Urbanistica e lavori pubblici da Natalicchio a Depalma
«Dieci anni di fatti, trenta mesi di chiacchiere e menzogne»
domenica 11 gennaio 2015
22.16
Agostino Albrizio, Giuseppe Altieri, Luigi Annese, Andrea Brancato, Giovanni Camporeale, Raffaele De Gaetano, Angelo Depalma, Michele Drago, Nicola Massari, Antonio Natalicchio, Maria Restivo, Carolina Serrone, Cosmo Damiano Stufano, Pasquale Tempesta, Gaetano Viscoso. Sono il sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali delle due passate amministrazioni.
Hanno voluto firmare un documento che spiega e fa il punto, su quella che è stata la loro gestione della cosa pubblica. Dall'urbanistica, alle opere pubbliche, all'ambiente. E hanno voluto pubblicare il loro documento all'indomani del consiglio comunale che ha visto la richiesta, votata all'unanimità dalla massima assise cittadina, di revoca dell'ordinanza sindacale che autorizzava i sopralzi di tre lotti della discarica di San Pietro Pago.
«Con la nostra azione - si legge nel documento - scongiurammo l'individuazione di un nuovo sito di discarica tra la via di Terlizzi e la via dell'Acquedotto Pugliese. Costruimmo uno dei primi impianti di biostabilizzazione in Puglia, acquisimmo a patrimonio pubblico gli impianti di trattamento e smaltimento di San Pietro Pago. Scrivemmo un piano di smaltimento che prevedeva impianti di bacino a Bari (biostabilizzazione e produzione di combustibile da rifiuto) e Giovinazzo (biostabilizzazione e bacino di soccorso). Aggiudicammo la gara per la realizzazione dei nuovi impianti di Giovinazzo, che rappresentavano, tra l'altro, un cospicuo attivo patrimoniale per le casse comunali. Regolammo i conti economici con la Daneco Impianti fino a quel contratto che Depalma ha vantato come suo, per essere finalmente sbugiardato dalle pagine di un periodico locale. Autorizzammo, è vero, lo smaltimento di volumi di rifiuti non previsti dai progetti originari nei lotti esistenti e in un nuovo lotto di emergenza (il cosiddetto sesto lotto), ma nel contesto di un percorso ben delineato di uscita da quell'emergenza e di strutturazione di una filiera moderna dello smaltimento».
Le puntualizzazioni i precedenti amministratori le fanno forse perché stanchi di essere additati come coloro che in 10 anni non hanno prodotto nulla per la comunità. «Bastava avere una minima consapevolezza dei fatti amministrativi - scrivono - per comprendere che il programma elettorale di Depalma, nel 2012, era un miscuglio velenoso di luoghi comuni ed errori, senza alcun reale significato di progetto amministrativo. Ma chi allora potè credere che si trattasse di un prodotto di "marketing" utile allo scopo, oggi non avrà difficoltà a concordare che quel guazzabuglio non era materiale propagandistico, ma l'esatta trasposizione dello stato di estrema ignoranza e confusione mentale di chi lo scrisse. Particolarmente sgradevole è il fatto che l'attuale amministrazione comunale menta apertamente, persino sulle date, a proposito delle vicende di urbanistica, ambiente e lavori pubblici e continui ad alimentare confusione nella testa dei cittadini a proposito del lavoro che abbiamo svolto tra il 2002 e il 2012».
