I Cervone raccontano la nuova era della voga giovinazzese
Intervista a Peppino e Francesco, presidente e direttore sportivo del sodalizio campione d'Italia del CSI tra le imbarcazioni a dieci remi
giovedì 29 novembre 2018
L'estate è ancora un ricordo vivissimo, con il successo nella Regata dei Gonfaloni sia in campo maschile sia femminile, che ha di fatto sancito il raggiungimento di un obiettivo rincorso per tanti anni. Oggi però è già tempo di programmare per l'Associazione Vogatori "Massimo Cervone" e di guardare al futuro con rinnovata fiducia. La voga sta entrando nel cuore dei giovinazzesi e grande merito ce l'hanno il presidente Peppino Cervone e suo figlio Francesco, appassionato direttore sportivo del sodalizio di piazza Porto.
Li abbiamo incontrati nella sede dell'azienda di famiglia per fare il punto della situazione, per farci raccontare come procede la programmazione della nuova stagione, quella che verrà dopo aver fatto la storia di questo sport in Puglia. E loro non si sono fatti pregare, aprendosi davanti ai nostri taccuini.
Se abbiamo ben capito, dall'agosto scorso vi fregiate del titolo di campioni italiani. È corretto?
P: Intanto benvenuti a casa nostra e grazie per la consueta attenzione. Sì, è corretto. Il Centro Sportivo Italiano ha elevato il Trofeo dell'Adriatico a "meeting nazionale" della voga a dieci remi ed a sedile fisso. E noi, vincendo in Cala Porto ci siamo di fatto laureati campioni d'Italia, una grandissima soddisfazione per il sottoscritto, dopo anni di durissimo lavoro dei nostri tecnici e dei nostri atleti.
È stata certamente una stagione eccezionale, quella passata, ma cosa vi è rimasto di più?
F: Al di là del raggiungimento dell'obiettivo primario, ossia il titolo sia in campo maschile che in quello femminile, abbiamo stabilito due record per noi impossibili solo da immaginare ad inizio stagione. Il primo è che mai nessuno, tra i partecipanti al Trofeo dell'Adriatico, aveva vinto con entrambe le squadre, ed il secondo record è rappresentato dal terzo successo consecutivo delle ragazze. Anche in questo caso si tratta di una prima volta negli annali della manifestazione.
Vi abbiamo visto in acqua fino a qualche settimana fa, prima che il meteo complicasse le cose...
F: Sì e continueremo ad allenarci anche in fascia invernale con la squadra femminile. Una loro richiesta, che fa capire il grande amore per questo sport e per quella canotta, che rappresenta la nostra Giovinazzo ad alti livelli. I ragazzi, invece, inizieranno un percorso in palestra, seguiti da un preparatore atletico molto bravo e professionale, per rafforzare tutta la parte muscolare, prima di riprendere i remi in mano penso da fine febbraio, inizio marzo.
È vero che intendete rinnovarvi e cambiare assetto?
P: Stiamo già operando da alcune settimane in questo senso. Abbiamo finalmente un nuovo direttivo, in cui saranno presenti anche alcuni vogatori. Vogliamo coinvolgerli nell'attività organizzativa, vogliamo continuare a cementare un gruppo che è già composto da amici ed amiche che vivono la voga come esperienza stupenda da condividere anche fuori dalla barca. Inoltre stiamo lavorando moltissimo sulla comunicazione: vogliamo cambiare passo, aggiornare i nostri profili social, diventare insomma un'associazione sportiva moderna, che tenga conto dell'importanza di farsi conoscere anche all'esterno.
Francesco, abbiamo raccontato di un nascente rapporto con gli alunni del Liceo "Spinelli". Ci spieghi di cosa si tratta nel dettaglio?
