Usura con tassi al 700%, condannati 5 affiliati al clan Strisciuglio
Gli arrestati avevano preso di mira un esercizio commerciale a Santo Spirito al quale erano riusciti a sottrarre oltre mezzo milione di euro
mercoledì 20 novembre 2019
12.00
Sono stati condannati a pene comprese tra i 6 anni e 8 mesi e i 3 anni di reclusione cinque pregiudicati a processo per usura ed estorsione con l'aggravante mafiosa.
Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, infatti, Annachiara Mastrorilli, ha condannato a pene comprese tra i 6 anni e 8 mesi e i 3 anni di reclusione cinque pregiudicati ritenuti vicini al clan Strisciuglio di Bari, imputati per usura ed estorsione con l'aggravante mafiosa per aver costretto due imprenditori baresi a pagare interessi fino al 730% annui, portando l'attività sull'orlo del fallimento.
La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Nel processo gli imprenditori si sono costituiti parte civile e hanno ottenuto il risarcimento dei danni da quantificarsi in separato giudizio civile.
La vicenda documentata dai Carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Lidia Giorgio, è iniziata nel 2012 con piccoli prestiti da restituire entro il mese, pena l'accumulo del residuo e il suo raddoppio.
Così in pochi anni i cinque sarebbero riusciti a sottrarre ai gestori di un bar di Santo Spirito la somma complessiva di oltre mezzo milione di euro, a fronte di prestiti di qualche decina di migliaia di euro, arrivando ad ottenere 800 euro al giorno di interessi.
Il giudice ha condannato i pregiudicati Vito Pascale alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione, Onofrio Caldarulo a 4 anni e 6 mesi, Maurizio Maino e Giovanni Valentino a 4 anni e Andrea Maisto a 3 anni di reclusione.
Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, infatti, Annachiara Mastrorilli, ha condannato a pene comprese tra i 6 anni e 8 mesi e i 3 anni di reclusione cinque pregiudicati ritenuti vicini al clan Strisciuglio di Bari, imputati per usura ed estorsione con l'aggravante mafiosa per aver costretto due imprenditori baresi a pagare interessi fino al 730% annui, portando l'attività sull'orlo del fallimento.
La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Nel processo gli imprenditori si sono costituiti parte civile e hanno ottenuto il risarcimento dei danni da quantificarsi in separato giudizio civile.
La vicenda documentata dai Carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Lidia Giorgio, è iniziata nel 2012 con piccoli prestiti da restituire entro il mese, pena l'accumulo del residuo e il suo raddoppio.
Così in pochi anni i cinque sarebbero riusciti a sottrarre ai gestori di un bar di Santo Spirito la somma complessiva di oltre mezzo milione di euro, a fronte di prestiti di qualche decina di migliaia di euro, arrivando ad ottenere 800 euro al giorno di interessi.
Il giudice ha condannato i pregiudicati Vito Pascale alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione, Onofrio Caldarulo a 4 anni e 6 mesi, Maurizio Maino e Giovanni Valentino a 4 anni e Andrea Maisto a 3 anni di reclusione.