Giovinazzo, lo sfogo di Azzollini: «Qui non si può fare sport»
Biancoverdi vicini al baratro: «È stato un campionato impossibile da tutti i punti di vista»
mercoledì 23 marzo 2016
12.05
Durissime riflessioni del presidente del Giovinazzo, Corrado Azzollini, a 72 ore dal 6-3 di Polignano contro la Polimnia: una sconfitta, la quattordicesima dall'inizio dell'anno, la terza di fila, che affossa ulteriormente le pur minime speranze di permanenza in Promozione.
La squadra biancoverde, allenata dal tecnico barese Gianni De Bellis, è penultima in classifica, a quota 23 punti. Ma adesso, a 270 minuti dalla chiusura della regular season, i punti di svantaggio dalla salvezza diretta sono 11 (34 sono quelli della Polimnia, sestultima), ma quel che più pesa è che la forbice dal Real Noci (quintultimo) è di 10 punti, svantaggio che impedirebbe al Giovinazzo di giocarsi la permanenza ai play-out.
«È stato un campionato impossibile da tutti i punti di vista. Una serie interminabile di problemi e spesso anche di errori di cui mi assumo le responsabilità in primis, soprattutto per quelli tecnici e societari. Oggi - ammette Azzollini - siamo praticamente retrocessi, e dobbiamo per forza di cose fare un'analisi vera dell'accaduto.
Se vi devo dire ciò che penso senza mezzi termini, chi mi ha frequentato a livello calcistico negli ultimi mesi sa benissimo cosa pensavo della squadra e della situazione nel complessivo. Chiunque ha remato contro il Giovinazzo, da alcuni calciatori a qualche dirigente. Per non parlare della politica, anzi dei politicanti e delle vacue promesse fatte da due anni a questa parte sempre prive di qualunque concretezza.
Una squadra costretta ad allenarsi a corrente alterna tra i campi di San Pio, San Paolo e nella speranza di un'amichevole per avere un campo decente su cui correre. Una gara d'appalto per il Raffaele De Pergola, in cui sono stati regalati dei soldi pubblici per confermare difatti un campo inagibile o di patate. La difficoltà che questa situazione ci ha procurato nel trovare giocatori disponibili a vivere questa situazione.
In questo modo non si potrà fare mai sport a Giovinazzo, ma è anche vero che non si può darla vinta a coloro che danneggiano questo paese e che non ammetteranno mai le loro responsabilità. Per questo anche in un momento doloroso, spero per l'amore vero che provo verso questa città che mi ha adottato che le generazioni future possano avere ideali migliori e soprattutto concretezza d'intenti.
Per il futuro, oggi non posso dir nulla e non credo nemmeno sia il caso di farlo».
La squadra biancoverde, allenata dal tecnico barese Gianni De Bellis, è penultima in classifica, a quota 23 punti. Ma adesso, a 270 minuti dalla chiusura della regular season, i punti di svantaggio dalla salvezza diretta sono 11 (34 sono quelli della Polimnia, sestultima), ma quel che più pesa è che la forbice dal Real Noci (quintultimo) è di 10 punti, svantaggio che impedirebbe al Giovinazzo di giocarsi la permanenza ai play-out.
«È stato un campionato impossibile da tutti i punti di vista. Una serie interminabile di problemi e spesso anche di errori di cui mi assumo le responsabilità in primis, soprattutto per quelli tecnici e societari. Oggi - ammette Azzollini - siamo praticamente retrocessi, e dobbiamo per forza di cose fare un'analisi vera dell'accaduto.
Se vi devo dire ciò che penso senza mezzi termini, chi mi ha frequentato a livello calcistico negli ultimi mesi sa benissimo cosa pensavo della squadra e della situazione nel complessivo. Chiunque ha remato contro il Giovinazzo, da alcuni calciatori a qualche dirigente. Per non parlare della politica, anzi dei politicanti e delle vacue promesse fatte da due anni a questa parte sempre prive di qualunque concretezza.
Una squadra costretta ad allenarsi a corrente alterna tra i campi di San Pio, San Paolo e nella speranza di un'amichevole per avere un campo decente su cui correre. Una gara d'appalto per il Raffaele De Pergola, in cui sono stati regalati dei soldi pubblici per confermare difatti un campo inagibile o di patate. La difficoltà che questa situazione ci ha procurato nel trovare giocatori disponibili a vivere questa situazione.
In questo modo non si potrà fare mai sport a Giovinazzo, ma è anche vero che non si può darla vinta a coloro che danneggiano questo paese e che non ammetteranno mai le loro responsabilità. Per questo anche in un momento doloroso, spero per l'amore vero che provo verso questa città che mi ha adottato che le generazioni future possano avere ideali migliori e soprattutto concretezza d'intenti.
Per il futuro, oggi non posso dir nulla e non credo nemmeno sia il caso di farlo».