F: Sin dai primi di settembre, e grazie a dirigenti scolastici e docenti molto bravi, abbiamo intrapreso un percorso comune con i ragazzi del Liceo, i quali si sono mostrati affascinati da questo sport e con loro proseguiamo il lavoro iniziato prima di una gara a Molfetta, che ha coinvolto i loro omologhi da molte scuole della regione. L'idea di fondo (la lancio qui) è che vorremmo creare una squadra in grado di dare continuità all'esperienza molfettese e quindi di arrivare ad organizzare un vero e proprio Trofeo dei Licei, che li metta in competizione con altri licei della Città Metropolitana di Bari. Il nostro, mi piace ribadirlo, non è uno sport estivo, ma uno sport per tutto l'anno. Ed il mare, con le sue regole, i suoi ritmi, è palestra di vita.
Presto Francesco sarà a Roma alla sede nazionale del CSI. Cosa chiederete ai vertici nazionali?
F: Sarò nella capitale a metà dicembre. Le presenze di un Consigliere Nazionale e del Vicepresidente in Cala Porto avevano sancito il ritrovato interesse del CSI per la manifestazione itinerante. Chiederemo a loro di essere al nostro fianco per la crescita del Trofeo dell'Adriatico e del Mar Ionio, magari coinvolgendo altre marinerie, cambiando formula e cambiando soprattutto la comunicazione. Vogliamo che si continui nel processo di crescita, altrimenti non c'è futuro. Dobbiamo fare, tutti insieme, un ulteriore salto di qualità.
P: Gli intenti con le altre società sono comuni, almeno con chi ha deciso di restare sotto l'egida del CSI. Vogliamo un riconoscimento ufficiale come specialità, quella della voga a dieci remi a sedile fisso. Non è un fatto di forma, ma di sostanza. Sono anni che lavoriamo, come famiglia Cervone, alla crescita dell'intero movimento. È giunta l'ora di ricevere adeguato supporto. E noi sappiamo di poter contare sull'impegno di pezzi importanti della struttura nazionale. Insomma, cari amici: ora o mai più!
Chiusura tra passato recente e futuro probabile. Siete sazi o intendete puntare all'en plein anche nella stagione 2019?
P: Puntiamo a fare sempre il massimo delle nostre possibilità, in barca e fuori dalla competizione agonistica, come avrete capito. Lo dobbiamo ai ragazzi ed alle ragazze che ci sostengono ed a noi stessi, al nostro impegno di tanti anni. Alla gente, soprattutto ai giovani, dico di continuare a seguirci, di venirci a trovare: la voga è uno sport straordinario e noi abbiamo ancora voglia di toglierci tante soddisfazioni.
Li abbiamo incontrati nella sede dell'azienda di famiglia per fare il punto della situazione, per farci raccontare come procede la programmazione della nuova stagione, quella che verrà dopo aver fatto la storia di questo sport in Puglia. E loro non si sono fatti pregare, aprendosi davanti ai nostri taccuini.
Se abbiamo ben capito, dall'agosto scorso vi fregiate del titolo di campioni italiani. È corretto?
P: Intanto benvenuti a casa nostra e grazie per la consueta attenzione. Sì, è corretto. Il Centro Sportivo Italiano ha elevato il Trofeo dell'Adriatico a "meeting nazionale" della voga a dieci remi ed a sedile fisso. E noi, vincendo in Cala Porto ci siamo di fatto laureati campioni d'Italia, una grandissima soddisfazione per il sottoscritto, dopo anni di durissimo lavoro dei nostri tecnici e dei nostri atleti.
È stata certamente una stagione eccezionale, quella passata, ma cosa vi è rimasto di più?
F: Al di là del raggiungimento dell'obiettivo primario, ossia il titolo sia in campo maschile che in quello femminile, abbiamo stabilito due record per noi impossibili solo da immaginare ad inizio stagione. Il primo è che mai nessuno, tra i partecipanti al Trofeo dell'Adriatico, aveva vinto con entrambe le squadre, ed il secondo record è rappresentato dal terzo successo consecutivo delle ragazze. Anche in questo caso si tratta di una prima volta negli annali della manifestazione.
Vi abbiamo visto in acqua fino a qualche settimana fa, prima che il meteo complicasse le cose...
