Tutte le FOTO della festa dei Fuochi di Sant'Antonio Abate a Giovinazzo
Il racconto in immagini di una lunga serata
lunedì 20 gennaio 2025
10.39
Musica, tradizione, bontà culinarie, senso di comunità. E fiumi di vino, tante fave cotte all'interno de "le pignatidde" e tante olive, accompagnate dagli immancabili "frèsidde".
C'è tutto questo nella giornata più attesa dell'inverno dai giovinazzesi, la domenica successiva alla solennità liturgica che celebra Sant'Antonio Abate.
Erano migliaia per le strade dei vari quartieri per far festa e ritrovarsi di fianco al fuoco, simbolo di luce e di speranza verso un futuro luminoso, in cui il male possa essere scacciato indietro, portando prosperità e pace.
A Giovinazzo i Fuochi di Sant'Antonio Abate sono stati coordinati dalla cooperativa Jobra, alla sua prima organizzazione. Tante le polemiche che hanno preceduto la vigilia, sale ormai consueto su una manifestazione che da una quindicina d'anni è stata istituzionalizzata e non lasciata al confuso "fare" di gruppi di privati. Molto interessanti gli itinerari proposti con professionalità qualificate dall'Infopoint turistico in mattinata e poi a sera ha attratto tantissimi visitatori la rievocazione della cacciata del Principe Orsini dalla città in piazza Vittorio Emanuele II. E poi azzeccata la novità dello spettacolo di luci su Palazzo Devenuto (in piazza). Il concerto conclusivo in chiave folk di Sossio Banda e U'Munacidd sono stati la ciliegina sulla torta in note, già ben animata dalle street band.
Interessanti sono stati anche gli spazi gestiti da gruppi ed associazioni: due su tutti, quello in Villa Comunale degli Amici della Musica e quello in piazza Meschino, con la gioia dei giovanissimi scout del gruppo AGESCI che lo hanno animato ed hanno contagiato i presenti. Divertente il piano bar di via Marina, condito da tanto vino, dalle immancabili fave e dalle olive fatte in casa. In via Agostino Gioia c'erano gli ultras AFP, in una piazza don Stallone mai vista così piena c'erano i ragazzi dell'associazione DueEmme, mentre sul lungomare di Ponente spazio al falò di vicinato, raccolto e molto tradizionale.
Un plauso va poi alle parrocchie Sant'Agostino e San Giuseppe. Nel primo caso per il Fuoco più alto in città, il secondo per la bellezza di una comunità che sa esserlo fino in fondo ed in tutti i periodi dell'anno.
Storici i falò di piazza Benedettine, piazza Costantinopoli (a proposito, complimenti all'Arciconfraternita del Carmine ed a quella di Maria SS di Costantinopoli per aver tenuto aperti i gioielli rappresentati dalle chiese di San Giovanni Battista e della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli). Un plauso poi va alle famiglie Barbuto-Eplite-Depalo che hanno comunque acceso il falò di piazza Duomo, anche dietro le transenne per il rifacimento del basolato, come accade dal 1930 e forse da prima ancora. Agli eredi, alle future generazioni, il compito di preservare una tradizione meravigliosa.
Corollario alla grande festa anche gli stand del "Puro Cioccolato Festival", organizzata dall'AIRS, con artigiani del settore arrivati da Molise, Abruzzo, Umbria, Piemonte e Sicilia, i quali nelle serate di venerdì 17 e sabato 18 avevano scontato una situazione meteo davvero avversa.
Noi vi raccontiamo questa grande festa attraverso i nostri scatti. I primi, relativi alla mattinata, sono del fotografo Giuseppe Palmiotto. Quelli serali sono invece genuini, non professionali, come il vino rosso che a fiumi è scorso in una serata da ricordare.
Buona la prima per Jobra, che dovrà però migliorare la comunicazione, un punto su cui continueremo a batterci anche con altre associazioni del territorio.
C'è tutto questo nella giornata più attesa dell'inverno dai giovinazzesi, la domenica successiva alla solennità liturgica che celebra Sant'Antonio Abate.
Erano migliaia per le strade dei vari quartieri per far festa e ritrovarsi di fianco al fuoco, simbolo di luce e di speranza verso un futuro luminoso, in cui il male possa essere scacciato indietro, portando prosperità e pace.
A Giovinazzo i Fuochi di Sant'Antonio Abate sono stati coordinati dalla cooperativa Jobra, alla sua prima organizzazione. Tante le polemiche che hanno preceduto la vigilia, sale ormai consueto su una manifestazione che da una quindicina d'anni è stata istituzionalizzata e non lasciata al confuso "fare" di gruppi di privati. Molto interessanti gli itinerari proposti con professionalità qualificate dall'Infopoint turistico in mattinata e poi a sera ha attratto tantissimi visitatori la rievocazione della cacciata del Principe Orsini dalla città in piazza Vittorio Emanuele II. E poi azzeccata la novità dello spettacolo di luci su Palazzo Devenuto (in piazza). Il concerto conclusivo in chiave folk di Sossio Banda e U'Munacidd sono stati la ciliegina sulla torta in note, già ben animata dalle street band.
Interessanti sono stati anche gli spazi gestiti da gruppi ed associazioni: due su tutti, quello in Villa Comunale degli Amici della Musica e quello in piazza Meschino, con la gioia dei giovanissimi scout del gruppo AGESCI che lo hanno animato ed hanno contagiato i presenti. Divertente il piano bar di via Marina, condito da tanto vino, dalle immancabili fave e dalle olive fatte in casa. In via Agostino Gioia c'erano gli ultras AFP, in una piazza don Stallone mai vista così piena c'erano i ragazzi dell'associazione DueEmme, mentre sul lungomare di Ponente spazio al falò di vicinato, raccolto e molto tradizionale.
Un plauso va poi alle parrocchie Sant'Agostino e San Giuseppe. Nel primo caso per il Fuoco più alto in città, il secondo per la bellezza di una comunità che sa esserlo fino in fondo ed in tutti i periodi dell'anno.
Storici i falò di piazza Benedettine, piazza Costantinopoli (a proposito, complimenti all'Arciconfraternita del Carmine ed a quella di Maria SS di Costantinopoli per aver tenuto aperti i gioielli rappresentati dalle chiese di San Giovanni Battista e della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli). Un plauso poi va alle famiglie Barbuto-Eplite-Depalo che hanno comunque acceso il falò di piazza Duomo, anche dietro le transenne per il rifacimento del basolato, come accade dal 1930 e forse da prima ancora. Agli eredi, alle future generazioni, il compito di preservare una tradizione meravigliosa.
Corollario alla grande festa anche gli stand del "Puro Cioccolato Festival", organizzata dall'AIRS, con artigiani del settore arrivati da Molise, Abruzzo, Umbria, Piemonte e Sicilia, i quali nelle serate di venerdì 17 e sabato 18 avevano scontato una situazione meteo davvero avversa.
Noi vi raccontiamo questa grande festa attraverso i nostri scatti. I primi, relativi alla mattinata, sono del fotografo Giuseppe Palmiotto. Quelli serali sono invece genuini, non professionali, come il vino rosso che a fiumi è scorso in una serata da ricordare.
Buona la prima per Jobra, che dovrà però migliorare la comunicazione, un punto su cui continueremo a batterci anche con altre associazioni del territorio.