Giovinazzo, il bilancio di Angelico: «Andata super, ritorno sfortunato»

Il capitano biancoverde a 90 minuti dall'epilogo del campionato di Promozione

sabato 16 maggio 2015 19.20
A cura di Nicola Miccione
Tornerà in campo domani mattina (start alle ore 11.00 senza gli infortunati Losito e Trillo) sul sintetico di Ordona contro il Carapelle, dopo aver osservato i suoi compagni dalla tribuna del San Pio nell'ultima fatica casalinga della regular season.

Nino Angelico, aitante stopper terlizzese e girovago del pallone (da Ostuni all'Alfonsine, da Lavello alla Civitanovese, sino a Bisceglie e Corato, sempre tra serie D, Eccellenza e Promozione) indosserà per l'ultima volta quest'anno la fascia da capitano del Giovinazzo. Una stagione in chiaroscuro quella del club di Corrado Azzollini e Fiorello Folino Gallo, settimo a quota 45 punti. Dopo un girone d'andata super (ben i 31 punti conquistati), i biancoverdi hanno accusato una flessione nella seconda parte di stagione (appena 14 i punti racimolati).

Ma cosa è cambiato rispetto alla prima parte del campionato? «Abbiamo raccolto ben poco rispetto al girone d'andata a causa dei tanti infortuni e non solo» analizza Angelico che riavvolge il nastro del torneo di Promozione fino al 18 gennaio scorso: al San Pio il Giovinazzo ospitò la Rinascita Rutiglianese. Finì con un rocambolesco 2-3 e l'esonero di Angelo Germinario. «Da quel giorno - continua - sono iniziati i nostri problemi: ogni domenica perdevamo giocatori per strada, tra infortuni e squalifiche. E poi, è noto, il girone di ritorno è tutt'altra cosa rispetto a quello di andata. Con l'apertura del mercato le squadre pericolanti e quelle che puntavano ai play-off si sono rinforzate e per noi non è stato affatto semplice far punti in determinate partite che, sulla carta, sembravano abbordabili».

Un'annata al di sotto delle aspettative, dunque, con l'obiettivo play-off sfumato già da mesi. «Non direi al di sotto delle attese - risponde Angelico - ma sfortunata. Sì, un'annata sfortunata ed una squadra spaesata e incompleta. Sfortunata per i numerosi infortuni, spaesata perché sembravamo dei nomadi. Duole dirlo, ma purtroppo non abbiamo mai avuto a disposizione il Raffaele de Pergola, non ci siamo mai sentiti a casa. È infatti impensabile che nel 2015 l'unico impianto di Giovinazzo debba restare in uno stato di degrado con un terreno di gioco in pessime condizioni. Siamo stati costretti per tutto l'anno ad allenarci in settimana a Giovinazzo e a trasferirci la domenica pomeriggio al San Pio di Bari per le gare interne. Una squadra incompleta, certo. All'inizio del campionato la società ha allestito un buon organico, ma l'obiettivo dei play-off non è stato centrato per colpa di una rosa corta e qualche tassello in meno».

In più, proprio dopo quel fatidico 18 gennaio (2-3 interno con la Rinascita Rutiglianese) il Giovinazzo ha cambiato il proprio timoniere. E da Angelo Germinario s'è passati ad Amedeo Savoni. «Sono entrambe due grandi persone, prima che ottimi tecnici. Purtroppo - prosegue Angelico - nel calcio quando le cose non vanno bene paga sempre l'allenatore. Poi è arrivato Savoni che s'è trovato di fronte con una infermeria piena di giocatori: io, Colagrande, Facchini, Longo, Petaroscia, Porfido e Uva. E così anche lui si è dovuto adeguare alla squadra è non è stato facile schierare l'undici titolare». Top e flop della stagione. «Mi ha sorpreso Roselli che si è adattato subito al nuovo ruolo ricoprendolo bene e con personalità - afferma -. Cubaj, invece, è croce e delizia: un under con grandi capacità e qualità, ma con poca voglia come tutti gli altri under che fanno parte della nostra squadra».

Dove s'immagina Angelico a settembre? Sempre a Giovinazzo, con la fascia di capitano al braccio? «Fino al 30 giugno sono un tesserato del Giovinazzo, poi chissà. Sarebbe bello restare, magari sempre da capitano. Bisogna però capire le intenzioni e gli obiettivi della società».