«È tutta un’altra storia»
L’unità d’Italia rivista attraverso documenti d’archivio
domenica 25 gennaio 2015
10.59
Briganti o patrioti. La storia ufficiale ci ha consegnato i contadini meridionali, quelli che si ribellarono all'esercito piemontese, come bande di briganti, a cui si univano renitenti alla leva e sbandati dell'esercito borbonico.
Una rilettura della stessa storia invece indica gli stessi contadini come patrioti, i primi veri partigiani, coloro che tentarono di difendere il sud Italia dall'invasione piemontese. Perché di invasione si trattò. È una rilettura degli anni dell'Unità d'Italia, che Antonella Musitano, autrice del libro "Sud, tutta un'altra storia" ha proposto e svelato attraverso una lunga ricerca di documenti d'archivio. Edito da "Laruffa", il libro è stato presentato ieri sera nella sala San Felice a cura della Pro Loco. Che il Regno delle due Sicilie fosse uno stato molto più ricco e con un bassissimo debito pubblico, rispetto al Regno Sabaudo, è un dato acquisito. Che i forzieri delle banche meridionali fossero colmi di ricchezze, è anche questo un dato certo.
Con l'arrivo dell'esercito piemontese, l'Unità d'Italia diventa un saccheggio di risorse e beni che dal sud furono trasferiti nelle banche del nord. Nasce qui la Questione Meridionale che a distanza di 150 anni non è ancora risolta. Attraverso la figura di Ferdinando Mittiga, proprietario terriero di Platì, in Calabria, diventato patriota per la popolazione locale, brigante per i Piemontesi, la Musitano ha costruito il suo romanzo storico. Ripercorre le vicende realmente accadute della banda Mittiga che tentò di riportare sul trono delle Due Sicilie i Borboni, contando sull'appoggio di tutta la popolazione locale. Un tentativo che finì con una feroce repressione, con l'esercito Sabaudo che si rese protagonista di stragi, fucilazioni sommarie e deportazioni, pur di fare il vuoto intorno ai "ribelli", marchiati come briganti.
Furono poi abolite le barriere doganali, impoverendo così i territori del sud, furono imposti funzionari e dirigenti del nord ad amministrare l'ormai ex Regno Borbonico, aumentò anche la pressione fiscale ai danni delle popolazioni meridionali, considerate da quel momento parassite e dedite alla delinquenza. Con l'Unità d'Italia, quindi, si è creato quel meccanismo economico che non ha saputo o voluto vedere nel sud una occasione. Ancora oggi, in piena crisi finanziaria il meridione è visto come un problema e non come una risorsa.
Insomma, alla fine, la storia così riletta, diventa di pressante attualità.
Una rilettura della stessa storia invece indica gli stessi contadini come patrioti, i primi veri partigiani, coloro che tentarono di difendere il sud Italia dall'invasione piemontese. Perché di invasione si trattò. È una rilettura degli anni dell'Unità d'Italia, che Antonella Musitano, autrice del libro "Sud, tutta un'altra storia" ha proposto e svelato attraverso una lunga ricerca di documenti d'archivio. Edito da "Laruffa", il libro è stato presentato ieri sera nella sala San Felice a cura della Pro Loco. Che il Regno delle due Sicilie fosse uno stato molto più ricco e con un bassissimo debito pubblico, rispetto al Regno Sabaudo, è un dato acquisito. Che i forzieri delle banche meridionali fossero colmi di ricchezze, è anche questo un dato certo.
Con l'arrivo dell'esercito piemontese, l'Unità d'Italia diventa un saccheggio di risorse e beni che dal sud furono trasferiti nelle banche del nord. Nasce qui la Questione Meridionale che a distanza di 150 anni non è ancora risolta. Attraverso la figura di Ferdinando Mittiga, proprietario terriero di Platì, in Calabria, diventato patriota per la popolazione locale, brigante per i Piemontesi, la Musitano ha costruito il suo romanzo storico. Ripercorre le vicende realmente accadute della banda Mittiga che tentò di riportare sul trono delle Due Sicilie i Borboni, contando sull'appoggio di tutta la popolazione locale. Un tentativo che finì con una feroce repressione, con l'esercito Sabaudo che si rese protagonista di stragi, fucilazioni sommarie e deportazioni, pur di fare il vuoto intorno ai "ribelli", marchiati come briganti.
Furono poi abolite le barriere doganali, impoverendo così i territori del sud, furono imposti funzionari e dirigenti del nord ad amministrare l'ormai ex Regno Borbonico, aumentò anche la pressione fiscale ai danni delle popolazioni meridionali, considerate da quel momento parassite e dedite alla delinquenza. Con l'Unità d'Italia, quindi, si è creato quel meccanismo economico che non ha saputo o voluto vedere nel sud una occasione. Ancora oggi, in piena crisi finanziaria il meridione è visto come un problema e non come una risorsa.
Insomma, alla fine, la storia così riletta, diventa di pressante attualità.