Via Marina, l'Amministrazione dice la sua
Nota da Palazzo di Città per chiarire la posizione in merito alla sentenza del TAR Puglia sul ricorso di Archeo & Restauri
martedì 18 luglio 2017
Una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia del 27 maggio scorso ha condannato il Comune di Giovinazzo al pagamento delle spese e dei compensi nei confronti dell'azienda Archeo & Restauri, ricorrente dopo l'esclusione dall'esecuzione dei lavori su via Marina da parte dell'Ente di piazza Vittorio Emanuele II. Esclusione nel potere del Comune nei confronti della ditta vincitrice del bando, ha statuito la Corte di piazza Massari, ma che si sarebbe generata in maniera anomala.
Il TAR ha quindi accolto il ricorso dell'azienda, dopo numerose richieste di documentare quanto accaduto rivolte agli Uffici comunali, ma non le ha riconosciuto il danno di immagine.
A tal proposito e dopo la presa di posizione della coalizione capeggiata da Daniele de Gennaro (da noi pubblicata la scorsa settimana), il Comune ha voluto precisare quanto segue:
«6.800 euro. A tanto ammonta "il danno" relativo alla vicenda dei lavori di via Marina appaltati e poi revocati alla Archeo & Restauri - si legge nella nota ufficiale di Palazzo di Città -. Una vicenda ingarbugliata, come ha fatto notare lo stesso TAR, per via di un progetto approvato e per dei lavori appaltati senza che sull'opera si fossero compiuti i controlli necessari (i cosiddetti saggi archeologici) che invece sono stati condotti dopo aver appaltato i lavori previsti dagli artt. 95 (verifica preventiva dell'interesse archeologico in sede di progetto preliminare) e 96 (procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico), dell'allora vigente d.Lgs 163/2006, meglio noto come "Codice degli appalti"».
«La ricostruzione è semplice - continuano dall'Ente -. Il Comune di Giovinazzo disponeva, con determinazione dirigenziale n. 193 del 25.10.2013 (RG n. 782 del 27.11.2013) l'aggiudicazione definitiva, a favore della Archeo & Restauri, dell'appalto per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza della passeggiata di Via Marina. All'epoca dei fatti richiamati, il dirigente dell'Ufficio Tecnico era l'architetto Vincenzo Turturro - precisa la missiva non senza polemica - che individuò e affidò all'architetto Russo l'incarico della progettazione dell'opera.
Si legga, come riportato dalla sentenza - "In particolare accadeva che, a seguito di un esposto da parte dell'Associazione Pro Loco di Giovinazzo, in cui si constatava la mancata applicazione della procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico della zona interessata dai lavori e, conseguentemente, l'irrealizzabilità dell'opera, il Comune, e per esso il dirigente pro tempore del Settore Gestione del Territorio, disponeva la sospensione del procedimento di cantierizzazione e, con successiva determinazione dirigenziale a contrarre, avviava un'ulteriore procedura ristretta per l'esecuzione dei saggi archeologici sulla predetta area oggetto di manutenzione straordinaria"».
Poi un vero e proprio affondo, che rimarca le distanze tra l'attuale Amministrazione e l'operato dell'allora dirigente del settore: «Anche in riferimento all'opportunità e doverosità di disporre i saggi preventivi per verificare se l'opera da progettarsi era o meno cantierabile - scrivono gli amministratori -, il dirigente dell'ufficio tecnico, arch. Turturro, prima assegnava i lavori alla Archeo & Restauri s.r.l., poi li sospendeva ed affidava alla stessa Archeo, attraverso procedura ristretta, un lavoro, pagato, per verificare la sussistenza o meno dei requisiti tecnici per poter effettuare la messa per in sicurezza che evidentemente andavano fatti prima della aggiudicazione così come disposto dagli atti. 95-95 del decreto legislativo 163/2006.
Per sopperire alle carenze progettuali oggettive, l'Amministrazione Comunale, attraverso altro dirigente subentrato, trasmetteva alla Soprintendenza di Bari un nuovo elaborato progettuale, che veniva da quest'ultima approvato ed autorizzato, con nota prot. n. 2917 del 27.2.2015.
In data 9.4.2015, anche la Soprintendenza Archeologica di Taranto prendeva atto della variazione progettuale individuata e ne rappresentava l'idoneità alla tutela delle strutture archeologiche esistenti e rinvenute».
Dall'Amministrazione comunale si chiedono: «Dopo che la Soprintendenza si esprimeva a favore dell'opera rivisitata e variata, di fatto, chi ha causato, la richiesta di risarcimento per fortuna circoscritto al danno emergente e lucro cessate quantificato in 6.800 euro se non chi, nonostante le norme e l'opportunità le imponevano, ha omesso di verificare, attraverso i saggi, se il progetto poteva essere cantierizzato?
Meglio un minimo riconoscimento di un danno per mancato guadagno e ritardo nella esecuzione o piuttosto un' opera irrealizzabile che avrebbe sfregiato la passeggiata di Via Marina semplicemente perché non verificata prima - è la domanda pungente di Palazzo di Città -?
Adesso si potrà procedere all'apertura delle buste - continua la nota - e quindi all'aggiudicazione dei lavori per la messa in sicurezza. Ma si valuterà anche la possibilità di escutere le polizze a garanzia del primo progetto proposto».
Non ha mancato di esprimere la propria posizione Tommaso Depalma, il Sindaco che per diverso tempo ha trattenuto la delega ai Lavori Pubblici: «Il rischio di appaltare un'opera che avrebbe impattato pericolosamente su un patrimonio storico di immenso valore, come via Marina - ha detto -, non ha paragone, in termini economici, con quanto deciso dal TAR per indennizzare la ditta che non ha potuto più realizzare i lavori per i quali si era aggiudicata la procedura negoziata-
Resta l'amarezza - è la sua conclusione - per una vicenda che non doveva essere condotta così. Pur tuttavia, sono fiducioso perché a breve porteremo a termine i lavori di messa in sicurezza e toglieremo finalmente anche quelle transenne».
