Una società divisa tra l’idolo e lo stupore

Ieri sera quarta conferenza del ciclo di incontri “La relazione umana oggi”

mercoledì 26 novembre 2014 9.11
A cura di Gianluca Battista
«I concetti creano gli idoli. Solo lo stupore conosce». La citazione di San Gregorio Nisseno, vescovo e teologo del IV secolo d.C. , ha aperto la conferenza tenuta dal docente Rocco Carsillo, esperto di Etica e Deontologia, nell'ambito del quarto appuntamento del ciclo di incontri "La relazione umana oggi", organizzata da don Benedetto Fiorentino per la Concattedrale, in collaborazione con il Dipartimento di Bioetica dell'Università degli Studi di Bari, con l'Ordine dei Giornalisti della Puglia e con l'Assessorato alla Solidarietà Sociale del Comune di Giovinazzo.

Il titolo dell'appuntamento di sala San Felice, "La relazione umana e i nuovi idoli: potere, notorietà, chirurgia estetica", ha voluto far riflettere i tanti giornalisti presenti per la loro formazione professionale, sulla dicotomia netta tra i due elementi presenti nella citazione del santo greco-antico. Da una parte l'idolo, inteso come feticcio, che punta all'effimero. Dall'altro lo stupore, quello che connota chi sa guardarsi intorno ed ama la scoperta che, a sua volta, porta a crescere l'essere umano. Rocco Carsillo ha tenuto un'ampia lezione tra sociologia, etica e filosofia pura, ribadendo che «sono i concetti a creare i falsi idoli».

Si formano così i «pre-concetti, che portano sempre ai pre-giudizi» e che partoriscono mostri come «l'emarginazione sociale ed i favoritismi verso qualcuno ed a scapito di altri». Per questo l'immagine esteriore, riflettendo sul titolo della conferenza, è feticcio, inutile, temporaneo, che non può portare ad alcuna crescita umana individuale. Quella crescita avviene invece grazie allo stupore, che sa connotare la realtà, plasmandola. Grazie allo stupore, secondo il docente, «anche la scienza ha progredito». Basti pensare al genio di Aristotele e Platone, fino ad arrivare a Leonardo da Vinci o a Michelangelo. Scienza intesa come progresso della conoscenza, progresso che porta gioia e che porta al bene. Il bene, infatti, è lo scopo a cui l'uomo tende, secondo quanto già enunciato dalla filosofia greca classica. Essere e bene sono due concetti che vanno a braccetto: l'uomo quindi non deve tendere all'idolatria di sé stesso, dell'immagine. Deve tendere al bello, stupendosi dei mille aspetti che l'esistenza può regalargli. Un'esistenza, si badi, che può portare a conoscere il bello attraverso "atti morali" o "azioni morali", quelle, per intenderci, che compiamo non inconsciamente, ma con decisioni ponderate, che proprio al bello finiranno per tendere se non si vuol forzare la natura umana.

Il prossimo appuntamento con il ciclo di incontri "La relazione umana oggi" è per martedì 2 dicembre, sempre in sala San Felice, con la conferenza "La relazione umana nella scelta fra bene e male". Ospite il professor Enzo Fiorentino, sociologo.