Una tartaruga marina spiaggiata nel porto di Giovinazzo
L'esemplare, una caretta caretta, era morto da un mese: era in avanzato stato di decomposizione
martedì 24 maggio 2022
È stata ritrovata nei giorni scorsi, nel tratto vicino al porticciolo di Giovinazzo, una tartaruga marina della specie caretta caretta ormai morta. L'esemplare è stato notato da alcuni passanti che hanno avvisato la Guardia Costiera, giunta sul posto con la Polizia Locale e i volontari del centro recupero tartarughe di Molfetta.
Secondo Pasquale Salvemini la morte dell'animale potrebbe risalire a un mese fa. La tartaruga, di 70 centimetri di lunghezza carapace, era in uno stato avanzato di decomposizione ed il suo decesso potrebbe essere riconducibile ad una embolia gassosa per interazione con le attività di pesca. Episodi così ricorrenti hanno messo in allarme gli ambientalisti che associano la moria delle tartarughe alla presenza in mare delle plastiche, ma anche all'uso intensivo delle reti da pesca.
In mare, infatti, ci sono più tartarughe, di conseguenza se ne trovano in un numero maggiore morte e ciò dipende sì dalla plastica, ma ancora di più dalla pesca: capita che le tartarughe si ritrovino impigliate nelle reti, soffocando in mezzo agli altri pesci. Nella lista rossa dello Iucn, che rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali della terra, la classificazione della caretta caretta resta una specie sempre in pericolo.
La testuggine di Giovinazzo, dunque, sarebbe l'ennesima vittima dei pescatori. Animali intrappolati nelle reti da cui non riescono a liberarsi. Eppure sarebbe molto semplice evitare la morte. I pescatori devono chiamare il 1530. Quando ciò accade, le tartarughe vengono salvate perché vengono portate al centro di Molfetta.
Secondo Pasquale Salvemini la morte dell'animale potrebbe risalire a un mese fa. La tartaruga, di 70 centimetri di lunghezza carapace, era in uno stato avanzato di decomposizione ed il suo decesso potrebbe essere riconducibile ad una embolia gassosa per interazione con le attività di pesca. Episodi così ricorrenti hanno messo in allarme gli ambientalisti che associano la moria delle tartarughe alla presenza in mare delle plastiche, ma anche all'uso intensivo delle reti da pesca.
In mare, infatti, ci sono più tartarughe, di conseguenza se ne trovano in un numero maggiore morte e ciò dipende sì dalla plastica, ma ancora di più dalla pesca: capita che le tartarughe si ritrovino impigliate nelle reti, soffocando in mezzo agli altri pesci. Nella lista rossa dello Iucn, che rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali della terra, la classificazione della caretta caretta resta una specie sempre in pericolo.
La testuggine di Giovinazzo, dunque, sarebbe l'ennesima vittima dei pescatori. Animali intrappolati nelle reti da cui non riescono a liberarsi. Eppure sarebbe molto semplice evitare la morte. I pescatori devono chiamare il 1530. Quando ciò accade, le tartarughe vengono salvate perché vengono portate al centro di Molfetta.