Un pezzo di Giovinazzo oltreoceano nel 1925

Una foto che immortala emigrati negli Stati Uniti di un secolo fa

domenica 18 luglio 2021
A cura di Gianluca Battista
Quella foto ci parla dopo quasi un secolo, è memoria viva che ci riporta ad un passato in cui affondano le radici di tanti giovinazzesi. Uno scatto per eternare un momento collettivo di ritrovo, lontani migliaia di chilometri da quella casa che, nonostante tutto, non è mai stata riconosciuta come terra matrigna.

La foto che pubblichiamo è frutto di una ricerca condotta da Giuseppe Cortese, che ha iniziato a comporre il suo albero geneologico e dell'appassionato lavoro di ricucitura del tempo di una giovane cultrice di questo settore della ricerca storica, Maria Cristina Altieri.
I contatti statunitensi con Nicola Altieri, residente a Syracuse (New York) e Dawn Mary Bavaro, che vive invece nel Maryland, a Columbia, sono stati importanti per portare alla luce questo scatto del 1925, in cui sono ritratte le famiglie Bonvino, Volpicella, Fiorentino e Bavaro ad Herkimer, località dell'attuale area metropolitana newyorkese.

È una foto che colpisce perché immortala una quotidiana giornata di ritrovo, forse una domenica (azzardo tutto nostro), nei mesi successivi all'arrivo di molti ad Ellis Island, snodo di tante vite e luogo su cui anche la storiografia di casa nostra non ha sempre fatto un buon lavoro. È una foto che arriva al cuore degli eredi che mai hanno conosciuto l'Italia e di quelli che invece non vedono l'ora di tornarci ogni estate, quando si potrà.

Ma è anche un documento formidabile, che cristallizza la vita un secolo fa tra gente di modesta condizione che con tenacia e voglia di farsi strada cercava fortuna (perché di fortuna è giusto parlare) a migliaia di chilometri da casa, quando i collegamenti aerei erano pari a zero e la traversata dell'Oceano rendeva il viaggio uno spartiacque tra ciò che si era stati e ciò che si sognava di diventare.

Sono ancora lì gli eredi, i pronipoti di queste persone, a testimoniare la presenza di una comunità, quella giovinazzese, che negli Stati Uniti è viva e non vuole spezzare il legame con la terra degli avi.
Terra da dove un secolo fa e fino agli anni '60 del Novecento si partiva con una valigia e poche povere cose e dove oggi in tanti vorrebbero tornare a chiudere il cerchio dell'esistenza.

Ha ragione Maria Cristina Altieri quando ci dice che «guardare dentro quel passato è un po' come guardare dentro di noi», perché in quegli occhi, in quei sorrisi accennati, in quella immagine di quotidiana normalità da migrante c'è anche molto dei giorni nostri e tanti insegnamenti da cogliere.