Giovinazzo C5-Mongelli, è amore: «La mia piazza ideale»
Il laterale molfettese si presenta: «Qui ci sono potenziale e ambizioni». La benedizione di Bellarte: «È un gran giocatore»
sabato 22 luglio 2017
11.22
È bastata poco meno di un'ora, durante la prima sgambata stagionale, per far scoppiare l'amore tra Michele Mongelli e il Giovinazzo C5. Il laterale molfettese classe '91, lo scorso anno in serie C1 con la maglia delle Aquile Molfetta, ha subito convinto mostrando lampi di gran classe. Oltre a sfoggiare una forma fisica invidiabile, ha sfoderato assist d'autore e grandi giocate, prendendo per mano la squadra come se fosse biancoverde da una vita.
«Ho scelto Giovinazzo – esordisce Mongelli – perché sono sicuro che questa sia la mia squadra ideale, la piazza giusta per me, per migliorare ancora. C'è stata fin da subito grande sintonia, il direttore sportivo Gianni Lasorsa ha creduto in me e mi ha presentato un progetto serio ed ambizioso, irrinunciabile, che ha basi solidissime come la coesione tra la società, lo staff, la squadra ed un allenatore preparato come Roberto Chiereghin».
E l'impressione che gli ha dato il Giovinazzo C5 è sicuramente positiva: «È un ambiente speciale, con della gente calorosa e disponibile ed una tifoseria passionale. Ho voluto fortemente il Giovinazzo C5 – spiega – e sono contento di far parte di questo gruppo, di lavorare per questa società e di giocare per questa città».
Il suo primo obiettivo è quello di esprimere il meglio di se stesso, «dimostrando e mettendo in atto – continua – tutto ciò che ho imparato in questi anni di futsal» in giro per lo stivale italiano, con le maglie di Molfetta (dapprima sponda Real, in serie B, poi con le Aquile in serie C1), Verona C5 (con cui ha conquistato una promozione in serie A) e Acqua&Sapone Emmegross (sempre in serie A) sino al desiderio (che, però, fino ad oggi è rimasto solo un sogno) di indossare la maglia della Nazionale dopo essere stato convocato nell'Under 21 azzurra ed aver avuto l'onore di giocare con la Rappresentativa pugliese.
Rammaricato per quello che poteva essere e non è stato? «No, - risponde Mongelli - sono invece soddisfatto di quello che allo stesso tempo ho dato ed ho ricevuto, ad esempio, dalla massima serie di questo sport. Un'esperienza d'impatto, un lavoro bellissimo che è terminato nel migliore dei modi. E oggi, a distanza di alcuni anni, la mia idea sul futsal non è mutata affatto: non riesco proprio a farne a meno perché mi stimola confrontarmi con altri ragazzi che condividono la mia stessa passione», ha spiegato Mongelli.
Un amore smisurato il suo, una folgorazione irrefrenabile che potrebbe spalancargli la strada verso obiettivi prestigiosi: «L'umiltà, lo spirito di sacrificio e la grande compattezza del nostro gruppo – dice ancora - saranno le basi sulle quali costruire qualcosa di grande: puntiamo ad un campionato di vertice, con tanto orgoglio ed entusiasmo, ma con i piedi ben piantati sul parquet».
Una filosofia di vita, prima ancora che una filosofia di gioco, applicata al futsal, forse made in Massimiliano Bellarte, il filosofo del futsal, che dopo aver vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere in Belgio alla guida dell'Halle-Gooik è tornato in Italia, al Real Rieti. E che, tre anni dopo (era l'inverno del 2014 quando il trainer di Ruvo disse sì al suo ingaggio con l'Acqua&Sapone), è pronto a scommettere ancora sulla stella di Molfetta.
«Michele è un gran giocatore. Grande perché possiede la dote migliore che un giocatore, già formato tecnicamente, dovrebbe avere: la disponibilità. Nel periodo che è stato con me – ricorda Bellarte - è stato disponibile all'allenamento, al cambiamento, alla fatica, alla delusione che gli ho dato alcune volte non preferendolo ad altri. La disponibilità di un giocatore lo fa grande. La bontà della persona poi, è qualcosa che lo rende speciale».
«Ho scelto Giovinazzo – esordisce Mongelli – perché sono sicuro che questa sia la mia squadra ideale, la piazza giusta per me, per migliorare ancora. C'è stata fin da subito grande sintonia, il direttore sportivo Gianni Lasorsa ha creduto in me e mi ha presentato un progetto serio ed ambizioso, irrinunciabile, che ha basi solidissime come la coesione tra la società, lo staff, la squadra ed un allenatore preparato come Roberto Chiereghin».
E l'impressione che gli ha dato il Giovinazzo C5 è sicuramente positiva: «È un ambiente speciale, con della gente calorosa e disponibile ed una tifoseria passionale. Ho voluto fortemente il Giovinazzo C5 – spiega – e sono contento di far parte di questo gruppo, di lavorare per questa società e di giocare per questa città».
Il suo primo obiettivo è quello di esprimere il meglio di se stesso, «dimostrando e mettendo in atto – continua – tutto ciò che ho imparato in questi anni di futsal» in giro per lo stivale italiano, con le maglie di Molfetta (dapprima sponda Real, in serie B, poi con le Aquile in serie C1), Verona C5 (con cui ha conquistato una promozione in serie A) e Acqua&Sapone Emmegross (sempre in serie A) sino al desiderio (che, però, fino ad oggi è rimasto solo un sogno) di indossare la maglia della Nazionale dopo essere stato convocato nell'Under 21 azzurra ed aver avuto l'onore di giocare con la Rappresentativa pugliese.
Rammaricato per quello che poteva essere e non è stato? «No, - risponde Mongelli - sono invece soddisfatto di quello che allo stesso tempo ho dato ed ho ricevuto, ad esempio, dalla massima serie di questo sport. Un'esperienza d'impatto, un lavoro bellissimo che è terminato nel migliore dei modi. E oggi, a distanza di alcuni anni, la mia idea sul futsal non è mutata affatto: non riesco proprio a farne a meno perché mi stimola confrontarmi con altri ragazzi che condividono la mia stessa passione», ha spiegato Mongelli.
Un amore smisurato il suo, una folgorazione irrefrenabile che potrebbe spalancargli la strada verso obiettivi prestigiosi: «L'umiltà, lo spirito di sacrificio e la grande compattezza del nostro gruppo – dice ancora - saranno le basi sulle quali costruire qualcosa di grande: puntiamo ad un campionato di vertice, con tanto orgoglio ed entusiasmo, ma con i piedi ben piantati sul parquet».
Una filosofia di vita, prima ancora che una filosofia di gioco, applicata al futsal, forse made in Massimiliano Bellarte, il filosofo del futsal, che dopo aver vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere in Belgio alla guida dell'Halle-Gooik è tornato in Italia, al Real Rieti. E che, tre anni dopo (era l'inverno del 2014 quando il trainer di Ruvo disse sì al suo ingaggio con l'Acqua&Sapone), è pronto a scommettere ancora sulla stella di Molfetta.
«Michele è un gran giocatore. Grande perché possiede la dote migliore che un giocatore, già formato tecnicamente, dovrebbe avere: la disponibilità. Nel periodo che è stato con me – ricorda Bellarte - è stato disponibile all'allenamento, al cambiamento, alla fatica, alla delusione che gli ho dato alcune volte non preferendolo ad altri. La disponibilità di un giocatore lo fa grande. La bontà della persona poi, è qualcosa che lo rende speciale».