Un mare di droga dall'Albania: 37 arresti. Blitz anche a Giovinazzo
In Italia sono state arrestate 27 persone. In città le manette sono scattate ai polsi di un italiano
martedì 30 giugno 2020
23.30
37 persone arrestate (tra le quali un italiano residente a Giovinazzo). Sono i numeri dell'operazione "Kulmi", con cui la Direzione Investigativa Antimafia di Bari ha smantellato un'organizzazione accusata di traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti tra l'Albania e l'Italia.
L'operazione della Direzione Investigativa Antimafia e delle autorità albanesi, con l'ausilio internazionale delle Divisioni Interpol e S.I.Re.N.E. della Criminalpol, dell'Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese, ha previsto il supporto - in Italia - dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza (che ha operato a Molfetta) e della Direzione Investigativa Antimafia di Foggia, Lecce, Bologna, Roma, Napoli e Catanzaro.
Il personale, nella notte scorsa, ha dato esecuzione, tra l'Italia e l'Albania, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, con il coordinamento di Eurojust (L'Aja), a due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 37 persone responsabili di traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e a decreti di sequestro per complessivi 4 milioni di euro.
I provvedimenti sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bari, nell'ambito dell'operazione "Kulmi", a fronte delle indagini effettuate tra marzo 2017 e gennaio 2019, che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di 27 soggetti, sia italiani che albanesi, appartenenti ad una potente organizzazione criminale, operante in Bari e provincia, con ramificazioni, oltre che in Albania, in Puglia ed in Basilicata.
L'Antimafia, relativamente agli ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, ha monitorato l'approvvigionamento sempre in Albania, il trasporto internazionale, avvenuto sia "via mare" che "via terra" utilizzando gommoni oceanici, cioè autocaravan sull'asse "Albania-Puglia", lo sbarco lungo la costa pugliese, il deposito, il trasporto sull'asse "Puglia-territorio nazionale", effettuato "via terra" da corrieri italiani con veicoli staffetta, identificando anche i destinatari.
[YOUTUBE]
Novità assoluta di questa indagine è rappresentata dall'attività svolta dagli investigatori italiani direttamente in territorio albanese, con il supporto delle locali forze speciali, allorché si è proceduto congiuntamente all'arresto a Saranda (in Albania) di una coppia barese che, per conto dell'organizzazione criminale, aveva il compito di trasferire a Bari, transitando "via mare" per la Grecia, un camper imbottito di mezza tonnellata di droga destinata al mercato italiano.
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, poi avvalorate dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, hanno permesso, tra l'altro, di arrestare "in mare" a Molfetta, con il supporto del Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari, due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di marijuana.
Non solo: di individuare a Savelletri un deposito in cui erano custoditi circa 700 chilogrammi dello stesso stupefacente (oltre a proiettili per kaalashnikov, centraline elettroniche per autoveicoli, documenti, passamontagna e chiodi in ferro a tre punte), intercettare a Palagiano un corriere italiano mentre trasportava oltre 6 chili di marijuana destinata al mercato lucano, arrestare due donne albanesi con oltre 2 chili di marijuana a Bitonto, sequestrare alcune carte d'identità italiane contraffatte in Albania, intestate ad ignari cittadini pugliesi, utilizzate dagli albanesi per espatriare nel nord Europa.
Relativamente a quest'ultimo riscontro è stata eseguita una misura cautelare, agli arresti domiciliari, nei confronti di un appartenente alle forze di polizia italiane il quale, oltre a concorrere nel reato di fabbricazione di documenti di identificazione falsi, ha illegalmente fornito informazioni attinte dalla banca dati del Ministero dell'Interno.
I provvedimenti restrittivi emessi dal giudice presso il Tribunale di Tirana completano le attività investigative - patrimoniali e personali - svolte in Albania dalla Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana a seguito dell'operazione "Shefi" in cui, il 14 marzo 2018, la Direzione Investigativa Antimafia di Bari aveva tratto in arresto 43 persone responsabili del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti dall'Albania all'Italia.
La Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, con il determinante contributo della Direzione Distrettuale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, ha raccolto anche gravi indizi di colpevolezza a carico di soggetti albanesi, appartenenti ad una potente organizzazione criminale, operante in Valona.
In particolare, a seguito di un sequestro - effettuato il 10 novembre 2015 in Albania - di oltre 800 chilogrammi di marijuana stipati su un potente gommone oceanico pronto a partire per la Puglia, sono stati effettuati accertamenti personali e patrimoniali che, in data odierna, hanno consentito di arrestare in Albania 10 persone, nonché di sottoporre a sequestro beni mobili ed immobili, per un valore di oltre 4 milioni di euro.
Tra i beni sequestrati, tutti nella zona di Valona (in Albania), una fabbrica di produzione e commercio di caffè, una società di distribuzione di bibite ed alcolici, un'attività commerciale di prodotti alimentari, un ristorante-bar, addirittura 15 appartamenti, un terreno edificabile, nonché 7 autovetture di grossa cilindrata ed un'imbarcazione munita di potenti motori fuoribordo.
Nel complesso sono state sequestrate circa tre tonnellate e mezzo di droga tra marijuana, cocaina ed hashish, sottraendo alle associazioni criminali proventi stimati in oltre 40 milioni di euro, per un totale di circa 7 milioni di dosi singole ricavabili dallo spaccio al dettaglio.
Il giudice del Tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, accogliendo le risultanze investigative della Direzione Distrettuale Antimafia, nel riconoscere, tra l'altro, la sussistenza dell'aggravante della transnazionalità del reato, ha evidenziato «che la Puglia - per come già dimostrato dalla Direzione Investigativa Antimafia con l'operazione "Shefi" - continua a costituire la principale base logistica delle organizzazioni criminali albanesi per smerciare stupefacenti in Italia».
I provvedimenti cautelari - nei confronti di 10 italiani e 27 albanesi tradotti sia in carcere (25) che agli arresti domiciliari (12) - sono stati svolti tra Italia (nelle province di Bari, Barletta, Andria e Trani, Roma, Lecce, Matera e Pesaro-Urbino) e Albania (in esecuzione di un mandato d'arresto internazionale e di un ordine d'indagine europeo).
L'operazione della Direzione Investigativa Antimafia e delle autorità albanesi, con l'ausilio internazionale delle Divisioni Interpol e S.I.Re.N.E. della Criminalpol, dell'Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese, ha previsto il supporto - in Italia - dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza (che ha operato a Molfetta) e della Direzione Investigativa Antimafia di Foggia, Lecce, Bologna, Roma, Napoli e Catanzaro.
Il personale, nella notte scorsa, ha dato esecuzione, tra l'Italia e l'Albania, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, con il coordinamento di Eurojust (L'Aja), a due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 37 persone responsabili di traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e a decreti di sequestro per complessivi 4 milioni di euro.
I provvedimenti sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bari, nell'ambito dell'operazione "Kulmi", a fronte delle indagini effettuate tra marzo 2017 e gennaio 2019, che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di 27 soggetti, sia italiani che albanesi, appartenenti ad una potente organizzazione criminale, operante in Bari e provincia, con ramificazioni, oltre che in Albania, in Puglia ed in Basilicata.
L'Antimafia, relativamente agli ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, ha monitorato l'approvvigionamento sempre in Albania, il trasporto internazionale, avvenuto sia "via mare" che "via terra" utilizzando gommoni oceanici, cioè autocaravan sull'asse "Albania-Puglia", lo sbarco lungo la costa pugliese, il deposito, il trasporto sull'asse "Puglia-territorio nazionale", effettuato "via terra" da corrieri italiani con veicoli staffetta, identificando anche i destinatari.
