Un'altra rapina al distributore di carburanti Eni
L'area di servizio è senza pace. Tre uomini hanno minacciato i dipendenti facendosi consegnare l'incasso
giovedì 28 dicembre 2017
6.16
A nulla sono valsi gli accorati appelli dei dipendenti e, nei mesi scorsi, del coordinatore regionale di Assopetroli, Francesco Albergo. A Giovinazzo il distributore di carburanti prediletto dai rapinatori ha subito un altro raid. Il secondo in soli sei giorni.
Ieri sera, alle ore 19.00, tre uomini armati e con il volto travisato, a coprire i lineamenti del volto, hanno minacciato con una pistola i due dipendenti, facendosi consegnare l'incasso, non ancora quantificato. Nel mirino, per la quinta volta dall'inizio dell'anno, è l'area di servizio Eni, ubicata lungo la strada statale 16 bis e ormai usata come bancomat dai rapinatori.
Stavolta hanno colpito in direzione nord. Si sono presentati in auto, una Fiat Grande Punto, a volto coperto e armati di pistola. Poi, dopo aver arraffato i contanti, sono fuggiti. E adesso sono ricercati dagli inquirenti. Sul posto, infatti, sono prontamente intervenuti i Carabinieri della locale Stazione, guidati dal luogotenente Dino Amato, attivati da una chiamata al numero gratuito 112.
I militari dell'Arma, allertati immediatamente dopo l'accaduto e impegnati sul luogo dell'accaduto per eseguire i rilievi, hanno setacciato la zona alla ricerca della banda. Dopo aver ascoltato le vittime della rapina, hanno anche provveduto a recuperare i filmati dell'impianto di videosorveglianza di cui è dotata la stazione di servizio, per ricostruire alcuni preziosi dettagli.
Nelle mani degli investigatori, ora sulle tracce dei tre malviventi, ci sono sia il modello del veicolo, sia le immagini delle telecamere a circuito chiuso. Sono state disposte, inoltre, diverse attività di pattugliamento lungo le arterie principali connesse con la strada statale 16 bis, utilizzata durante la fuga. Ma i tre banditi, al momento, sembrano essere scomparsi. Cosi la caccia al commando è aperta.
I dipendenti dell'Eni (tra di loro ci sono padri di famiglia e ragazzi, ndr), ne hanno viste di tutti i colori. E ora hanno paura, non possono lavorare ogni giorno col timore che qualcuno gli punti addosso una pistola. Qui in ballo c'è soprattutto la loro vita.
Ieri sera, alle ore 19.00, tre uomini armati e con il volto travisato, a coprire i lineamenti del volto, hanno minacciato con una pistola i due dipendenti, facendosi consegnare l'incasso, non ancora quantificato. Nel mirino, per la quinta volta dall'inizio dell'anno, è l'area di servizio Eni, ubicata lungo la strada statale 16 bis e ormai usata come bancomat dai rapinatori.
Stavolta hanno colpito in direzione nord. Si sono presentati in auto, una Fiat Grande Punto, a volto coperto e armati di pistola. Poi, dopo aver arraffato i contanti, sono fuggiti. E adesso sono ricercati dagli inquirenti. Sul posto, infatti, sono prontamente intervenuti i Carabinieri della locale Stazione, guidati dal luogotenente Dino Amato, attivati da una chiamata al numero gratuito 112.
I militari dell'Arma, allertati immediatamente dopo l'accaduto e impegnati sul luogo dell'accaduto per eseguire i rilievi, hanno setacciato la zona alla ricerca della banda. Dopo aver ascoltato le vittime della rapina, hanno anche provveduto a recuperare i filmati dell'impianto di videosorveglianza di cui è dotata la stazione di servizio, per ricostruire alcuni preziosi dettagli.
Nelle mani degli investigatori, ora sulle tracce dei tre malviventi, ci sono sia il modello del veicolo, sia le immagini delle telecamere a circuito chiuso. Sono state disposte, inoltre, diverse attività di pattugliamento lungo le arterie principali connesse con la strada statale 16 bis, utilizzata durante la fuga. Ma i tre banditi, al momento, sembrano essere scomparsi. Cosi la caccia al commando è aperta.
I dipendenti dell'Eni (tra di loro ci sono padri di famiglia e ragazzi, ndr), ne hanno viste di tutti i colori. E ora hanno paura, non possono lavorare ogni giorno col timore che qualcuno gli punti addosso una pistola. Qui in ballo c'è soprattutto la loro vita.