Una tesi di laurea sul pittore seicentesco Carlo Rosa

L'autrice, Angela D'Aquino, pronta a nuovi approfondimenti

martedì 4 luglio 2023 17.53
A cura di La Redazione
Una tesi di laurea su Carlo Rosa, con focus sulla sua attività giovinazzese, è al momento un raro esempio di studio dettagliato su uno dei maggiori pittori del Seicento italiano. La tesi è quella di Angela D'Aquino, laureatasi in Lettere.

LA TESI DI LAUREA
"Caroius Rosa, pictor Iuvenatiensis: pathos, grazia ed eleganza nell'arte sacra del tardo manierismo in terra di Bari", è dunque il titolo della tesi discussa recentemente dalla studentessa giovinazzese dell'Ateneo barese, Angela D'Aquino, formatasi con studi classici (diverse le sue partecipazioni ai Certamina di lingue classiche), uno sguardo sempre curioso sull'arte. Amante della poesia e della pittura, la neo-laureata ha frequentato un laboratorio di pittura, studiando la proficua bottega bitontina del Rosa e la pittura barocca partenopea.

«Il mio lavoro di ricerca - spiega - rispetto al passato apporta non solo novità dal punto di vista biografico dell'artista, in particolare per l'attestazione ben documentata della sua cresima, fornendone addirittura dati dettagliati e puntuali, oltreché i nomi dei partecipanti presenti al rito (tutto questo possibile grazie alla consultazione presso il nostro Archivio Diocesano di Giovinazzo e alla generosa disponibilità del dottor Michele Bonserio), ma anche in riferimento alla vasta produzione pittorica. Pochissimi sono infatti, negli ultimi decenni, gli studi condotti in merito la rielaborazione caravaggesca in puro classicismo naturalista del maestro Rosa, ravvisabile in grande misura nelle sue creazioni più tarde e mature, come quella dell'abside di Giovinazzo commissionatagli tra il 1671 e 1677, dedicata alla Vergine Maria Assunta (di cui ogni nostro concittadino dovrebbe orgogliosamente andar fiero)».


Il lavoro di Angela D'Aquino è stato oltremodo complesso «risalendo a documenti e relazioni specifiche attinenti a numerose opere di restauro dell'abside succedutesi negli anni a partire dalla metà del '700 sino al 1999. Quindi ho potuto constatare l'immensa difficoltà e, di seguito, la straordinaria abilità dell''Eccellentissimo pennello Giovinazzese", nell'elaborazione pittorica di ciascuna vela. Si contano ben tredici tele tutte curve e concave, che rispettano l'andamento della struttura sottostante oggi ben visibile».

«Il maestro si impose all'epoca dei fatti un vero e proprio studio analitico delle forme, quindi del disegno, e non di meno del colore, atto a determinare la visualizzazione di ogni personaggio all'interno di uno specifico ambiente
- è la sottolineatura - . Ogni tonalità cromatica genera una perfetta profondità di campo, ogni singola figura, dai Santi, agli Apostoli, alla Vergine, assume la sua funzione peculiare. L'abside della nostra Cattedrale - continua - si distingue come manifesto indiscusso dell'originale pittura appassionata, dalla raffinatezza sontuosa, gentile e intimamente religiosa del Maestro Rosa, divulgatore audace, i cui progetti artistici hanno rappresentato l'ingresso più emblematico della scuola di pittura napoletana del XVII secolo in terra di Bari».

I dipinti dell'abside della Concattedrale di Santa Maria Assunta saranno quindi guardati con differente stupore da parte di chi avrà la fortuna di leggere la tesi di laurea. L'auspicio di chi si è già approcciato a questo lavoro è che si possa arrivare ad una pubblicazione sulla riscoperta di Carlo Rosa, che possa avvalersi della prosecuzione degli studi e delle ulteriori ricerche di Angela D'Aquino, ben disposta ad esaminare temi della Storia dell'arte, sempre ricca di fascino, e ad aggiungere ulteriori tasselli da scoprire e rendere noti ad un pubblico non di nicchia.

CHI ERA CARLO ROSA
I segni più tangibili dell'attività pittorica di Carlo Rosa a Giovinazzo sono soprattutto i dipinti nell'abside della Concattedrale dedicata all'Assunta, ma varie sono le sue opere collocate in altre chiese giovinazzesi e in altre località della provincia barese, della Puglia e non solo, attribuite al pittore nato a Giovinazzo nel 1613 e morto a Bitonto nel 1678.
Il legame con Giovinazzo, ad oggi documentato, vede il suo battesimo il 7 luglio 1613 nella chiesa parrocchiale di San Felice, dove fu cresimato il 16 maggio 1617 dal vescovo di Giovinazzo monsignor Giulio Masi. Il 17 giugno 1643 sposò Caterina Falco a Bitonto e qui si trasferì. Morì nella stessa Bitonto il 12 settembre 1678, dopo aver creato la "scuola bitontina" che formò diversi artisti. A Giovinazzo, oltre all'abside della Concattedrale, ha dipinto le tele di San Michele Arcangelo e del martirio di San Lorenzo della chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli, San Francesco Saverio e San Gaetano da Thiene nella chiesa di Maria del Carmine. Sono altresì a lui attribuite le decorazioni dei soffitti della Basilica di San Nicola a Bari e quelle della cattedrale di Sant'Oronzo a Lecce.