Il TAR ha quindi accolto il ricorso dell'azienda, dopo numerose richieste di documentare quanto accaduto rivolte agli Uffici comunali, ma non le ha riconosciuto il danno di immagine.
A tal proposito e dopo la presa di posizione della coalizione capeggiata da Daniele de Gennaro (da noi pubblicata la scorsa settimana), il Comune ha voluto precisare quanto segue:
«6.800 euro. A tanto ammonta "il danno" relativo alla vicenda dei lavori di via Marina appaltati e poi revocati alla Archeo & Restauri - si legge nella nota ufficiale di Palazzo di Città -. Una vicenda ingarbugliata, come ha fatto notare lo stesso TAR, per via di un progetto approvato e per dei lavori appaltati senza che sull'opera si fossero compiuti i controlli necessari (i cosiddetti saggi archeologici) che invece sono stati condotti dopo aver appaltato i lavori previsti dagli artt. 95 (verifica preventiva dell'interesse archeologico in sede di progetto preliminare) e 96 (procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico), dell'allora vigente d.Lgs 163/2006, meglio noto come "Codice degli appalti"».
«La ricostruzione è semplice - continuano dall'Ente -. Il Comune di Giovinazzo disponeva, con determinazione dirigenziale n. 193 del 25.10.2013 (RG n. 782 del 27.11.2013) l'aggiudicazione definitiva, a favore della Archeo & Restauri, dell'appalto per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza della passeggiata di Via Marina. All'epoca dei fatti richiamati, il dirigente dell'Ufficio Tecnico era l'architetto Vincenzo Turturro - precisa la missiva non senza polemica - che individuò e affidò all'architetto Russo l'incarico della progettazione dell'opera.
Si legga, come riportato dalla sentenza - "In particolare accadeva che, a seguito di un esposto da parte dell'Associazione Pro Loco di Giovinazzo, in cui si constatava la mancata applicazione della procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico della zona interessata dai lavori e, conseguentemente, l'irrealizzabilità dell'opera, il Comune, e per esso il dirigente pro tempore del Settore Gestione del Territorio, disponeva la sospensione del procedimento di cantierizzazione e, con successiva determinazione dirigenziale a contrarre, avviava un'ulteriore procedura ristretta per l'esecuzione dei saggi archeologici sulla predetta area oggetto di manutenzione straordinaria"».
Poi un vero e proprio affondo, che rimarca le distanze tra l'attuale Amministrazione e l'operato dell'allora dirigente del settore: «Anche in riferimento all'opportunità e doverosità di disporre i saggi preventivi per verificare se l'opera da progettarsi era o meno cantierabile - scrivono gli amministratori -, il dirigente dell'ufficio tecnico, arch. Turturro, prima assegnava i lavori alla Archeo & Restauri s.r.l., poi li sospendeva ed affidava alla stessa Archeo, attraverso procedura ristretta, un lavoro, pagato, per verificare la sussistenza o meno dei requisiti tecnici per poter effettuare la messa per in sicurezza che evidentemente andavano fatti prima della aggiudicazione così come disposto dagli atti. 95-95 del decreto legislativo 163/2006.
Per sopperire alle carenze progettuali oggettive, l'Amministrazione Comunale, attraverso altro dirigente subentrato, trasmetteva alla Soprintendenza di Bari un nuovo elaborato progettuale, che veniva da quest'ultima approvato ed autorizzato, con nota prot. n. 2917 del 27.2.2015.
In data 9.4.2015, anche la Soprintendenza Archeologica di Taranto prendeva atto della variazione progettuale individuata e ne rappresentava l'idoneità alla tutela delle strutture archeologiche esistenti e rinvenute».
Dall'Amministrazione comunale si chiedono: «Dopo che la Soprintendenza si esprimeva a favore dell'opera rivisitata e variata, di fatto, chi ha causato, la richiesta di risarcimento per fortuna circoscritto al danno emergente e lucro cessate quantificato in 6.800 euro se non chi, nonostante le norme e l'opportunità le imponevano, ha omesso di verificare, attraverso i saggi, se il progetto poteva essere cantierizzato?
Meglio un minimo riconoscimento di un danno per mancato guadagno e ritardo nella esecuzione o piuttosto un' opera irrealizzabile che avrebbe sfregiato la passeggiata di Via Marina semplicemente perché non verificata prima - è la domanda pungente di Palazzo di Città -?
Adesso si potrà procedere all'apertura delle buste - continua la nota - e quindi all'aggiudicazione dei lavori per la messa in sicurezza. Ma si valuterà anche la possibilità di escutere le polizze a garanzia del primo progetto proposto».
Non ha mancato di esprimere la propria posizione Tommaso Depalma, il Sindaco che per diverso tempo ha trattenuto la delega ai Lavori Pubblici: «Il rischio di appaltare un'opera che avrebbe impattato pericolosamente su un patrimonio storico di immenso valore, come via Marina - ha detto -, non ha paragone, in termini economici, con quanto deciso dal TAR per indennizzare la ditta che non ha potuto più realizzare i lavori per i quali si era aggiudicata la procedura negoziata-
Resta l'amarezza - è la sua conclusione - per una vicenda che non doveva essere condotta così. Pur tuttavia, sono fiducioso perché a breve porteremo a termine i lavori di messa in sicurezza e toglieremo finalmente anche quelle transenne».