A cominciare dall'urbanistica. «Sarà bene tenere a mente - continua il documento - che correggemmo un piano regolatore bloccato dalla presenza in esso di una lama, cioè di un'area sottoposta a vincolo idrogeologico, e restituimmo ai proprietari uno strumento su cui cominciare ad articolare piani di impresa e cooperative. Redigemmo la prima parte del piano urbanistico generale previsto dalle nuove normative scontando le fasi di ascolto e concertazione con la città. Costruimmo lo strumento per la gestione dei vincoli paesaggistici. Correggemmo le carte regionali del piano di assetto idrogeologico. Riportammo sulla retta via le vicende della nuova zona di edilizia cooperativa e convenzionata e rendemmo possibile la realizzazione di un intero nuovo quartiere. Svolgemmo ruolo di assistenza attiva alle aziende e agli studi di progettazione impegnati nella costruzione della zona artigianale D1.3 agevolandone la collocazione sul mercato attraverso la separazione tra lotti residenziali e lotti produttivi. Facemmo partire i cantieri della zona C1 ora in costruzione e gettato le basi del cantiere per l'area commerciale di via Toselli. Persino nella zona artigianale D1.1 segnalammo per tempo agli stessi proprietari le criticità che andavano emergendo in corso d'opera su alcune difformità edilizie che poi sono state ben diversamente rubricate dalla Procura della Repubblica di Bari nella vicenda giudiziaria in corso; quando ci costituimmo parte civile non chiedemmo risarcimenti ai cittadini come ha fatto Depalma (che pure aveva promesso ben altro), bensì approntammo, con l'aiuto degli avvocati, una memoria che è al fondamento di tutte le difese serie degli imputati nel procedimento penale». Quelli fin qui elencati sono atti preparatori per interventi che in qualche modo avrebbero potuto cambiare il volto di Giovinazzo. Parte dei quali sono poi diventati, o stanno diventando realtà.
E poi ci sono le opere pubbliche realizzate in quei 10 anni. «In materia di opere pubbliche realizzammo la nuova area mercatale, il recupero di Villa Spada, il recupero dell'ex mercato ortofrutticolo in collaborazione con la cooperativa Anthropos per la realizzazione di gruppi di appartamenti per il recupero di soggetti con patologie psichiatriche, la farmacia comunale, la piscina comunale, i nuovi spazi attrezzati per i minori e la recinzione di piazza Garibaldi, la manutenzione e messa a norma degli istituti scolastici (San Giovanni Bosco, Papa Giovanni XXIII, Aldo Moro, Guglielmo Marconi), le nuove palestre dei plessi San Giovanni Bosco e Papa Giovanni XXIII, il restauro del convento dei Francescani al calvario divenuto scuola di musica, la manutenzione straordinaria del nuovo Palasport, della copertura del vecchio Palasport e del campo Raffaele De Pergola, il centro diurno per disabili Anffas, il centro diurno per malati di Alzheimer, il completamento della rete di fogna bianca, l'ampliamento della rete di pubblica illuminazione in favore di zone cittadine che la attendevano da anni, la manutenzione straordinaria delle attrezzature per la pesca nel porticciolo, la messa a norma della condotta fognaria sulla via per Santo Spirito, il sottovia in via Bitonto e le due rotonde di raccordo, il ripristino e messa in sicurezza del cavalcaferrovia di via Terlizzi, oltre un milione di manutenzioni straordinarie di marciapiedi e strade cittadine, nuovi impianti semaforici, il nuovo mercato ittico giornaliero, la riqualificazione di piazza Sant'Agostino, il restauro della fontana dei Tritoni e dell'edicola di San Michele a piazza Costantinopoli, le altre "Idee in Piazza", la manutenzione straordinaria delle vie rurali, l'ampia opera di riqualificazione di verde pubblico, l'ampliamento del cimitero comunale. Tutto questo lo abbiamo fatto senza chiedere un centesimo ai cittadini e con lo stesso personale che ora (dopo 2 anni e mezzo) questi amministratori dicono essere inadatto e incompetente».
Ci sono ancora le opere pubbliche progettate e finanziate, lasciate in eredità agli attuali amministratori. «Depalma e i suoi, fino ad oggi - conclude il documento - dicono di aver pensato di realizzare il consolidamento della costa, la passeggiata lungo le mura di Traiano, la ciclovia lungo via Bari, il centro di raccolta dei rifiuti differenziati, le microcompostiere nelle scuole, l'efficientamento energetico del palazzo comunale. Tutto bene, ma sia chiaro che hanno pensato progetti finanziati che erano già agli atti del Comune di Giovinazzo quando furono eletti, perché ce li avevamo lasciati noi. L'unica loro realizzazione è stato un vorticoso cambio di assessori al ramo. Ben quattro in 30 mesi: Felice Piscitelli, Nicola Catalano, Salvatore Stallone e Elio Sannicandro. Facciamo pure cinque, visto che il sindaco e gli attuali amministratori si avvalgono dall'inizio della consulenza dell'ing. Francesco Balenzano».
