Un piano che appare uno stop
Presentato ieri sera il Piano delle Coste ma concessionari e amministratori contestano la sua rigidità
giovedì 12 marzo 2015
12.06
Ad una settimana dalla presentazione delle linee di sviluppo della città, ieri sera è toccato al Piano delle Coste essere svelato in sala San Felice.
«Siamo tra i comuni più attivi - ha dichiarato ad inizio serata l'Assessore Elio Sannicandro - in quanto abbiamo avviato l'iter dopo l'approvazione del piano regionale. È un piano utile a migliorare la vita cittadina, che non intende colpire nessuno e si integra con gli altri piani urbanistici nell'ottica di una valorizzazione dei beni paesaggistici e di un corretto sviluppo».
L'ing. Giovanni Vitofrancesco, Dirigente Demanio e Patrimonio della Regione Puglia, ha riepilogato il percorso giuridico che ha portato alla nascita dei piani costieri e le linee guida che vengono seguite per la loro redazione che segue una fase di studio e monitoraggio della linea di costa e di ricognizione delle opere esistenti, tra cui quelle fisse e riflettenti del moto ondoso si rivelano particolarmente dannose per la sopravvivenza delle spiagge e quindi da rimuovere. «Il piano - ha sostenuto l'ingegnere Vitofrancesco - funziona perché innesca processi di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e rappresenta il luogo della mediazione degli interessi».
La presentazione vera e propria del piano è stata affidata all'arch. Patrizia Milano, coordinatrice del progetto per la ECO-logica srl. Si è parlato di classificazione geomorfologica della nostra costa, dei siti potenzialmente inquinanti corrispondenti alle fabbriche dismesse. «Il piano - ha chiarito l'architetto Milano - tutela e valorizza gli ambiti di interesse, riqualifica le aree degradate, riorganizza le concessioni, tende allo sviluppo del settore turistico e migliora gli accessi al mare». Dalla relazione si è scoperto però che il 56% della nostra costa non è balneabile e quindi non sono concepibili progetti per gran parte di essa, che molte concessioni devono essere riviste perché i metri di spiaggia superano il massimo consentito o addirittura perché ricadono in aree di divieto assoluto. La coordinatrice ha parlato anche di strutture costiere e muretti a secco da recuperare, di accessi privati da rendere pubblici, di valorizzazione della ciclovia e di regole precise per gli stabilimenti balneari, in cui tutto deve essere amovibile e con un'estetica ben precisa.
Le regole però sono state giudicate troppo rigide nel dibattito finale. Per cittadini, concessionari e consiglieri comunali di maggioranza il piano che avrebbe dovuto sbloccare l'economia locale finirà invece per colpire chi lavora da decenni sulla costa e non consentirà di pensare a nuovi progetti. Vito Favuzzi, presidente del Consiglio Comunale, ha assicurato che l'amministrazione si impegnerà a ridiscutere il tutto con la Regione per ritagliarsi margini di manovra perché, ha aggiunto il sindaco Tommaso Depalma, «per noi è importante fare cose utili nel rispetto delle regole, farle insieme senza distruggere le economie esistenti».
Presentato il piano si potrà discutere e apportare modifiche prima dell'approvazione in seno alla massima assise comunale, poi la Regione Puglia dovrà verificare la compatibilità e si potranno fare le ultime correzioni e infine ci sarà l'adozione definitiva. Il processo si prospetta lungo, la discussione sarà certamente accesa.
«Siamo tra i comuni più attivi - ha dichiarato ad inizio serata l'Assessore Elio Sannicandro - in quanto abbiamo avviato l'iter dopo l'approvazione del piano regionale. È un piano utile a migliorare la vita cittadina, che non intende colpire nessuno e si integra con gli altri piani urbanistici nell'ottica di una valorizzazione dei beni paesaggistici e di un corretto sviluppo».
L'ing. Giovanni Vitofrancesco, Dirigente Demanio e Patrimonio della Regione Puglia, ha riepilogato il percorso giuridico che ha portato alla nascita dei piani costieri e le linee guida che vengono seguite per la loro redazione che segue una fase di studio e monitoraggio della linea di costa e di ricognizione delle opere esistenti, tra cui quelle fisse e riflettenti del moto ondoso si rivelano particolarmente dannose per la sopravvivenza delle spiagge e quindi da rimuovere. «Il piano - ha sostenuto l'ingegnere Vitofrancesco - funziona perché innesca processi di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e rappresenta il luogo della mediazione degli interessi».
La presentazione vera e propria del piano è stata affidata all'arch. Patrizia Milano, coordinatrice del progetto per la ECO-logica srl. Si è parlato di classificazione geomorfologica della nostra costa, dei siti potenzialmente inquinanti corrispondenti alle fabbriche dismesse. «Il piano - ha chiarito l'architetto Milano - tutela e valorizza gli ambiti di interesse, riqualifica le aree degradate, riorganizza le concessioni, tende allo sviluppo del settore turistico e migliora gli accessi al mare». Dalla relazione si è scoperto però che il 56% della nostra costa non è balneabile e quindi non sono concepibili progetti per gran parte di essa, che molte concessioni devono essere riviste perché i metri di spiaggia superano il massimo consentito o addirittura perché ricadono in aree di divieto assoluto. La coordinatrice ha parlato anche di strutture costiere e muretti a secco da recuperare, di accessi privati da rendere pubblici, di valorizzazione della ciclovia e di regole precise per gli stabilimenti balneari, in cui tutto deve essere amovibile e con un'estetica ben precisa.
Le regole però sono state giudicate troppo rigide nel dibattito finale. Per cittadini, concessionari e consiglieri comunali di maggioranza il piano che avrebbe dovuto sbloccare l'economia locale finirà invece per colpire chi lavora da decenni sulla costa e non consentirà di pensare a nuovi progetti. Vito Favuzzi, presidente del Consiglio Comunale, ha assicurato che l'amministrazione si impegnerà a ridiscutere il tutto con la Regione per ritagliarsi margini di manovra perché, ha aggiunto il sindaco Tommaso Depalma, «per noi è importante fare cose utili nel rispetto delle regole, farle insieme senza distruggere le economie esistenti».
Presentato il piano si potrà discutere e apportare modifiche prima dell'approvazione in seno alla massima assise comunale, poi la Regione Puglia dovrà verificare la compatibilità e si potranno fare le ultime correzioni e infine ci sarà l'adozione definitiva. Il processo si prospetta lungo, la discussione sarà certamente accesa.