Fidens, caos con la Don Bosco: squalificato il campo
Il presidente Paolo Depalma non ci sta: «È un’ingiustizia»
venerdì 20 febbraio 2015
10.18
Giovedì, tempo di comunicato per il giudice sportivo e di squalifiche per i campionati dilettantistici. E dal bollettino regionale del campionato di Prima Divisione emerge una notizia su tutte: la squalifica del campo di gioco per tre gare (ma il provvedimento è stato commutato in una pena pecuniaria di 330 euro) e un'ammenda di 182 euro per la Fidens Giovinazzo all'indomani del successo casalingo (62-43) con la Don Bosco Bari.
Le colpe del club biancoverde: il Palasport di via Devenuto è stato squalificato «perché, - si legge sul comunicato ufficiale n. 211 - al termine della gara, circa 20 persone al seguito della squadra di casa cercavano di colpire con pugni e schiaffi i giocatori della squadra ospite che cercavano di entrare negli spogliatoi, ed alcuni tesserati della squadra ospite venivano spintonati e colpiti da individui che si trovavano nel tunnel degli spogliatoi».
Multata di 182 euro la società del presidente onorario Franco Piscitelli «per l'esplosione di botti e l'accensione di fumogeni, nel corso del primo e del terzo periodo, al di fuori del campo di gioco, per offese collettive frequenti del pubblico nei confronti di tesserati ben individuati, per lancio di palle di carta nel secondo e nel terzo periodo di gioco, senza colpire, e per un tentativo di invasione del campo di gioco, commesso da più persone».
Insomma una vera e propria scure quella che si è abbattuta sulla Fidens Giovinazzo ritenuta «inconcepibile» dai vertici societari, adirati per il danno d'immagine nei confronti dello storico club. Tanto che il presidente Paolo Depalma ha voluto rompere il silenzio: «Sono disgustato perché ancora una volta la Fidens Giovinazzo viene accusata di qualcosa - afferma -. Dopo il vergognoso scandalo di Noicattaro non possiamo tacere quando siamo di fronte ad un referto arbitrale gonfiato che causa un considerevole danno all'immagine del nostro sodalizio e alle casse societarie».
Il numero uno, inoltre, si sente offeso e vessato, oltre ogni logica: «Il giudice sportivo - prosegue - ha considerato oro colato quanto scritto nel referto arbitrale, ma non ha adottato alcun provvedimento disciplinare contro i giocatori della Don Bosco Bari e le loro continue provocazioni che hanno poi generato il caos del post-gara in campo e sugli spalti. Resta il fatto, e questo susciterà sicuramente polemiche, che a essere punita è stata soltanto la società Fidens Giovinazzo».
Il presidente, appresa la notizia della decisione del giudice sportivo Filippo Luigi Fasano, valuterà ogni forma di tutela: «Mi batterò con ogni mezzo a mia disposizione per difendermi da questa ingiustizia - dice -. La Federazione Italiana Pallacanestro adesso vuole far vedere che si vogliono fare le cose per bene. Ma servono regole certe e uguali per tutti, altrimenti il basket è destinato a finire. Io spero che seri provvedimenti disciplinari possano essere presi anche nei confronti di due atleti della Don Bosco Bari che hanno causato il parapiglia finale».
«Mi appello al primo arbitro, Pasquale Pellegrini, illustre uomo di legge. Quando accadono queste cose - termina - le responsabilità vanno ad entrambe le squadre. Perché stavolta si è deciso di punire e colpevolizzare soltanto la tifoseria giovinazzese e non le provocazioni irrispettose e pericolose degli atleti baresi?».
Le colpe del club biancoverde: il Palasport di via Devenuto è stato squalificato «perché, - si legge sul comunicato ufficiale n. 211 - al termine della gara, circa 20 persone al seguito della squadra di casa cercavano di colpire con pugni e schiaffi i giocatori della squadra ospite che cercavano di entrare negli spogliatoi, ed alcuni tesserati della squadra ospite venivano spintonati e colpiti da individui che si trovavano nel tunnel degli spogliatoi».
Multata di 182 euro la società del presidente onorario Franco Piscitelli «per l'esplosione di botti e l'accensione di fumogeni, nel corso del primo e del terzo periodo, al di fuori del campo di gioco, per offese collettive frequenti del pubblico nei confronti di tesserati ben individuati, per lancio di palle di carta nel secondo e nel terzo periodo di gioco, senza colpire, e per un tentativo di invasione del campo di gioco, commesso da più persone».
Insomma una vera e propria scure quella che si è abbattuta sulla Fidens Giovinazzo ritenuta «inconcepibile» dai vertici societari, adirati per il danno d'immagine nei confronti dello storico club. Tanto che il presidente Paolo Depalma ha voluto rompere il silenzio: «Sono disgustato perché ancora una volta la Fidens Giovinazzo viene accusata di qualcosa - afferma -. Dopo il vergognoso scandalo di Noicattaro non possiamo tacere quando siamo di fronte ad un referto arbitrale gonfiato che causa un considerevole danno all'immagine del nostro sodalizio e alle casse societarie».
Il numero uno, inoltre, si sente offeso e vessato, oltre ogni logica: «Il giudice sportivo - prosegue - ha considerato oro colato quanto scritto nel referto arbitrale, ma non ha adottato alcun provvedimento disciplinare contro i giocatori della Don Bosco Bari e le loro continue provocazioni che hanno poi generato il caos del post-gara in campo e sugli spalti. Resta il fatto, e questo susciterà sicuramente polemiche, che a essere punita è stata soltanto la società Fidens Giovinazzo».
Il presidente, appresa la notizia della decisione del giudice sportivo Filippo Luigi Fasano, valuterà ogni forma di tutela: «Mi batterò con ogni mezzo a mia disposizione per difendermi da questa ingiustizia - dice -. La Federazione Italiana Pallacanestro adesso vuole far vedere che si vogliono fare le cose per bene. Ma servono regole certe e uguali per tutti, altrimenti il basket è destinato a finire. Io spero che seri provvedimenti disciplinari possano essere presi anche nei confronti di due atleti della Don Bosco Bari che hanno causato il parapiglia finale».
«Mi appello al primo arbitro, Pasquale Pellegrini, illustre uomo di legge. Quando accadono queste cose - termina - le responsabilità vanno ad entrambe le squadre. Perché stavolta si è deciso di punire e colpevolizzare soltanto la tifoseria giovinazzese e non le provocazioni irrispettose e pericolose degli atleti baresi?».