Via Marina, la Soprintendenza Archeologica risponde alla Pro Loco
Confermato il parere negativo sul progetto di abbassamento del marciapiede
lunedì 23 marzo 2015
02.05
Continua a far discutere il progetto di messa in sicurezza di via Marina. L'idea iniziale, portata avanti dai progettisti e dell'Amministrazione comunale, era quella che prevedeva un abbassamento del livello dell'attuale marciapiede, con alcune sedute che guardavano al mare.
La Soprintendenza Archeologica della Puglia, che ha sede a Taranto, con una nota inviata il 12 marzo scorso e protocollata dalla Pro Loco in data 17 marzo 2015, sollecitata a ribadire il suo punto di vista dall'associazione, ha ripetuto «a tutela delle strutture di fortificazione di età aragonese rinvenute sul lungomare di via Marina, il parere negativo già espresso con nota prot. n. 14.375 del 20 novembre .2014, nei confronti del quale non sono state formulate dalla stazione appaltante, e fa presente di essere in attesa di conoscere le valutazione della competente Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio», che in questo caso è quella barese.
I capitoli pregressi di questa storia sono contenuti nella relazione formulata dalla dott.ssa Maria Cioce, incaricata di appurare le implicazioni archeologiche del progetto stesso, e che è stata protocollata dal Comune di Giovinazzo in data 25 novembre 2014. In quella relazione, la Soprintendenza ionica evidenziava come fossero stati effettuati «tre saggi di scavo preventivi alla realizzazione del progetto di messa in sicurezza della passeggiata sul lungomare storico», portando alla luce «imponenti strutture riferibili alla cinta muraria della cinta aragonese». Tali mura avrebbero uno spessore di 1,80 metri, ma quel che più conta nel parere espresso è che «non si ritiene di potere autorizzare il progetto in quanto lo stesso, prevedendo un abbassamento della quota fino a -1,60 m dell'attuale marciapiede, comporterebbe la demolizione delle mura antiche rinvenute».
Una gatta da pelare non da poco, visto che la politica locale vede nel rilancio di via Marina un appuntamento importante del proprio calendario legato ai lavori pubblici. Ed ecco che i progettisti, gli architetti Fernando e Riccardo Russo, avevano voluto precisare, in una loro missiva protocollata in Comune, che «la quota non è di -1,60 metri, come indicato nella nota della Soprintendenza, ma si attesta a -0,65 metri rispetto all'attuale quota di via Marina, come si evidenzia nelle tavole del progetto E05 ed E11».
La nuova risposta della Soprintendenza Archeologica della Puglia giunta alla Pro Loco, interessatasi della vicenda sin dal principio, pone nuovi interrogativi, con cui l'Amministrazione comunale dovrà confrontarsi. In attesa di eventuali nuovi capitoli della vicenda, ci permettiamo di sottolineare qualcosa di banale e palese ai più: Giovinazzo vuol tornare a mostrarsi in tutta la sua bellezza. Sono troppi i cantieri che devono essere sbloccati. Ma quel che conta di più è che bisogna farlo in fretta e nel massimo rispetto del nostro immenso patrimonio storico, architettonico ed archeologico. Ai tecnici ed alla politica l'arduo compito di non far ripetere il canovaccio tragicomico, sebbene maturato per motivazioni assai diverse, che, a cavallo tra due legislature, ha portato all'ingabbiamento del Lungomare Marina Italiana.
La Soprintendenza Archeologica della Puglia, che ha sede a Taranto, con una nota inviata il 12 marzo scorso e protocollata dalla Pro Loco in data 17 marzo 2015, sollecitata a ribadire il suo punto di vista dall'associazione, ha ripetuto «a tutela delle strutture di fortificazione di età aragonese rinvenute sul lungomare di via Marina, il parere negativo già espresso con nota prot. n. 14.375 del 20 novembre .2014, nei confronti del quale non sono state formulate dalla stazione appaltante, e fa presente di essere in attesa di conoscere le valutazione della competente Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio», che in questo caso è quella barese.
I capitoli pregressi di questa storia sono contenuti nella relazione formulata dalla dott.ssa Maria Cioce, incaricata di appurare le implicazioni archeologiche del progetto stesso, e che è stata protocollata dal Comune di Giovinazzo in data 25 novembre 2014. In quella relazione, la Soprintendenza ionica evidenziava come fossero stati effettuati «tre saggi di scavo preventivi alla realizzazione del progetto di messa in sicurezza della passeggiata sul lungomare storico», portando alla luce «imponenti strutture riferibili alla cinta muraria della cinta aragonese». Tali mura avrebbero uno spessore di 1,80 metri, ma quel che più conta nel parere espresso è che «non si ritiene di potere autorizzare il progetto in quanto lo stesso, prevedendo un abbassamento della quota fino a -1,60 m dell'attuale marciapiede, comporterebbe la demolizione delle mura antiche rinvenute».
Una gatta da pelare non da poco, visto che la politica locale vede nel rilancio di via Marina un appuntamento importante del proprio calendario legato ai lavori pubblici. Ed ecco che i progettisti, gli architetti Fernando e Riccardo Russo, avevano voluto precisare, in una loro missiva protocollata in Comune, che «la quota non è di -1,60 metri, come indicato nella nota della Soprintendenza, ma si attesta a -0,65 metri rispetto all'attuale quota di via Marina, come si evidenzia nelle tavole del progetto E05 ed E11».
La nuova risposta della Soprintendenza Archeologica della Puglia giunta alla Pro Loco, interessatasi della vicenda sin dal principio, pone nuovi interrogativi, con cui l'Amministrazione comunale dovrà confrontarsi. In attesa di eventuali nuovi capitoli della vicenda, ci permettiamo di sottolineare qualcosa di banale e palese ai più: Giovinazzo vuol tornare a mostrarsi in tutta la sua bellezza. Sono troppi i cantieri che devono essere sbloccati. Ma quel che conta di più è che bisogna farlo in fretta e nel massimo rispetto del nostro immenso patrimonio storico, architettonico ed archeologico. Ai tecnici ed alla politica l'arduo compito di non far ripetere il canovaccio tragicomico, sebbene maturato per motivazioni assai diverse, che, a cavallo tra due legislature, ha portato all'ingabbiamento del Lungomare Marina Italiana.