Hanno voluto firmare un documento che spiega e fa il punto, su quella che è stata la loro gestione della cosa pubblica. Dall'urbanistica, alle opere pubbliche, all'ambiente. E hanno voluto pubblicare il loro documento all'indomani del consiglio comunale che ha visto la richiesta, votata all'unanimità dalla massima assise cittadina, di revoca dell'ordinanza sindacale che autorizzava i sopralzi di tre lotti della discarica di San Pietro Pago.
«Con la nostra azione - si legge nel documento - scongiurammo l'individuazione di un nuovo sito di discarica tra la via di Terlizzi e la via dell'Acquedotto Pugliese. Costruimmo uno dei primi impianti di biostabilizzazione in Puglia, acquisimmo a patrimonio pubblico gli impianti di trattamento e smaltimento di San Pietro Pago. Scrivemmo un piano di smaltimento che prevedeva impianti di bacino a Bari (biostabilizzazione e produzione di combustibile da rifiuto) e Giovinazzo (biostabilizzazione e bacino di soccorso). Aggiudicammo la gara per la realizzazione dei nuovi impianti di Giovinazzo, che rappresentavano, tra l'altro, un cospicuo attivo patrimoniale per le casse comunali. Regolammo i conti economici con la Daneco Impianti fino a quel contratto che Depalma ha vantato come suo, per essere finalmente sbugiardato dalle pagine di un periodico locale. Autorizzammo, è vero, lo smaltimento di volumi di rifiuti non previsti dai progetti originari nei lotti esistenti e in un nuovo lotto di emergenza (il cosiddetto sesto lotto), ma nel contesto di un percorso ben delineato di uscita da quell'emergenza e di strutturazione di una filiera moderna dello smaltimento».
Le puntualizzazioni i precedenti amministratori le fanno forse perché stanchi di essere additati come coloro che in 10 anni non hanno prodotto nulla per la comunità. «Bastava avere una minima consapevolezza dei fatti amministrativi - scrivono - per comprendere che il programma elettorale di Depalma, nel 2012, era un miscuglio velenoso di luoghi comuni ed errori, senza alcun reale significato di progetto amministrativo. Ma chi allora potè credere che si trattasse di un prodotto di "marketing" utile allo scopo, oggi non avrà difficoltà a concordare che quel guazzabuglio non era materiale propagandistico, ma l'esatta trasposizione dello stato di estrema ignoranza e confusione mentale di chi lo scrisse. Particolarmente sgradevole è il fatto che l'attuale amministrazione comunale menta apertamente, persino sulle date, a proposito delle vicende di urbanistica, ambiente e lavori pubblici e continui ad alimentare confusione nella testa dei cittadini a proposito del lavoro che abbiamo svolto tra il 2002 e il 2012».
A cominciare dall'urbanistica. «Sarà bene tenere a mente - continua il documento - che correggemmo un piano regolatore bloccato dalla presenza in esso di una lama, cioè di un'area sottoposta a vincolo idrogeologico, e restituimmo ai proprietari uno strumento su cui cominciare ad articolare piani di impresa e cooperative. Redigemmo la prima parte del piano urbanistico generale previsto dalle nuove normative scontando le fasi di ascolto e concertazione con la città. Costruimmo lo strumento per la gestione dei vincoli paesaggistici. Correggemmo le carte regionali del piano di assetto idrogeologico. Riportammo sulla retta via le vicende della nuova zona di edilizia cooperativa e convenzionata e rendemmo possibile la realizzazione di un intero nuovo quartiere. Svolgemmo ruolo di assistenza attiva alle aziende e agli studi di progettazione impegnati nella costruzione della zona artigianale D1.3 agevolandone la collocazione sul mercato attraverso la separazione tra lotti residenziali e lotti produttivi. Facemmo partire i cantieri della zona C1 ora in costruzione e gettato le basi del cantiere per l'area commerciale di via Toselli. Persino nella zona artigianale D1.1 segnalammo per tempo agli stessi proprietari le criticità che andavano emergendo in corso d'opera su alcune difformità edilizie che poi sono state ben diversamente rubricate dalla Procura della Repubblica di Bari nella vicenda giudiziaria in corso; quando ci costituimmo parte civile non chiedemmo risarcimenti ai cittadini come ha fatto Depalma (che pure aveva promesso ben altro), bensì approntammo, con l'aiuto degli avvocati, una memoria che è al fondamento di tutte le difese serie degli imputati nel procedimento penale». Quelli fin qui elencati sono atti preparatori per interventi che in qualche modo avrebbero potuto cambiare il volto di Giovinazzo. Parte dei quali sono poi diventati, o stanno diventando realtà.
