Tre operai licenziati, poi riassunti ma in cassa integrazione

Vertenza alla "Pino Spagnoletti", interviene il deputato Dario Ginefra

giovedì 29 gennaio 2015 18.14
Tre dipendenti licenziati per esubero e uno sciopero durato cinque giorni che ha fermato le attività della "Industria del legno Pino Spagnoletti s.r.l.", l'azienda che ha sede a Giovinazzo e che produce cofani funebri.

Tre licenziamenti che sono stati contestati dalle maestranze, 35 operai, che hanno subito aperto una vertenza con l'aiuto del sindacato "Fillea Cgil" e che è diventata oggetto di una interrogazione a risposta scritta rivolta al ministro dell'Interno, presentata dal deputato barese Dario Ginefra del Partito Democratico, dove si ipotizza il comportamento antisindacale dell'azienda. «In data 2 gennaio 2015 - si legge nella interrogazione - la società ha provveduto a comunicare, a mezzo raccomandata a.r., ad alcuni dipendenti, l'intenzione di procedere nei loro confronti al licenziamento per un presunto giustificato motivo oggettivo. I lavoratori hanno indetto, per il tramite della propria organizzazione sindacale di riferimento, uno sciopero "avverso i licenziamenti discriminatori intimati ai propri colleghi, ma anche al fine di far cessare tutte le condotte datoriali che si sono poste in contrasto con la disciplina del rapporto di lavoro così come definita dalla legge e dal CCNL di settore". Si chiede quindi al ministro interrogato se non intenda, attraverso l'Ufficio Territoriale del Governo, promuovere un incontro tra le parti al fine di favorire il confronto tra le stesse».

E l'incontro dopo i cinque giorni di sciopero, tra i vertici provinciali del sindacato e l'azienda è avvenuto nell'ufficio territoriale del lavoro. «Siamo riusciti a convincere la "Pino Spagnoletti" - ha affermato il segretario provinciale della FIllea Cgil, Ignazio Savino - a ritirare le lettere di licenziamento. Contestualmente abbiamo ottenuto la cassa integrazione per i tre dipendenti, in attesa di ricostruire l'intera vicenda». Ma la vertenza nei confronti della "Pino Spagnoletti non si è conclusa «Naturalmente gli operai sono rientrati al lavoro - afferma ancora Savino - ad eccezione dei tre che sono in cassa interazione, ma questo risultato non fermerà la nostra azione nei confronti di quella azienda. La vertenza andrà avanti, perché riteniamo che le condizioni di lavoro delle maestranze non siano proprio ottimali. Per di più abbiamo potuto verificare il comportamento antisindacale del titolare dell'azienda che non si è palesato solo in occasione di questa vicenda». Condizioni di lavoro che sono riprese anche nell'interrogazione di Ginefra.

«L'organizzazione sindacale - scrive il deputato - denuncia che ad aggravare la già pesante situazione si è aggiunto anche l'ulteriore gravissimo comportamento posto dal titolare il quale, nella giornata del 15 gennaio 2015, alle ore 08.00, già presente in azienda, si è recato presso il presidio dei lavoratori scioperanti regolarmente posto a circa 100 metri lontano dall'ingresso della stessa ed ha intimato ai lavoratori presenti di rientrare al lavoro e di disdettare la loro adesione alla organizzazione sindacale in quanto per loro dannosa».

Una comportamento che potrebbe valere anche una segnalazione all'Autorità Giudiziaria.