«Troppa criminalità in Puglia. Lo Stato intervenga»

I 5 Stelle scrivono ad Alfano. E sui roghi giovinazzesi dicono: «Vandalismo o ritorsioni le cause»

venerdì 27 febbraio 2015 10.27
Un atto richiesto esplicitamente dalla candidata governatrice per il Movimento 5 Stelle, Antonella Laricchia, all'indomani dell'omicidio di Adelfia dei primi di febbraio. E lo fanno con una nuova interrogazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano presentata a Montecitorio dai deputati pugliesi Giuseppe Brescia, Emanuele Scagliusi, Diego De Lorenzis, Giuseppe L'Abbate e Francesco Cariello, in cui elencano una serie di oltre venti episodi ritenuti gravi, tra omicidi, rapine ed atti di vandalismo che hanno interessato la Puglia nei mesi di dicembre e gennaio.

«Episodi gravissimi che sono oramai all'ordine del giorno e che, purtroppo, mettono in serio pericolo la sicurezza dei cittadini - dichiarano i portavoce pugliesi 5 Stelle -. Non è pensabile che un padre che sta camminando tranquillamente per strada con suo figlio si ritrovi al centro di una sparatoria o che ad un uomo all'interno di una agenzia di scommesse gli venga puntata una pistola alla tempia da un rapinatore. Con questa ennesima richiesta di attenzione al ministro dell'Interno, abbiamo presentato solo alcuni dei principali atti criminosi avvenuti appena nell'ultimo periodo nella città di Bari e nella provincia. Ne seguiranno altri - continuano Brescia, Scagliusi, De Lorenzis, L'Abbate e Cariello - per le altre zone della Puglia e non ci fermeremo fino a quando il ministro non prenderà seri provvedimenti per garantire la sicurezza di tutti i cittadini pugliesi».

Un'interrogazione sulla criminalità in Puglia che segue quella già presentata sullo stesso tema dal deputato Giuseppe Brescia a settembre del 2013 ed alla quale il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico aveva risposto assicurando la «grande attenzione riservata alle problematiche della provincia barese», aggiungendo che in Puglia la carenza di organico delle forze dell'ordine corrisponde «a un'aliquota del -10% circa, rispetto al -14,2% della media nazionale». A Giovinazzo, ad esempio, il presidio dell'Arma dei Carabinieri (composto da poco più di dieci unità) copre un'area molto vasta, incastonata tra il nord barese, la città di Bitonto e i quartieri baresi di San Pio e San Paolo e quindi particolarmente incline alla criminalità se viene meno la presenza costante sul territorio.

«Ma il problema sicurezza - ci tiene a precisare il giovinazzese Mimmo Depergola del Movimento 5 Stelle - riguarda tutta l'Italia e non risparmia la nostra città. Se lo Stato non garantirà quanto prima il reddito di cittadinanza, la situazione peggiorerà. Alla delinquenza cronica - ha continuato - si è aggiunta quella della necessità, quella che si sconfigge con il reddito di sussistenza, ovvero una delle nostre proposte per uscire dal buio. Per quella cronica, l'attuale governo continua l'opera di smantellamento delle forze dell'ordine privandole di innumerevoli risorse, per non parlare del carburante che manca ai mezzi di servizio. Risolvere questo problema è dunque impossibile senza prima eliminare le vere cause, cioè la mancanza di lavoro o il reddito di sopravvivenza».

E tra i fenomeni che connotano ulteriormente il contesto criminale di Giovinazzo, elevando il livello di allarme sociale, c'è quello degli incendi di autovetture, verificatisi in particolare negli anni passati, la cui matrice è ancora incerta, non potendo però escludere una regia di piromani con precise strategie ritorsive. Ma basterebbero delle semplici telecamere nei punti nevralgici della città per arginare il fenomeno? «Assolutamente no» secondo Depergola.

«Riteniamo che le ipotesi di accensione dei roghi notturni - prosegue l'attivista del M5S - siano due: il vandalismo puro oppure, in numero più consistente, la ritorsione nei confronti dei proprietari delle autovetture. Un'ipotesi, quest'ultima, che mi fa venire in mente la frase simbolo del film "Karate Kid", ovvero "metti la cera, togli la cera". Ergo, le telecamere non servono perché gli incendi notturni impiegano le poche forze dell'ordine presenti in città. E come dice un detto antico - ha chiosato ironico - "quando il gatto non c'è, i topi ballano"».