E poi ci sono le opere pubbliche realizzate in quei 10 anni. «In materia di opere pubbliche realizzammo la nuova area mercatale, il recupero di Villa Spada, il recupero dell'ex mercato ortofrutticolo in collaborazione con la cooperativa Anthropos per la realizzazione di gruppi di appartamenti per il recupero di soggetti con patologie psichiatriche, la farmacia comunale, la piscina comunale, i nuovi spazi attrezzati per i minori e la recinzione di piazza Garibaldi, la manutenzione e messa a norma degli istituti scolastici (San Giovanni Bosco, Papa Giovanni XXIII, Aldo Moro, Guglielmo Marconi), le nuove palestre dei plessi San Giovanni Bosco e Papa Giovanni XXIII, il restauro del convento dei Francescani al calvario divenuto scuola di musica, la manutenzione straordinaria del nuovo Palasport, della copertura del vecchio Palasport e del campo Raffaele De Pergola, il centro diurno per disabili Anffas, il centro diurno per malati di Alzheimer, il completamento della rete di fogna bianca, l'ampliamento della rete di pubblica illuminazione in favore di zone cittadine che la attendevano da anni, la manutenzione straordinaria delle attrezzature per la pesca nel porticciolo, la messa a norma della condotta fognaria sulla via per Santo Spirito, il sottovia in via Bitonto e le due rotonde di raccordo, il ripristino e messa in sicurezza del cavalcaferrovia di via Terlizzi, oltre un milione di manutenzioni straordinarie di marciapiedi e strade cittadine, nuovi impianti semaforici, il nuovo mercato ittico giornaliero, la riqualificazione di piazza Sant'Agostino, il restauro della fontana dei Tritoni e dell'edicola di San Michele a piazza Costantinopoli, le altre "Idee in Piazza", la manutenzione straordinaria delle vie rurali, l'ampia opera di riqualificazione di verde pubblico, l'ampliamento del cimitero comunale. Tutto questo lo abbiamo fatto senza chiedere un centesimo ai cittadini e con lo stesso personale che ora (dopo 2 anni e mezzo) questi amministratori dicono essere inadatto e incompetente».
Ci sono ancora le opere pubbliche progettate e finanziate, lasciate in eredità agli attuali amministratori. «Depalma e i suoi, fino ad oggi - conclude il documento - dicono di aver pensato di realizzare il consolidamento della costa, la passeggiata lungo le mura di Traiano, la ciclovia lungo via Bari, il centro di raccolta dei rifiuti differenziati, le microcompostiere nelle scuole, l'efficientamento energetico del palazzo comunale. Tutto bene, ma sia chiaro che hanno pensato progetti finanziati che erano già agli atti del Comune di Giovinazzo quando furono eletti, perché ce li avevamo lasciati noi. L'unica loro realizzazione è stato un vorticoso cambio di assessori al ramo. Ben quattro in 30 mesi: Felice Piscitelli, Nicola Catalano, Salvatore Stallone e Elio Sannicandro. Facciamo pure cinque, visto che il sindaco e gli attuali amministratori si avvalgono dall'inizio della consulenza dell'ing. Francesco Balenzano».