Fidens, la ricetta di Bove: «Gruppo e tanto lavoro, ci si salva così»
Il coach giovinazzese: «Puntiamo alla permanenza, il resto sarà grasso che cola». Domani l'esordio con l'Altamura
sabato 14 novembre 2015
2.30
L'esperienza di certo non gli manca, e nemmeno la carica agonistica necessaria per conquistare la salvezza in Promozione.
Franco Bove, 41 primavere e coach della Fidens Giovinazzo (il suo vice sarà Gaetano Nacci, nda), indica la strada ai suoi ragazzi in vista dell'esordio interno con la Federiciana Altamura, previsto per domani pomeriggio alle ore 18.30 nel catino bollente del vecchio Palasport. «Il mio obiettivo - afferma un motivato Bove - sarà quello di far divertire il gruppo, giocare bene a basket e ottenere i risultati attraverso il gioco. Spero in un campionato che ci porti alla salvezza, il resto sarebbe tutto grasso che cola».
Quindi, nonostante le varie vicissitudini estive (gli addii di Castrignano senior, Depalo e Labombarda «che - secondo il presidente onorario Franco Piscitelli - hanno preferito andar via perché non condividevano il progetto societario» e i mancati rinnovi di Farinola e Fiore, costretti a trasferirsi fuori regione per motivi, rispettivamente, di lavoro e di studio, nda) coach Bove alla salvezza ci crede? «Quest'estate, quando ho accettato con grande umiltà ed orgoglio l'incarico - racconta l'ex guardia dello Sporting Club Bitonto dalla mano caldissima - ero consapevole delle enormi difficoltà, ma ci credo ancora. E la mia fiducia deve essere per tutti uno stimolo a crescere ed a migliorarsi costantemente».
Va detto pure che va concesso credito e tempo a questo organico che, oltre ad essere completamente rinnovato, è stato anche assemblato in corso d'opera: l'ultimo giocatore (l'ala forte Vitantonio de Gennaro) è arrivato appena qualche giorno fa. La rosa comprende anche, nel ruolo di play, Daniele Walter Amato, Gianrocco Fasciano e Giuseppe Bavaro, mentre la multiforme batteria delle guardie è composta da Graziano Luca Gadaleta (ambito da blasonate squadre di serie D e Promozione), dal capitano Davide Silvestro Gadaleta, da Gaetano Rosa e Silvio Savio. Le ali piccole sono Leonardo Colangelo, Alessio Fuzio, Fedele Castrignano e Andrea Stufano, quelle forti Eugenio Oscar Amato, Giulio Cesari e Mauro De Ceglia. In avanti spazio a Giuseppe Bonserio, Pasquale Bensi De Palma e Alessandro Sigrisi.
«Dobbiamo pensare alle singole partite - prosegue Bove, il coach (anche se è forte il richiamo del campo ancora per lui) - se vogliamo provare a fare qualcosa di buono. I ragazzi si stanno impegnando, stanno lavorando sodo e sono pronti a sudare onorando la maglia fino all'ultimo con grande umiltà». Quella che scenderà in campo dovrà essere una Fidens umile, orgogliosa, coraggiosa: «Io credo molto nel gruppo, non nelle individualità. E voglio vedere la fame in chi va in campo. Su chi scommetterei? Su Bensi De Palma, un giocatore che mi ha dato fiducia».
La Fidens, ritornata in Promozione dopo un triennio, pagherà lo scotto del noviziato? «Le sconfitte - risponde Bove - serviranno a riflettere, a fare il punto della situazione. Ma le sconfitte serviranno anche a migliorare, senza mai abbassare i toni. Dovrà essere un gioco mentale. E i ragazzi dovranno fare tesoro degli errori, perché le sconfitte aiuteranno anche a crescere».
Franco Bove, 41 primavere e coach della Fidens Giovinazzo (il suo vice sarà Gaetano Nacci, nda), indica la strada ai suoi ragazzi in vista dell'esordio interno con la Federiciana Altamura, previsto per domani pomeriggio alle ore 18.30 nel catino bollente del vecchio Palasport. «Il mio obiettivo - afferma un motivato Bove - sarà quello di far divertire il gruppo, giocare bene a basket e ottenere i risultati attraverso il gioco. Spero in un campionato che ci porti alla salvezza, il resto sarebbe tutto grasso che cola».
Quindi, nonostante le varie vicissitudini estive (gli addii di Castrignano senior, Depalo e Labombarda «che - secondo il presidente onorario Franco Piscitelli - hanno preferito andar via perché non condividevano il progetto societario» e i mancati rinnovi di Farinola e Fiore, costretti a trasferirsi fuori regione per motivi, rispettivamente, di lavoro e di studio, nda) coach Bove alla salvezza ci crede? «Quest'estate, quando ho accettato con grande umiltà ed orgoglio l'incarico - racconta l'ex guardia dello Sporting Club Bitonto dalla mano caldissima - ero consapevole delle enormi difficoltà, ma ci credo ancora. E la mia fiducia deve essere per tutti uno stimolo a crescere ed a migliorarsi costantemente».
Va detto pure che va concesso credito e tempo a questo organico che, oltre ad essere completamente rinnovato, è stato anche assemblato in corso d'opera: l'ultimo giocatore (l'ala forte Vitantonio de Gennaro) è arrivato appena qualche giorno fa. La rosa comprende anche, nel ruolo di play, Daniele Walter Amato, Gianrocco Fasciano e Giuseppe Bavaro, mentre la multiforme batteria delle guardie è composta da Graziano Luca Gadaleta (ambito da blasonate squadre di serie D e Promozione), dal capitano Davide Silvestro Gadaleta, da Gaetano Rosa e Silvio Savio. Le ali piccole sono Leonardo Colangelo, Alessio Fuzio, Fedele Castrignano e Andrea Stufano, quelle forti Eugenio Oscar Amato, Giulio Cesari e Mauro De Ceglia. In avanti spazio a Giuseppe Bonserio, Pasquale Bensi De Palma e Alessandro Sigrisi.
«Dobbiamo pensare alle singole partite - prosegue Bove, il coach (anche se è forte il richiamo del campo ancora per lui) - se vogliamo provare a fare qualcosa di buono. I ragazzi si stanno impegnando, stanno lavorando sodo e sono pronti a sudare onorando la maglia fino all'ultimo con grande umiltà». Quella che scenderà in campo dovrà essere una Fidens umile, orgogliosa, coraggiosa: «Io credo molto nel gruppo, non nelle individualità. E voglio vedere la fame in chi va in campo. Su chi scommetterei? Su Bensi De Palma, un giocatore che mi ha dato fiducia».
La Fidens, ritornata in Promozione dopo un triennio, pagherà lo scotto del noviziato? «Le sconfitte - risponde Bove - serviranno a riflettere, a fare il punto della situazione. Ma le sconfitte serviranno anche a migliorare, senza mai abbassare i toni. Dovrà essere un gioco mentale. E i ragazzi dovranno fare tesoro degli errori, perché le sconfitte aiuteranno anche a crescere».