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Novità assoluta di questa indagine è rappresentata dall'attività svolta dagli investigatori italiani direttamente in territorio albanese, con il supporto delle locali forze speciali, allorché si è proceduto congiuntamente all'arresto a Saranda (in Albania) di una coppia barese che, per conto dell'organizzazione criminale, aveva il compito di trasferire a Bari, transitando "via mare" per la Grecia, un camper imbottito di mezza tonnellata di droga destinata al mercato italiano.
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, poi avvalorate dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, hanno permesso, tra l'altro, di arrestare "in mare" a Molfetta, con il supporto del Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari, due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di marijuana.
Non solo: di individuare a Savelletri un deposito in cui erano custoditi circa 700 chilogrammi dello stesso stupefacente (oltre a proiettili per kaalashnikov, centraline elettroniche per autoveicoli, documenti, passamontagna e chiodi in ferro a tre punte), intercettare a Palagiano un corriere italiano mentre trasportava oltre 6 chili di marijuana destinata al mercato lucano, arrestare due donne albanesi con oltre 2 chili di marijuana a Bitonto, sequestrare alcune carte d'identità italiane contraffatte in Albania, intestate ad ignari cittadini pugliesi, utilizzate dagli albanesi per espatriare nel nord Europa.
Relativamente a quest'ultimo riscontro è stata eseguita una misura cautelare, agli arresti domiciliari, nei confronti di un appartenente alle forze di polizia italiane il quale, oltre a concorrere nel reato di fabbricazione di documenti di identificazione falsi, ha illegalmente fornito informazioni attinte dalla banca dati del Ministero dell'Interno.
I provvedimenti restrittivi emessi dal giudice presso il Tribunale di Tirana completano le attività investigative - patrimoniali e personali - svolte in Albania dalla Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana a seguito dell'operazione "Shefi" in cui, il 14 marzo 2018, la Direzione Investigativa Antimafia di Bari aveva tratto in arresto 43 persone responsabili del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti dall'Albania all'Italia.
La Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, con il determinante contributo della Direzione Distrettuale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, ha raccolto anche gravi indizi di colpevolezza a carico di soggetti albanesi, appartenenti ad una potente organizzazione criminale, operante in Valona.
In particolare, a seguito di un sequestro - effettuato il 10 novembre 2015 in Albania - di oltre 800 chilogrammi di marijuana stipati su un potente gommone oceanico pronto a partire per la Puglia, sono stati effettuati accertamenti personali e patrimoniali che, in data odierna, hanno consentito di arrestare in Albania 10 persone, nonché di sottoporre a sequestro beni mobili ed immobili, per un valore di oltre 4 milioni di euro.
Tra i beni sequestrati, tutti nella zona di Valona (in Albania), una fabbrica di produzione e commercio di caffè, una società di distribuzione di bibite ed alcolici, un'attività commerciale di prodotti alimentari, un ristorante-bar, addirittura 15 appartamenti, un terreno edificabile, nonché 7 autovetture di grossa cilindrata ed un'imbarcazione munita di potenti motori fuoribordo.
Nel complesso sono state sequestrate circa tre tonnellate e mezzo di droga tra marijuana, cocaina ed hashish, sottraendo alle associazioni criminali proventi stimati in oltre 40 milioni di euro, per un totale di circa 7 milioni di dosi singole ricavabili dallo spaccio al dettaglio.
Il giudice del Tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, accogliendo le risultanze investigative della Direzione Distrettuale Antimafia, nel riconoscere, tra l'altro, la sussistenza dell'aggravante della transnazionalità del reato, ha evidenziato «che la Puglia - per come già dimostrato dalla Direzione Investigativa Antimafia con l'operazione "Shefi" - continua a costituire la principale base logistica delle organizzazioni criminali albanesi per smerciare stupefacenti in Italia».
I provvedimenti cautelari - nei confronti di 10 italiani e 27 albanesi tradotti sia in carcere (25) che agli arresti domiciliari (12) - sono stati svolti tra Italia (nelle province di Bari, Barletta, Andria e Trani, Roma, Lecce, Matera e Pesaro-Urbino) e Albania (in esecuzione di un mandato d'arresto internazionale e di un ordine d'indagine europeo).