F: Sì e continueremo ad allenarci anche in fascia invernale con la squadra femminile. Una loro richiesta, che fa capire il grande amore per questo sport e per quella canotta, che rappresenta la nostra Giovinazzo ad alti livelli. I ragazzi, invece, inizieranno un percorso in palestra, seguiti da un preparatore atletico molto bravo e professionale, per rafforzare tutta la parte muscolare, prima di riprendere i remi in mano penso da fine febbraio, inizio marzo.
È vero che intendete rinnovarvi e cambiare assetto?
P: Stiamo già operando da alcune settimane in questo senso. Abbiamo finalmente un nuovo direttivo, in cui saranno presenti anche alcuni vogatori. Vogliamo coinvolgerli nell'attività organizzativa, vogliamo continuare a cementare un gruppo che è già composto da amici ed amiche che vivono la voga come esperienza stupenda da condividere anche fuori dalla barca. Inoltre stiamo lavorando moltissimo sulla comunicazione: vogliamo cambiare passo, aggiornare i nostri profili social, diventare insomma un'associazione sportiva moderna, che tenga conto dell'importanza di farsi conoscere anche all'esterno.
Francesco, abbiamo raccontato di un nascente rapporto con gli alunni del Liceo "Spinelli". Ci spieghi di cosa si tratta nel dettaglio?
F: Sin dai primi di settembre, e grazie a dirigenti scolastici e docenti molto bravi, abbiamo intrapreso un percorso comune con i ragazzi del Liceo, i quali si sono mostrati affascinati da questo sport e con loro proseguiamo il lavoro iniziato prima di una gara a Molfetta, che ha coinvolto i loro omologhi da molte scuole della regione. L'idea di fondo (la lancio qui) è che vorremmo creare una squadra in grado di dare continuità all'esperienza molfettese e quindi di arrivare ad organizzare un vero e proprio Trofeo dei Licei, che li metta in competizione con altri licei della Città Metropolitana di Bari. Il nostro, mi piace ribadirlo, non è uno sport estivo, ma uno sport per tutto l'anno. Ed il mare, con le sue regole, i suoi ritmi, è palestra di vita.
Presto Francesco sarà a Roma alla sede nazionale del CSI. Cosa chiederete ai vertici nazionali?
F: Sarò nella capitale a metà dicembre. Le presenze di un Consigliere Nazionale e del Vicepresidente in Cala Porto avevano sancito il ritrovato interesse del CSI per la manifestazione itinerante. Chiederemo a loro di essere al nostro fianco per la crescita del Trofeo dell'Adriatico e del Mar Ionio, magari coinvolgendo altre marinerie, cambiando formula e cambiando soprattutto la comunicazione. Vogliamo che si continui nel processo di crescita, altrimenti non c'è futuro. Dobbiamo fare, tutti insieme, un ulteriore salto di qualità.
P: Gli intenti con le altre società sono comuni, almeno con chi ha deciso di restare sotto l'egida del CSI. Vogliamo un riconoscimento ufficiale come specialità, quella della voga a dieci remi a sedile fisso. Non è un fatto di forma, ma di sostanza. Sono anni che lavoriamo, come famiglia Cervone, alla crescita dell'intero movimento. È giunta l'ora di ricevere adeguato supporto. E noi sappiamo di poter contare sull'impegno di pezzi importanti della struttura nazionale. Insomma, cari amici: ora o mai più!
Chiusura tra passato recente e futuro probabile. Siete sazi o intendete puntare all'en plein anche nella stagione 2019?
P: Puntiamo a fare sempre il massimo delle nostre possibilità, in barca e fuori dalla competizione agonistica, come avrete capito. Lo dobbiamo ai ragazzi ed alle ragazze che ci sostengono ed a noi stessi, al nostro impegno di tanti anni. Alla gente, soprattutto ai giovani, dico di continuare a seguirci, di venirci a trovare: la voga è uno sport straordinario e noi abbiamo ancora voglia di toglierci tante soddisfazioni.