Villa Giustina, interviene Ruggero Iannone
Il Consigliere forzista: «Corretta l'azione del Comune per non incorrere in danno erariale»
sabato 11 marzo 2017
Villa Giustina e l'annoso problema del "buco" in via del Ciuccio. Anche il Consiglio Comunale se ne è occupato il 7 marzo scorso, con le comunicazioni del Sindaco, Tommaso Depalma, e dell'Assessore al Patrimonio, Gaetano Depalo.
L'Ente sta predisponendo tutto affinché possa tornare in possesso del suolo dove avrebbe dovuto sorgere la clinica mai edificata e quindi mai aperta. Sulla vicenda, durante la massima assise cittadina, è tornato anche Ruggero Iannone, Consigliere di Forza Italia, che ha voluto precisare alcuni passaggi, appoggiando la scelta del Comune perché l'Ente non potrebbe più attendere, andando incontro ad un possibile danno erariale paventabile dalla Corte dei Conti.
LA STORIA - «Il 27 dicembre del 1999 - ci ha detto Iannone -, il Consiglio Comunale, con delibera n. 114, approvò in via definitiva il piano particolareggiato della maglia AS 15 di P.R.G.. Con delibera n.3 del commissario prefettizio veniva approvata così la variante al piano particolareggiato riguardante il lotto 3, dandone destinazione di realizzazione di una struttura sanitaria privata.
Nel 2000 - ha proseguito -, precisamente a gennaio e febbraio, la società Casa di Cura Villa Giustina Srl presentò due istanze per la realizzazione in proprio di una struttura sanitaria ed il 28 marzo di quell'anno quella istanza fu accolta dall'allora Amministrazione comunale».
Grazie al suo bagaglio di ricordi relativi alla vita amministrativa, il Consigliere forzista sottolinea anche che «il 3 maggio del 2000 veniva stipulato il relativo atto di convenzione repertorio n.158.342 tra il Comune e la società, che prevedeva in via definitiva il trasferimento all'Ente del diritto di proprietà del suolo ed il Comune, a sua volta, concedeva alla società per 99 anni, salvo rinnovo, il diritto di superficie. Il tutto - precisa Iannone - a decorrere alla data del rilascio del certificato di agibilità della struttura realizzata, vale a dire a clinica ultimata».
Da quella data in poi ci sono stati una serie di atti (varianti al progetto ed al piano particolareggiato, nonché chiarimenti della Regione Puglia ecc.) che hanno ritardato la realizzazione di questa struttura sanitaria.
Il 13 agosto del 2004 venne rilasciata, da parte del dirigente dell'Ufficio Tecnico comunale, la concessione edilizia. Si poteva finalmente costruire.
«Nell'atto di convenzione - riprende a spiegare Iannone - la società si impegnava ad iniziare i lavori di costruzione dell'edificio entro un anno dal rilascio della concessione edilizia e portarli a termine entro tre anni successivi. Nella convenzione erano previste ,oltre al rilascio al Comune di polizza fideiussoria di un miliardo di vecchie lire, con svincolo a cura del Comune dopo la realizzazione dell'intero complesso e verifica degli obblighi contrattuali, anche una penale di un milione di lire per ogni giorno di ritardo nell'ultimazione dei lavori».
Gli intoppi alla costruzione, tuttavia, non mancarono nemmeno allora, date anche le richieste di varianti al progetto precedente con aumento di volumetria, tanto per fare un esempio.
Così a maggio del 2007, fu il dirigente dell'Ufficio Tecnico, l'architetto Ezio Turturro, ad inviare una formale nota di diffida di inizio lavori alla società Casa di Cura Villa Giustina, che in precedenza aveva comunicato l'inizio del cantiere in data 15 ottobre 2005.
«Nel frattempo - racconta ancora Iannone - la società Medicol di Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna, acquistò le quote societarie di Casa di Cura Villa Giustina Srl, diventando automaticamente il nuovo interlocutore e subentrando di diritto nel rapporto contrattuale con il Comune di Giovinazzo». Sollecito, richieste di incontri e diffide non bastarono all'Ente di piazza Vittorio Emanuele II a far partire i lavori, anche in questo caso.
Negli scorsi mesi, e siamo ai giorni nostri, l'Assessore al Patrimonio, Gaetano Depalo, e l'Amministrazione comunale hanno inviato una lettera alla società, riconfermando il diritto di proprietà del Comune, la perdita del diritto di superficie per la società Medicol e l'intimazione alla messa in sicurezza del sito. La preoccupazione, prospettata in Aula il 7 marzo anche dai Consiglieri di opposizione, è che l'Ente potrebbe anche incappare in quel temutissimo danno erariale da evitare ad ogni costo.
