconi anche a Giovinazzo, cittadina dove gli sportivi sono da sempre freddini col Bari e propensi a sostenere le blasonate "strisciate" del settentrione, salvo poi salire sul carro dei vincitori al momento opportuno.
Proprio da Giovinazzo erano partiti alla volta dello stadio "Francioni" di Latina, tra gli altri, anche Gianfranco Stufano, Stefano Bonvino, Antonico Dagostino e David Palermo (in foto), sostenitori biancorossi invece sempre presenti nei momenti importanti della storia del Bari Calcio recente. Un cerchio che si è chiuso nel capoluogo pontino, luogo amarissimo nel 2014 quando il Bari perse lì, con due pareggi tra andata e ritorno, la possibilità di scalare la serie A.
Anche il sindaco Tommaso Depalma ha voluto salutare questo avvenimento atteso in tutta la Città Metropolitana come liberatorio, perché il calcio è certamente lo sport più amato, ma soprattutto perché quella del Bari è la tifoseria più calda del Mezzogiorno insieme a quelle di Napoli e Salernitana e rappresenta una piazza di grande tradizione nei professionisti.
«Ora più che mai, nonostante i momenti difficili che stiamo vivendo da tempo, è giusto poter essere felici per un successo sportivo di un territorio spettacolare come Bari e la regione Puglia - ha scritto il primo cittadino di Giovinazzo -. Decaro e De Laurentiis - secondo Depalma - hanno ridato dignità ad un popolo che ama la sua squadra e sa essere dignitoso nella polvere come sull'altare. Ora bisogna continuare, perché anche il mondo dello sport è utile a valorizzare i territori», è la condivisibile osservazione.
Al limite dell'incidente diplomatico con una fetta di tifosi baresi l'auspicio, vicino ad una gaffe, di una risalita del Lecce in A, ma Depalma da amministratore guarda allo sport come palestra formativa ed alla Puglia come ad un unico territorio unito (ai biancorossi fa tuttavia ancora male il ricordo di un derby venduto - con una lunga vicenda giudiziaria - che fu inizio di una inesorabile discesa verso gli inferi del calcio e la rivalità con i salentini, che pugliesi non si sentono in maggioranza, è divenuta negli anni contrasto vero e proprio anche da un punto di vista amministrativo).
Gioia è stata espressa nelle scorse ore, solo per citare alcuni esempi di appassionati, anche da Nicola Turturro, presidente di quello che fu l'unico Bari Club Giovinazzo nella storia recente di questa cittadina, da Gaetano Dagostino, a capo per quattro anni del Comitato Feste Patronali, da Filippo Luigi Fasano, giornalista del CorSport che ha seguito sia professionalmente, sia da tifoso le sorti della squadra anche in anni davvero bui.
La nostra Città Metropolitana risale il secondo gradino di una scala che dovrebbe portare il Bari calcio e la sua tifoseria dove per calore e passione dovrebbero stare. Nulla però è scontato, come è stato constatato in queste stagioni appena trascorse, e solo il campo dirà se le ambizioni della gente col galletto nel cuore si tramuteranno in realtà.
Per ora "che Bello è..." è lo slogan ripreso da un coro degli ultras che riecheggia di casa in casa. E questo già è un enorme risultato.