Tutti in marcia in nome della Pace
Il Vicesindaco, Michele Sollecito, in rappresentanza di Giovinazzo
venerdì 1 gennaio 2016
15.04
È una Molfetta colorata, festosa a tratti anche chiassosa quella che anima la Marcia della Pace. Una marea umana che, sfidando il freddo, avvolta nelle bandiere arcobaleno come un serpentone ha attraversato la città da ponente a levante. Una emozione grande e forte nel ricordo di don Tonino Bello, che a Molfetta volle la marcia 23 anni fa, e nel ricordo di Monsignor Luigi Martella, don Mimmo Amato e don Nicola Gaudio, che, troppo presto, hanno lasciato orfana l'intera comunità diocesana.
Tutti in marcia, duemila, forse, tremila, per qualcuno cinquemila, i numeri contano poco, in nome della pace al di là dei credo, delle appartenenze religiose. In marcia e basta.
E la marcia, organizzata dall'Ufficio CEI per i problemi sociali e il lavoro, Caritas Italiana, Pax Christi, Azione Cattolica Italiana, è stata un crescendo di emozioni.
Dopo l'accoglienza dei partecipanti dinanzi la Basilica della Madonna dei Martiri, alle ore 17.00, hanno preso il via gli interventi introduttivi con Paola Natalicchio, Sindaco di Molfetta che ha dichiarato: «con estrema e appassionante emozione do il benvenuto a tutti i cittadini e a tutti i fedeli. Rivivere emozioni e riconnetterci con la parte migliore di ciò che siamo dinanzi al nostro mare e quello ai cui più tenevamo. Ci tenevamo moltissimo. Questa città - ha continuato - è una città dalla mille energie, dalle mille risorse, con i volontari che quotidianamente sono i promotori dell'artigianato della pace. Con questo saluto voglio mettere in evidenza la Molfetta che stiamo costruendo, è la Molfetta che ripudia la guerra. Saluto inoltre i fratelli musulmani, i non credenti, poiché questa è la serata di tutti».
Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia ai microfoni di VivaSveva, che ha seguito la marcia con una diretta tv, ha detto: «Finalmente sono in mezzo alla mia comunità, una comunità con la quale quest'oggi vivo una sensazione di piacevolezza». Presente, in rappresentanza di Giovinazzo, il Vicesindaco, Michele Sollecito, assolutamente entusiasta della manifestazione a cui ha voluto partecipare come cattolico, ancor prima che come uomo delle istituzioni, in assenza del Sindaco, Tommaso Depalma. Accanto a lui hanno sfilato il Consigliere regionale, Domenico Damascelli (in foto) ed il Presidente del Consiglio Comunale, Vito Favuzzi.
«Mi fa piacere ritornare a Molfetta - ha commentato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera -, ritorno con pensiero caro. La pace, senza dubbio, è dono di Dio e opera degli uomini. La pace, comincia dagli uomini, dalle relazioni, dalle opere, dalla quotidianità. Sicuramente quando in un Paese come il nostro alti sono i tassi si mortalità civile, significa che qualcosa non va. Dopo, in piazza Paradiso, verrà piantato un ulivo in un terreno di un bene confiscato alla mafia. Un segno forte che mette in risalto quanto questa società ha bisogno di cittadini responsabili».
Poi, un quarto d'ora dopo le ore 18.00, il serpentone umano ha cominciato a muoversi. E ha raggiunto la casa di accoglienza "don Tonino Bello" in via Pisacane, poi piazza Paradiso, per la piantumazione dell'albero, e poi la Cattedrale, la stazione ferroviaria di Molfetta, la Parrocchia San Pio X e per finire la chiesa intitolata alla Madonna della Pace.
(Andrea Teofrasto)
Tutti in marcia, duemila, forse, tremila, per qualcuno cinquemila, i numeri contano poco, in nome della pace al di là dei credo, delle appartenenze religiose. In marcia e basta.
E la marcia, organizzata dall'Ufficio CEI per i problemi sociali e il lavoro, Caritas Italiana, Pax Christi, Azione Cattolica Italiana, è stata un crescendo di emozioni.
Dopo l'accoglienza dei partecipanti dinanzi la Basilica della Madonna dei Martiri, alle ore 17.00, hanno preso il via gli interventi introduttivi con Paola Natalicchio, Sindaco di Molfetta che ha dichiarato: «con estrema e appassionante emozione do il benvenuto a tutti i cittadini e a tutti i fedeli. Rivivere emozioni e riconnetterci con la parte migliore di ciò che siamo dinanzi al nostro mare e quello ai cui più tenevamo. Ci tenevamo moltissimo. Questa città - ha continuato - è una città dalla mille energie, dalle mille risorse, con i volontari che quotidianamente sono i promotori dell'artigianato della pace. Con questo saluto voglio mettere in evidenza la Molfetta che stiamo costruendo, è la Molfetta che ripudia la guerra. Saluto inoltre i fratelli musulmani, i non credenti, poiché questa è la serata di tutti».
Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia ai microfoni di VivaSveva, che ha seguito la marcia con una diretta tv, ha detto: «Finalmente sono in mezzo alla mia comunità, una comunità con la quale quest'oggi vivo una sensazione di piacevolezza». Presente, in rappresentanza di Giovinazzo, il Vicesindaco, Michele Sollecito, assolutamente entusiasta della manifestazione a cui ha voluto partecipare come cattolico, ancor prima che come uomo delle istituzioni, in assenza del Sindaco, Tommaso Depalma. Accanto a lui hanno sfilato il Consigliere regionale, Domenico Damascelli (in foto) ed il Presidente del Consiglio Comunale, Vito Favuzzi.
«Mi fa piacere ritornare a Molfetta - ha commentato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera -, ritorno con pensiero caro. La pace, senza dubbio, è dono di Dio e opera degli uomini. La pace, comincia dagli uomini, dalle relazioni, dalle opere, dalla quotidianità. Sicuramente quando in un Paese come il nostro alti sono i tassi si mortalità civile, significa che qualcosa non va. Dopo, in piazza Paradiso, verrà piantato un ulivo in un terreno di un bene confiscato alla mafia. Un segno forte che mette in risalto quanto questa società ha bisogno di cittadini responsabili».
Poi, un quarto d'ora dopo le ore 18.00, il serpentone umano ha cominciato a muoversi. E ha raggiunto la casa di accoglienza "don Tonino Bello" in via Pisacane, poi piazza Paradiso, per la piantumazione dell'albero, e poi la Cattedrale, la stazione ferroviaria di Molfetta, la Parrocchia San Pio X e per finire la chiesa intitolata alla Madonna della Pace.
(Andrea Teofrasto)