Dalle indagini e dagli accertamenti effettuati dall'attuale Amministrazione, parrebbero essere emersi alcuni aspetti particolari di una vicenda già surreale: in primis, sono scaduti i termini entro i quali l'iniziale soggetto attuatore dell'opera Villa Giustina Srl e la subentrata Medicol avrebbero dovuto iniziare i lavori dell'intervento edilizio (ed è cosa notissima), ma aspetto ancor più importante, non sarebbe stato richiesto, finora, il pagamento della penale di 1 milione di vecchie lire, per ogni giorno di ritardo a seguito della mancata realizzazione dell'opera dopo la concessione edilizia.
Iannone rincara la dose e sottolinea come non sia stata escussa nemmeno la fideiussione che aveva scadenza 8 maggio 2004.
LA POSIZIONE DI IANNONE - «La vecchia società Villa Giustina - ha voluto evidenziare il Consigliere di Forza Italia - era proprietaria a Molfetta di una clinica privata convenzionata con la Regione Puglia per circa 60 posti. Poiché quella struttura non era più idonea ai nuovi standard sanitari e per evitare la chiusura definitiva, la società fece istanza al Comune di Giovinazzo per la realizzazione di una struttura socio-sanitaria in quell'area, di proprietà di uno dei soci della stessa.
Quell'impegno finanziario - è il parere di Iannone - risultò essere notevole e, non avendo la possibilità di realizzare la clinica, i soci cedettero l'azienda alla Medicol, che diventando titolare della convenzione sanitaria pensò di poter ottenere dalla stessa Regione un aumento di posti letto, avendo altre strutture ospedaliere convenzionate con l'Ente di via Capruzzi.
L'autorizzazione da parte della Regione non è mai arrivata. Anzi - rimarca Iannone - nel frattempo è cambiata la legge sanitaria regionale e la Medicol, a mio avviso, non ha più saputo come risolvere questa ingarbugliata matassa, nonostante abbia presentato progetti di variante al Comune, che prevedevano aumenti di volumetrie per la realizzazione di n. 120 posti letto.
Varianti approvate dall'Aministrazione precedente - evidenzia il Consigliere azzurro -, ma la matassa è rimasta ugualmente ingarbugliata.
Pertanto, penso - ha detto Iannone - che fosse opportuno già da tempo che il Comune prendesse la decisione di revocare la concessione edilizia e richiedesse il risarcimento dei danni, azione mai effettuata dalle precedenti Amministrazioni.
L'attuale Amministrazione, invece, si sta assumendo questa responsabilità per non incorrere in un danno erariale che ci potrebbe essere inflitto da parte della Corte dei Conti. A proposito e guarda caso - ha ironizzato - la società Medicol ha chiesto un incontro a breve con il nostro Comune. Chissà, qualche piccione viaggiatore avrà informato la società del Consiglio Comunale del 7 marzo?», è stata la battuta definitiva.
L'Ente sta predisponendo tutto affinché possa tornare in possesso del suolo dove avrebbe dovuto sorgere la clinica mai edificata e quindi mai aperta. Sulla vicenda, durante la massima assise cittadina, è tornato anche Ruggero Iannone, Consigliere di Forza Italia, che ha voluto precisare alcuni passaggi, appoggiando la scelta del Comune perché l'Ente non potrebbe più attendere, andando incontro ad un possibile danno erariale paventabile dalla Corte dei Conti.
LA STORIA - «Il 27 dicembre del 1999 - ci ha detto Iannone -, il Consiglio Comunale, con delibera n. 114, approvò in via definitiva il piano particolareggiato della maglia AS 15 di P.R.G.. Con delibera n.3 del commissario prefettizio veniva approvata così la variante al piano particolareggiato riguardante il lotto 3, dandone destinazione di realizzazione di una struttura sanitaria privata.
Nel 2000 - ha proseguito -, precisamente a gennaio e febbraio, la società Casa di Cura Villa Giustina Srl presentò due istanze per la realizzazione in proprio di una struttura sanitaria ed il 28 marzo di quell'anno quella istanza fu accolta dall'allora Amministrazione comunale».
Grazie al suo bagaglio di ricordi relativi alla vita amministrativa, il Consigliere forzista sottolinea anche che «il 3 maggio del 2000 veniva stipulato il relativo atto di convenzione repertorio n.158.342 tra il Comune e la società, che prevedeva in via definitiva il trasferimento all'Ente del diritto di proprietà del suolo ed il Comune, a sua volta, concedeva alla società per 99 anni, salvo rinnovo, il diritto di superficie. Il tutto - precisa Iannone - a decorrere alla data del rilascio del certificato di agibilità della struttura realizzata, vale a dire a clinica ultimata».
Da quella data in poi ci sono stati una serie di atti (varianti al progetto ed al piano particolareggiato, nonché chiarimenti della Regione Puglia ecc.) che hanno ritardato la realizzazione di questa struttura sanitaria.
Il 13 agosto del 2004 venne rilasciata, da parte del dirigente dell'Ufficio Tecnico comunale, la concessione edilizia. Si poteva finalmente costruire.
