Turismo in Puglia: Bari batte Lecce, Vieste è la più ambita. Giovinazzo ancora indietro

I nuovi dati di Pugliapromozione relativi al 2021

mercoledì 13 aprile 2022
A cura di Gianluca Battista
Il derby del turismo nel 2021 se lo aggiudica Bari, che supera per presenze Lecce, ma il Salento ha la meglio sull'Area Metropolitana del capoluogo e Vieste resta la regina di Puglia, soprattutto in estate.

È questo il quadro che emerge dalla lettura del nuovo report annuale dell'Osservatorio regionale per il Turismo di Pugliapromozione, l'agenzia che si occupa del settore inevitabilmente divenuto trainante per l'economia di casa nostra.

In testa alla classifica c'è dunque Vieste con 1.969.531 arrivi, di cui 297.768 dall'estero, mercato in contrazione in Puglia per via della pandemia, con un 2021 in cui solo francesi e tedeschi sembrano aver scommesso sulla nostra regione con decisione (rispettivamente il 19 ed il 18% degli arrivi da altre nazioni).

Al secondo posto c'è Ugento, che scavalca Peschici, altra località garganica e poi Bari. Il capoluogo vince la sfida con l'eterna rivale Lecce grazie a 624.271 presenze, di cui 237.637 di stranieri. E proprio la città di San Nicola è la seconda meta preferita per chi è arrivato da oltreconfine lo scorso anno, con una proiezione lusinghiera anche per il 2022.

Bene pure le salentine Lecce, Gallipoli e Melendugno, quest'ultima grazie al tratto costiero tra San Foca e Otranto, con il villaggio di Conca Specchiulla e la zona degli Alimini da decenni meta di tanti settentrionali e stranieri.

Monopoli è l'unica altra località del Barese presente nella top fifteen grazie a 354.150 visitatori complessivi ed un'ascesa nel 2021 più marcata rispetto all'anno precedente, totalmente pandemico e senza vaccini. Nella Terra di Bari bene anche Alberobello e Polignano a Mare, che con il capoluogo regionale e la stessa Monopoli ospitano il 75% degli arrivi nella ex provincia. Spiccioli lasciati ad altre località, quali Altamura e Gravina in Puglia per la Murgia, la bella Conversano e Locorotondo in Valle d'Itria.

E Giovinazzo?

La piccola perla adriatica resta indietro, con un calo netto rispetto al 2019, vissuto sulla pelle degli albergatori, nonostante l'ottima ripresa estiva. C'è tuttavia ancora molto da fare in tema di ricettività e soprattutto di attrattività fuori dalla bella stagione, quando Giovinazzo sembra da anni avvolta da un inspiegabile letargo e la pandemia spiega i suoi effetti solo per il biennio 2020-2021, non certamente prima.

Chiunque amministrerà la città dalla prossima estate dovrà pensare ad un rilancio definitivo che passi innanzitutto da interventi ad una parte del tratto costiero (i turisti vogliono spiagge fruibili e servizi, non scogli appuntiti e rifiuti) ed a realizzare percorsi misti tra pubblico e privato (Monopoli e Polignano sono all'avanguardia in tal senso) per incentivare presenze, che pure ci sono per pranzare o cenare a Giovinazzo, e portare i visitatori a fermarsi per più giorni.
Ed infine una osservazione banale ma fondamentale: le località turistiche non chiudono alle 14.00, ma restano vive, aperte, quasi 24 ore su 24. Agli operatori commerciali, ai parroci, alle confraternite ed alle associazioni, l'onere di farsi carico di questo aspetto che altrove, anche in Puglia, è stato compreso e digerito da tempo.