Una serata di speranza
La testimonianza di Christian Giagnoni per imparare a guardare diversamente alle difficoltà
venerdì 12 giugno 2015
01.00
Andare "Oltre le barriere" è possibile. Il messaggio è arrivato nel corso dell'omonimo incontro che si è tenuto mercoledì sera in sala San Felice, su iniziativa dell'AFP Giovinazzo e dell'Organizzazione Festeggiamenti Maria SS. di Corsignano, due realtà che si sono trovate in sintonia sulla solidarietà sociale, come sottolineato in apertura da Corrado de Bari, presidente della società hockeistica.
Protagonista assoluto è stato Christian Giagnoni, capitano dell'Hockey Prato costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente accaduto nel 2010 mentre era in sella alla sua moto. Il campione toscano, già molto amato in città, ha risposto alle curiosità dei bambini e adulti presenti.
«Dopo una tale batosta impari a voler bene alla vita - ha detto Giagnoni -. Mi sono reso conto di quanto mi era successo solo tornando alla realtà di tutti i giorni e ho superato le difficoltà grazie agli amici e alla forza trasmessami da tanta gente. Un aiuto è arrivato anche dalla preghiera, se sto bene è perché c'è la mano di Qualcuno che mi protegge».
«La preghiera allunga la vita - gli ha fatto eco don Benedetto Fiorentino che, da parroco della Cattedrale, segue l'organizzazione della festa patronale -. Ti stai impegnando a rendere bella la tua vita e per via dell'incidente hai scoperto nuove capacità».
Christian Giagnoni infatti si sta dedicando all'handbike, una sorta di bicicletta in cui (nel suo caso) si corre da sdraiati usando quasi esclusivamente le braccia; con un duro allenamento quotidiano è diventato uno dei 220 iscritti al Giro d'Italia di questa speciale disciplina.
A spiegare invece la genesi dell'incontro è stato Michele Lobasso, Vicepresidente dell'Organizzazione Festeggiamenti Maria SS. di Corsignano, la quale, sin dal suo insediamento, ha deciso di riservare grande attenzione all'emergere di sempre nuove difficoltà, riguardanti non solo la sfera della salute ma anche quella lavorativa, psicologica e sociale di ogni persona.
In chiusura il saluto istituzionale del Sindaco che ha parlato di Giagnoni come «favola vera, espressione del meglio dello sport. Lui ci dimostra che si può restare metaforicamente in piedi pure se costretti su una sedia a rotelle. E se sorride chi ha problemi oggettivi noi siamo costretti a farlo».
Protagonista assoluto è stato Christian Giagnoni, capitano dell'Hockey Prato costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente accaduto nel 2010 mentre era in sella alla sua moto. Il campione toscano, già molto amato in città, ha risposto alle curiosità dei bambini e adulti presenti.
«Dopo una tale batosta impari a voler bene alla vita - ha detto Giagnoni -. Mi sono reso conto di quanto mi era successo solo tornando alla realtà di tutti i giorni e ho superato le difficoltà grazie agli amici e alla forza trasmessami da tanta gente. Un aiuto è arrivato anche dalla preghiera, se sto bene è perché c'è la mano di Qualcuno che mi protegge».
«La preghiera allunga la vita - gli ha fatto eco don Benedetto Fiorentino che, da parroco della Cattedrale, segue l'organizzazione della festa patronale -. Ti stai impegnando a rendere bella la tua vita e per via dell'incidente hai scoperto nuove capacità».
Christian Giagnoni infatti si sta dedicando all'handbike, una sorta di bicicletta in cui (nel suo caso) si corre da sdraiati usando quasi esclusivamente le braccia; con un duro allenamento quotidiano è diventato uno dei 220 iscritti al Giro d'Italia di questa speciale disciplina.
A spiegare invece la genesi dell'incontro è stato Michele Lobasso, Vicepresidente dell'Organizzazione Festeggiamenti Maria SS. di Corsignano, la quale, sin dal suo insediamento, ha deciso di riservare grande attenzione all'emergere di sempre nuove difficoltà, riguardanti non solo la sfera della salute ma anche quella lavorativa, psicologica e sociale di ogni persona.
In chiusura il saluto istituzionale del Sindaco che ha parlato di Giagnoni come «favola vera, espressione del meglio dello sport. Lui ci dimostra che si può restare metaforicamente in piedi pure se costretti su una sedia a rotelle. E se sorride chi ha problemi oggettivi noi siamo costretti a farlo».