«Tra gli obiettivi di colonizzazione dei Capriati rientrerebbe Giovinazzo»

Lo afferma l'Antimafia che, nel 2020, ha documentato la presenza di un’articolazione dell’ex clan Di Cosola

domenica 2 ottobre 2022 06.00
A cura di Nicola Miccione
«Tra gli obiettivi di colonizzazione del clan Capriati rientrerebbero anche i comuni del nord barese di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi, Triggiano e di Palo del Colle». È un passaggio della relazione semestrale fatta dalla Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre 2021 e di recente depositata in Parlamento.

Per l'Antimafia «la contiguità dell'area urbana con quella metropolitana favorisce l'interazione criminale tra il capoluogo barese ed i comuni della provincia dove attraverso un radicamento "a macchia di leopardo" i sodalizi cittadini tendono ad esercitare la propria influenza su gran parte delle attività delittuose localmente condotte. Lo spaccato analitico - si legge a pagina 187 - si manifesta con una spartizione delle aree di influenza stabilita sulla base del loro rapporto di forza».

Inoltre, «le complesse dinamiche criminali che caratterizzano la città metropolitana di Bari si riverberano inevitabilmente ed inarrestabilmente sui precari equilibri mafiosi di volta in volta raggiunti dai potenti clan che da sempre si contendono il predominio territoriale nel capoluogo pugliese e in quello della provincia di Bari. Il risultato è quello di un perdurante stato di fibrillazione del contesto criminale in alcuni periodi latente» e in altri «accentuato e con manifestazioni violente».

È quanto emerge dalla relazione dell'Antimafia che rimarca come «tra gli obiettivi di colonizzazione del clan Capriati rientrerebbe Giovinazzo», dove nel 2020 è stata documentata «la presenza di un'articolazione dell'ex clan Di Cosola». L'analisi fa emergere «delitti che sottendono a decisioni criminali adottate dai potenti vertici delle organizzazioni e che lasciano presagire mutamenti negli assetti criminali o più semplicemente» dei «taciti accordi di non belligeranza e ingerenza».

Come per Bari «anche in provincia gli interessi delle consorterie convergono verso la gestione del mercato della droga e delle estorsioni e si confermano fonte di reddito e strumento d'affermazione di potere sul territorio. Non mancano, infine, le infiltrazioni nel settore della pubblica amministrazione dove i tentacoli mafiosi trovano fertile terreno nella cosiddetta "zona grigia"», rileva l'Antimafia che pone l'accento sui rapporti commerciali tenuti dai clan con i gruppi criminali locali.

L'analisi degli eventi del secondo semestre 2021 a Bari e in provincia ha «confermato la brama di potere di uno dei gruppi più agguerriti del clan Strisciuglio» che «ha portato allo scontro armato con la componente Palermiti dei Parisi», mentre, «sotto il profilo evolutivo la campagna espansionistica dell'articolazione degli Strisciuglio del quartiere San Paolo potrebbe indurre importanti mutamenti dei vari assetti criminali interni alla compagine mafiosa degli stessi Strisciuglio».

Lo scenario del narcotraffico «in continua evoluzione è fortemente influenzato - è scritto a pagina 179 - dalla vicinanza dell'Albania e dai traffici di stupefacenti provenienti dai Balcani». Nei rapporti tra la criminalità pugliese e le consorterie albanesi appare infine «consolidato il ruolo di punta assunto da queste ultime che tendono ad utilizzare i canali gestiti dalle cosche pugliesi per il trasporto delle sostanze stupefacenti anche oltre Regione verso poi un mercato internazionale».

«Anche i reati contro il patrimonio e in modo particolare le rapine consumate nei confronti dei portavalori e degli autotrasportatori di generi alimentari - conclude la relazione della Dia - costituiscono un business di interesse per la criminalità locale» che continua a costituire un fattore di grave pregiudizio alla vita comune.