Violenze sessuali e botte ai figli piccoli: il Tribunale di Bari condanna i genitori
I piccoli, di 5 e 9 anni, erano costretti a compiere e subire atti sessuali. 12 anni di reclusione al padre, 3 alla madre
sabato 6 luglio 2019
21.09
Il Tribunale di Bari ha condannato rispettivamente alle pene di 12 anni e 3 anni di reclusione marito e moglie del nord barese, ritenuti responsabili a vario titolo di violenza sessuale pluriaggravata e maltrattamenti sui figli minorenni di 5 e 9 anni.
Stando alle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, coordinate dal pubblico ministero Simona Filoni, fin dalla loro tenera età i due bambini, affetti da problemi psichici, sarebbero stati indotti a compiere ed a subire atti sessuali, ad assistere ai rapporti dei genitori e in alcune occasioni coinvolti attivamente negli stessi, a guardare film pornografici e a subire quotidianamente maltrattamenti fisici, botte, schiaffi e morsi, e facendoli vivere in una condizione di scarsa igiene e non sana nutrizione.
I due bambini sarebbero stati trattati come «oggetti», veri e propri «strumenti di piacere» nelle mani dell'uomo che li definiva «di sua proprietà» è scritto nelle imputazioni. I coniugi furono arrestati nel novembre 2017, il marito in carcere e la moglie ai domiciliari. Attualmente l'uomo, difeso dall'avvocato Iliana Carrieri, è agli arresti domiciliari mette la donna, difesa dall'avvocato Giuseppe Arzillo, è libera.
In particolare i giudici baresi hanno ritenuto il marito responsabile di violenza sessuale e dei presunti maltrattamenti, la donna solo di maltrattamenti mediante omissione (assolta per non aver commesso il fatto dagli abusi sessuali). Entrambi sono stati assolti «perché il fatto non sussiste» dall'accusa di corruzione di minorenni. Tra le pene accessorie, all'uomo è stata sospesa la potestà genitoriale.
La maggior parte delle condotte sarebbe stata opera del padre, «con il coinvolgimento morale» della madre, «la quale - si legge negli atti - non solo assisteva agli abusi sessuali plurimi commessi dal marito in danno dei figli, ma non si attivava in alcun modo affinché gli stessi avessero fine».
L'inchiesta penale partì nel luglio 2016, dopo il collocamento dei bambini in comunità su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Bari, grazie soprattutto alle segnalazioni degli educatori della struttura. Nel processo l'accusa è stata rappresentata dal pubblico ministero Ignazio Abbadessa.
Le motivazioni della sentenza di condanna si conosceranno tra 90 giorni. I difensori degli imputati annunciano già oggi che ricorreranno in Appello.
Stando alle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, coordinate dal pubblico ministero Simona Filoni, fin dalla loro tenera età i due bambini, affetti da problemi psichici, sarebbero stati indotti a compiere ed a subire atti sessuali, ad assistere ai rapporti dei genitori e in alcune occasioni coinvolti attivamente negli stessi, a guardare film pornografici e a subire quotidianamente maltrattamenti fisici, botte, schiaffi e morsi, e facendoli vivere in una condizione di scarsa igiene e non sana nutrizione.
I due bambini sarebbero stati trattati come «oggetti», veri e propri «strumenti di piacere» nelle mani dell'uomo che li definiva «di sua proprietà» è scritto nelle imputazioni. I coniugi furono arrestati nel novembre 2017, il marito in carcere e la moglie ai domiciliari. Attualmente l'uomo, difeso dall'avvocato Iliana Carrieri, è agli arresti domiciliari mette la donna, difesa dall'avvocato Giuseppe Arzillo, è libera.
In particolare i giudici baresi hanno ritenuto il marito responsabile di violenza sessuale e dei presunti maltrattamenti, la donna solo di maltrattamenti mediante omissione (assolta per non aver commesso il fatto dagli abusi sessuali). Entrambi sono stati assolti «perché il fatto non sussiste» dall'accusa di corruzione di minorenni. Tra le pene accessorie, all'uomo è stata sospesa la potestà genitoriale.
La maggior parte delle condotte sarebbe stata opera del padre, «con il coinvolgimento morale» della madre, «la quale - si legge negli atti - non solo assisteva agli abusi sessuali plurimi commessi dal marito in danno dei figli, ma non si attivava in alcun modo affinché gli stessi avessero fine».
L'inchiesta penale partì nel luglio 2016, dopo il collocamento dei bambini in comunità su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Bari, grazie soprattutto alle segnalazioni degli educatori della struttura. Nel processo l'accusa è stata rappresentata dal pubblico ministero Ignazio Abbadessa.
Le motivazioni della sentenza di condanna si conosceranno tra 90 giorni. I difensori degli imputati annunciano già oggi che ricorreranno in Appello.