«Nell'atto di convenzione - riprende a spiegare Iannone - la società si impegnava ad iniziare i lavori di costruzione dell'edificio entro un anno dal rilascio della concessione edilizia e portarli a termine entro tre anni successivi. Nella convenzione erano previste ,oltre al rilascio al Comune di polizza fideiussoria di un miliardo di vecchie lire, con svincolo a cura del Comune dopo la realizzazione dell'intero complesso e verifica degli obblighi contrattuali, anche una penale di un milione di lire per ogni giorno di ritardo nell'ultimazione dei lavori».
Gli intoppi alla costruzione, tuttavia, non mancarono nemmeno allora, date anche le richieste di varianti al progetto precedente con aumento di volumetria, tanto per fare un esempio.
Così a maggio del 2007, fu il dirigente dell'Ufficio Tecnico, l'architetto Ezio Turturro, ad inviare una formale nota di diffida di inizio lavori alla società Casa di Cura Villa Giustina, che in precedenza aveva comunicato l'inizio del cantiere in data 15 ottobre 2005.
«Nel frattempo - racconta ancora Iannone - la società Medicol di Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna, acquistò le quote societarie di Casa di Cura Villa Giustina Srl, diventando automaticamente il nuovo interlocutore e subentrando di diritto nel rapporto contrattuale con il Comune di Giovinazzo». Sollecito, richieste di incontri e diffide non bastarono all'Ente di piazza Vittorio Emanuele II a far partire i lavori, anche in questo caso.
Negli scorsi mesi, e siamo ai giorni nostri, l'Assessore al Patrimonio, Gaetano Depalo, e l'Amministrazione comunale hanno inviato una lettera alla società, riconfermando il diritto di proprietà del Comune, la perdita del diritto di superficie per la società Medicol e l'intimazione alla messa in sicurezza del sito. La preoccupazione, prospettata in Aula il 7 marzo anche dai Consiglieri di opposizione, è che l'Ente potrebbe anche incappare in quel temutissimo danno erariale da evitare ad ogni costo.
Dalle indagini e dagli accertamenti effettuati dall'attuale Amministrazione, parrebbero essere emersi alcuni aspetti particolari di una vicenda già surreale: in primis, sono scaduti i termini entro i quali l'iniziale soggetto attuatore dell'opera Villa Giustina Srl e la subentrata Medicol avrebbero dovuto iniziare i lavori dell'intervento edilizio (ed è cosa notissima), ma aspetto ancor più importante, non sarebbe stato richiesto, finora, il pagamento della penale di 1 milione di vecchie lire, per ogni giorno di ritardo a seguito della mancata realizzazione dell'opera dopo la concessione edilizia.
Iannone rincara la dose e sottolinea come non sia stata escussa nemmeno la fideiussione che aveva scadenza 8 maggio 2004.
LA POSIZIONE DI IANNONE - «La vecchia società Villa Giustina - ha voluto evidenziare il Consigliere di Forza Italia - era proprietaria a Molfetta di una clinica privata convenzionata con la Regione Puglia per circa 60 posti. Poiché quella struttura non era più idonea ai nuovi standard sanitari e per evitare la chiusura definitiva, la società fece istanza al Comune di Giovinazzo per la realizzazione di una struttura socio-sanitaria in quell'area, di proprietà di uno dei soci della stessa.
Quell'impegno finanziario - è il parere di Iannone - risultò essere notevole e, non avendo la possibilità di realizzare la clinica, i soci cedettero l'azienda alla Medicol, che diventando titolare della convenzione sanitaria pensò di poter ottenere dalla stessa Regione un aumento di posti letto, avendo altre strutture ospedaliere convenzionate con l'Ente di via Capruzzi.
L'autorizzazione da parte della Regione non è mai arrivata. Anzi - rimarca Iannone - nel frattempo è cambiata la legge sanitaria regionale e la Medicol, a mio avviso, non ha più saputo come risolvere questa ingarbugliata matassa, nonostante abbia presentato progetti di variante al Comune, che prevedevano aumenti di volumetrie per la realizzazione di n. 120 posti letto.
Varianti approvate dall'Aministrazione precedente - evidenzia il Consigliere azzurro -, ma la matassa è rimasta ugualmente ingarbugliata.
Pertanto, penso - ha detto Iannone - che fosse opportuno già da tempo che il Comune prendesse la decisione di revocare la concessione edilizia e richiedesse il risarcimento dei danni, azione mai effettuata dalle precedenti Amministrazioni.
L'attuale Amministrazione, invece, si sta assumendo questa responsabilità per non incorrere in un danno erariale che ci potrebbe essere inflitto da parte della Corte dei Conti. A proposito e guarda caso - ha ironizzato - la società Medicol ha chiesto un incontro a breve con il nostro Comune. Chissà, qualche piccione viaggiatore avrà informato la società del Consiglio Comunale del 7 marzo?», è stata la battuta definitiva.