Un'altra tartaruga marina trovata senza vita: era nel porticciolo
La carcassa dell'animale, di oltre 70 centimetri, è stata trasferita all'istituto zooprofilattico di Foggia
venerdì 16 febbraio 2024
17.36
Ennesimo ritrovamento di una tartaruga ormai priva di vita, la seconda nel mese di febbraio. La carcassa di una caretta caretta, la tartaruga più comune del mare Mediterraneo, è stata recuperata a Giovinazzo. Il ritrovamento, ad opera di un cittadino che ha allertato la Guardia Costiera, è avvenuto all'interno del porticciolo.
«Si tratta del secondo rinvenimento in quindici giorni, dopo l'esemplare che si è spiaggiato sul litorale sud, nei pressi del residence Valentini», ha riferito Pasquale Salvemini, del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, intervenuto sul posto con i militari dell'Ufficio Locale Marittimo, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale e la Polizia Locale. Non è chiaro quali siano state le ragioni della sua morte: a mettere a rischio la loro vita, oltre all'inquinamento, pure i sistemi di pesca.
La testuggine, una femmina adulta di oltre 70 centimetri di lunghezza carapace per circa 50 chilogrammi di peso, «è apparsa in buone condizioni - ha continuato Salvemini -, era morta da poche ore e, perciò, è stata portata all'istituto zooprofilattico sperimentale di Foggia dove sarà sottoposta ad un esame necroscopico». Le cause potrebbero essere legate alla pesca: le tartarughe marine muoiono perché rimangono impigliate nelle reti e non riescono a tornare a galla per respirare.
Ogni anno si stima che in Mediterraneo circa 150mila tartarughe finiscano vittima degli attrezzi da pesca. Ma c'è pure un altro problema: molte tartarughe marine sembrano essersi insediate nelle lagune costiere, dove trovano abbondanza di cibo. Qui possono incappare nelle reti fisse, causando anche dei danni alla pesca.
«Si tratta del secondo rinvenimento in quindici giorni, dopo l'esemplare che si è spiaggiato sul litorale sud, nei pressi del residence Valentini», ha riferito Pasquale Salvemini, del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, intervenuto sul posto con i militari dell'Ufficio Locale Marittimo, i veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale e la Polizia Locale. Non è chiaro quali siano state le ragioni della sua morte: a mettere a rischio la loro vita, oltre all'inquinamento, pure i sistemi di pesca.
La testuggine, una femmina adulta di oltre 70 centimetri di lunghezza carapace per circa 50 chilogrammi di peso, «è apparsa in buone condizioni - ha continuato Salvemini -, era morta da poche ore e, perciò, è stata portata all'istituto zooprofilattico sperimentale di Foggia dove sarà sottoposta ad un esame necroscopico». Le cause potrebbero essere legate alla pesca: le tartarughe marine muoiono perché rimangono impigliate nelle reti e non riescono a tornare a galla per respirare.
Ogni anno si stima che in Mediterraneo circa 150mila tartarughe finiscano vittima degli attrezzi da pesca. Ma c'è pure un altro problema: molte tartarughe marine sembrano essersi insediate nelle lagune costiere, dove trovano abbondanza di cibo. Qui possono incappare nelle reti fisse, causando anche dei danni alla pesca.