Zona Asi, le aree coltivate liberate dal vincolo di destinazione industriale

Giovedì l'assemblea a cui hanno partecipato Tommaso Depalma e Ruggero Iannone

sabato 29 aprile 2017 04.30
Circa un anno fa, grazie al Patto per lo Sviluppo per la Città Metropolitana di Bari, siglato nel capoluogo dall'allora Premier, Matteo Renzi, e dal Sindaco metropolitano, Antonio Decaro, si decise che sarebbero fluiti in Puglia copiosi fondi governativi per il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi.

Attraverso il Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale, a Giovinazzo e Bitonto sarebbero giunti 15 milioni di euro, equamente ripartiti in 7.5 milioni.

Giovedì scorso, durante l'assemblea ASI, a cui partecipano anche i Comuni di Bari, Modugno e Molfetta, oltre che i rappresentanti economici territoriali della Camera di Commercio e degli industriali, è stata accolta una proposta formulata da Bitonto e Giovinazzo e riferita all'investimento previsto con il "Patto Metropolitano".

A quell'incontro, a rappresentare Giovinazzo c'erano il Sindaco, Tommaso Depalma, ed il Presidente della Commissione Consigliare sull'ASI, il Consigliere Ruggero Iannone. Durante i lavori si è deciso quindi che quei 15 milioni di euro saranno utilizzati per migliorare le dotazioni esistenti e predisporre le reti di urbanizzazione, dove effettivamente necessarie e in maniera razionale, in modo da evitare opere incomplete o addirittura inutili.

Ma una delle novità più attese nella nostra cittadina è giunta contestualmente. L'Assemblea ASI ha infatti deciso di accogliere la richiesta di liberare dal vincolo di destinazione industriale le aree, attualmente destinate a produzioni agricole, su cui risulta inutile immaginare un'ulteriore espansione della dell'Area di Sviluppo Industriale.

In tal modo, con la modifica del Piano regolatore della zona ASI, si potranno liberare i suoli agricoli di tanti proprietari che sono costretti a subire una elevate pressione fiscale ed a versare rilevanti somme legate alla destinazione "edificabile" dei terreni. Situazione, questa, ben più onerosa rispetto all'uso agricolo effettivamente sussistente da anni e che ha dato origine a grande malcontento negli ultimi anni.