Vincenzo Conticello: il coraggio e l'impegno
Il racconto del testimone di giustizia che ha conquistato gli studenti dello "Spinelli"
venerdì 18 novembre 2016
Un racconto dettagliato ed al tempo stesso appassionato è stato quello che ha tenuto con il fiato sospeso per circa un'ora e trenta l'uditorio della gremitissima Sala San Felice. È stato il racconto di una storia vera, di chi ha avuto il coraggio di dire un secco "no" ad un sistema radicato e purtroppo accettato da larghe fasce della popolazione.
Il suo protagonista, Vincenzo Conticello (di cui vi forniamo una foto di qualche anno fa per ragioni di sicurezza), testimone di giustizia, è intervenuto ieri sera in un incontro promosso dal Comune di Giovinazzo e dedicato in particolar modo ai ragazzi del Liceo Classico Scientifico "M. Spinelli".
Imprenditore di successo, portatore di idee lungimiranti e di valori di legalità, Conticello dirigeva l'azienda di famiglia, l'Antica Focacceria San Francesco di Palermo. Un'attività che aveva visto crescere ben cinque generazioni ed era rimasta in vita per più di centottanta anni, crescendo notevolmente sotto la sua gestione ed arrivando a dare lavoro a seicento persone. A rompere drammaticamente l'idillio, l'imposizione del pagamento del pizzo, quel "mettersi in regola" intimato dagli "amici della zona", a cui Conticello si è opposto categoricamente, rifiutandosi di pagare ad ogni intimidazione e non stancandosi mai di denunciare. Una decisione coraggiosa la sua, che ha permesso di arrestare i malavitosi sei mesi dopo e di confiscare i loro beni.
Conticello ha ripercorso tutti i momenti chiave della sua storia con voce ferma ed estrema lucidità. Dall'escalation di atti intimidatori, minacce e violenza, avvenute nell'indifferenza più totale degli altri commercianti e dell'intera cittadinanza, e dal tentativo di rimanere ostinatamente nella propria città, fino alla dolorosa decisione di partire e di accettare la protezione. Una misura questa, necessaria ed inevitabile, ma molto spesso insufficiente, perché carente nei mezzi messi a disposizione.
Particolarmente commovente, poi, la riflessione sul silenzio che caratterizza la sua vita dopo la denuncia, in risposta ad una domanda formulata dal Direttore della nostra testata, Gianluca Battista. Un silenzio «inevitabile», in cui forte si avverte il grido della solitudine, ma che si rivela propizio alla riflessione ed al ricordo delle belle esperienze passate.
«La Mafia persevera, lo Stato dimentica», ha affermato con forza il testimone di giustizia palermitano. «Lo Stato ha tante componenti – ha poi proseguito – ed una fondamentale è rappresentata da noi cittadini. Lo Stato siete voi – ha poi concluso rivolgendosi agli studenti – che, con la presa di coscienza dell'illegalità di certi comportamenti e la scelta consapevole di intraprendere sempre le strade della giustizia, potete promuovere il cambiamento e spazzare via la mentalità mafiosa, in ogni sua forma».
Fermamente convinti dell'alto valore didattico dell'incontro anche l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Michele Sollecito, il Prof. Francesco Minervini, che ha moderato la serata dialogando con Vincenzo Conticello, ed Sindaco, Tommaso Depalma, venuto a porgere i propri saluti all'ospite. «Siamo la città che viviamo – ha concluso l'incontro Sollecito – e fino a quando ci impegneremo a vivere gli spazi comuni e ad incontrarci per discutere, potremo dire di essere parte di una realtà che sa reagire».
Il suo protagonista, Vincenzo Conticello (di cui vi forniamo una foto di qualche anno fa per ragioni di sicurezza), testimone di giustizia, è intervenuto ieri sera in un incontro promosso dal Comune di Giovinazzo e dedicato in particolar modo ai ragazzi del Liceo Classico Scientifico "M. Spinelli".
Imprenditore di successo, portatore di idee lungimiranti e di valori di legalità, Conticello dirigeva l'azienda di famiglia, l'Antica Focacceria San Francesco di Palermo. Un'attività che aveva visto crescere ben cinque generazioni ed era rimasta in vita per più di centottanta anni, crescendo notevolmente sotto la sua gestione ed arrivando a dare lavoro a seicento persone. A rompere drammaticamente l'idillio, l'imposizione del pagamento del pizzo, quel "mettersi in regola" intimato dagli "amici della zona", a cui Conticello si è opposto categoricamente, rifiutandosi di pagare ad ogni intimidazione e non stancandosi mai di denunciare. Una decisione coraggiosa la sua, che ha permesso di arrestare i malavitosi sei mesi dopo e di confiscare i loro beni.
Conticello ha ripercorso tutti i momenti chiave della sua storia con voce ferma ed estrema lucidità. Dall'escalation di atti intimidatori, minacce e violenza, avvenute nell'indifferenza più totale degli altri commercianti e dell'intera cittadinanza, e dal tentativo di rimanere ostinatamente nella propria città, fino alla dolorosa decisione di partire e di accettare la protezione. Una misura questa, necessaria ed inevitabile, ma molto spesso insufficiente, perché carente nei mezzi messi a disposizione.
Particolarmente commovente, poi, la riflessione sul silenzio che caratterizza la sua vita dopo la denuncia, in risposta ad una domanda formulata dal Direttore della nostra testata, Gianluca Battista. Un silenzio «inevitabile», in cui forte si avverte il grido della solitudine, ma che si rivela propizio alla riflessione ed al ricordo delle belle esperienze passate.
«La Mafia persevera, lo Stato dimentica», ha affermato con forza il testimone di giustizia palermitano. «Lo Stato ha tante componenti – ha poi proseguito – ed una fondamentale è rappresentata da noi cittadini. Lo Stato siete voi – ha poi concluso rivolgendosi agli studenti – che, con la presa di coscienza dell'illegalità di certi comportamenti e la scelta consapevole di intraprendere sempre le strade della giustizia, potete promuovere il cambiamento e spazzare via la mentalità mafiosa, in ogni sua forma».
Fermamente convinti dell'alto valore didattico dell'incontro anche l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Michele Sollecito, il Prof. Francesco Minervini, che ha moderato la serata dialogando con Vincenzo Conticello, ed Sindaco, Tommaso Depalma, venuto a porgere i propri saluti all'ospite. «Siamo la città che viviamo – ha concluso l'incontro Sollecito – e fino a quando ci impegneremo a vivere gli spazi comuni e ad incontrarci per discutere, potremo dire di essere parte di una realtà che sa reagire».