Binetti: «Io finito? Macché, faccio ancora la differenza»

L'universale molfettese protagonista della promozione in A2 del Cristian Barletta

lunedì 25 luglio 2016
A cura di Nicola Miccione
Domenico Binetti, universale molfettese classe '88, è tornato. O forse non se n'è mai andato. Lo storico salto in alto del Cristian Barletta ha anche il suo volto: «Sesto uomo sempre pronto per l'uso - si legge sul sito ufficiale del club biancorosso - è stato tra i protagonisti della promozione in serie A2 con 8 centri complessivi».

Binetti è uno dei colpi "dicembrini" del presidente-allenatore Antonio Dazzaro: non ha segnato gol a grappoli, ma con «prestazioni di qualità e quantità», si legge ancora sul portale barlettano è (ri)entrato dritto nel cuore dei suoi tifosi e in generale di chi ama il futsal. C'è il suo zampino in tutte le gare di capitan Capacchione e company, c'è il suo genio nella vittoria del campionato di serie B da parte di un Cristian Barletta pratico, cinico e inarrestabile.

«Mi sono rimesso in gioco, sono super contento perché non potevo fare scelta migliore anche se devo ringraziare il Cristian Barletta che, appena ha saputo del mio svincolo, mi ha subito cercato e mi ha concesso questa bellissima opportunità», spiega Binetti che nei mesi vissuti all'ombra di Eraclio ha sviluppato la sua forza di volontà ed è stato capace di sacrificarsi pur di raggiungere i propri obiettivi.

«Ma io i sacrifici li ho sempre fatti - ribatte -. Diciamo pure che mi ero assuefatto ad alcune dinamiche che a Giovinazzo non mi permettevano di offrire il meglio di me, soprattutto psicologicamente, e di conseguenza anche in termini di rendimento. E dopo gli ultimi mesi vissuti in biancoverde stavo quasi per mollare, anche se chi mi stava intorno mi supplicava di non farlo. A Barletta, invece, sono letteralmente rinato e adesso sto vivendo una nuova vita».

Quindi a 28 anni Binetti può fare ancora la differenza? «Certo non sono più il Binetti d'un tempo - ammette - ma non per questo non posso fare la differenza o essere d'aiuto in un collettivo importante, proprio come quello del Cristian. Poi con le giuste motivazioni e con degli allenamenti competitivi è più facile esprimersi al meglio. La realtà di Barletta mi ha resuscitato perché ha fatto scattare in me la voglia di dimostrare che posso ancora dire la mia in contesti superiori a Giovinazzo, con molte più responsabilità».

Insomma, a dicembre la voglia di mollare tutto. Di tempo ne è passato ed è cambiato tutto: «Sì, perché sin dall'inizio - continua - mi hanno fatto subito sentire importante, come se fossi un veterano del gruppo. All'interno dello spogliatoio sono stato accolto benissimo, mentre la società, a dir poco super organizzata e traboccante di entusiasmo, mi ha messo nelle condizioni di esprimermi al meglio. Insomma, non potevo davvero sperare in un'opportunità migliore per il post-Giovinazzo».

Manca un'ultima cosa per completare il cerchio: il ritorno in A2. «È una categoria che ha il suo fascino e non sarà difficile trovare gli stimoli giusti per affrontarla. Sarà però estremamente impegnativa, soprattutto per me, ma sono pronto a mettermi ulteriormente in gioco. Il Cristian, con tutte le proprie energie, sta allestendo una squadra competitiva: il gruppo dell'anno scorso rimarrà invariato, ma l'inserimento di qualche innesto di rilievo ci permetterà di fare il giusto salto di qualità».

E se Barletta si gode Binetti, il Giovinazzo C5 potrebbe tornare a far stropicciare gli occhi ai propri tifosi: «Me lo auguro - prosegue Binetti -. Se sono amareggiato per come è finita la mia avventura a Giovinazzo? Direi che forse sono deluso, dopo tanti anni in biancoverde. Però proprio grazie a ciò sono potuto uscire da Giovinazzo e conoscere nuove realtà che mi stanno regalando tante soddisfazioni».

«Al Giovinazzo C5 auguro di raggiungere una volta per tutte gli obiettivi prefissati e vorrei salutare e dare un in bocca a lupo a tutti i miei vecchi compagni augurando loro il meglio, e non solo nell'ambito sportivo», termina l'universale molfettese che s'è legato all'ambizioso Cristian sino al 2017. Di certo le offerte non gli mancano, ma Antonio Dazzaro spera che non lo contatti nessuno.

Perché Barletta non vuol perdere un ragazzo che, a 28 anni, fa ancora la differenza. E questo, soltanto questo, dovrebbe fare la felicità di tutti gli appassionati di futsal.