Zona C3, il Consiglio di Stato respinge il ricorso del Comune
Confermata la sentenza del Tar, si torna al punto di partenza
venerdì 6 novembre 2020
0.01
Tutto come prima. Questo, in estrema sintesi, l'esito della lunga disputa giudiziaria sulla natura e i criteri che avrebbero dovuto disciplinare la realizzazione della zona di espansione di nuovo impianto C3 sul territorio giovanizzese.
La quarta sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Giovinazzo confermando di fatto la sentenza emessa nel 2016 dal Tar Puglia in merito all'impugnazione, da parte della Minervini costruzioni snc, di una delibera del consiglio comunale (la n° 7 de 17 marzo 2015), attraverso la quale la massima assise cittadina aveva inteso annullare in autotutela due precedenti deliberazioni della stessa assemblea, ovvero la n° 6 del 18 febbraio 2009 e la n° 16 del 26 marzo 2013.
La vicenda legale ha avuto inizio nel momento in cui Minervini costruzioni ha deciso di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale ritenendo l'annullamento delle precedenti delibere un "eccesso di potere" e una "violazione di legge" da parte del Comune. I giudici di primo grado hanno dato ragione all'azienda: l'Ente ha quindi presentato appello al Consiglio di Stato che, con sentenza pubblicata il 4 novembre, ha ribadito la decisione del Tar di Bari.
L'effetto di quanto disposto, in termini concreti, è il ripristino della vigenza delle previsioni del Piano regolatore e dei relativi piani particolareggiati secondo quanto stabilito dalle originarie delibere del consiglio comunale di Giovinazzo risalenti al 2009 e al 2013. Minevini costruzioni ha promosso, all'epoca, la procedura di formazione di un comparto edilizio comprendente suoli di sua proprietà per la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali.
La quarta sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Giovinazzo confermando di fatto la sentenza emessa nel 2016 dal Tar Puglia in merito all'impugnazione, da parte della Minervini costruzioni snc, di una delibera del consiglio comunale (la n° 7 de 17 marzo 2015), attraverso la quale la massima assise cittadina aveva inteso annullare in autotutela due precedenti deliberazioni della stessa assemblea, ovvero la n° 6 del 18 febbraio 2009 e la n° 16 del 26 marzo 2013.
La vicenda legale ha avuto inizio nel momento in cui Minervini costruzioni ha deciso di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale ritenendo l'annullamento delle precedenti delibere un "eccesso di potere" e una "violazione di legge" da parte del Comune. I giudici di primo grado hanno dato ragione all'azienda: l'Ente ha quindi presentato appello al Consiglio di Stato che, con sentenza pubblicata il 4 novembre, ha ribadito la decisione del Tar di Bari.
L'effetto di quanto disposto, in termini concreti, è il ripristino della vigenza delle previsioni del Piano regolatore e dei relativi piani particolareggiati secondo quanto stabilito dalle originarie delibere del consiglio comunale di Giovinazzo risalenti al 2009 e al 2013. Minevini costruzioni ha promosso, all'epoca, la procedura di formazione di un comparto edilizio comprendente suoli di sua proprietà per la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali.