Toti vs Emiliano, prove tecniche di dialogo
I due Governatori ospiti di "Everest 2015"
sabato 5 settembre 2015
05.00
Ti aspetti un confronto serrato, a tratti aspro, e ne vien fuori un botta e risposta che è parso a molti come una sorta di prova per ritrovare il dialogo tra centro-destra e centro-sinistra, interrotto qualche tempo fa, almeno sulle grandi riforme da attuare.
Giovanni Toti e Michele Emiliano sono stati ospiti di "Everest 2015", il campus politico dei giovani di Forza Italia, organizzato presso l'hotel Riva del Sole di Giovinazzo dalla Fondazione Italia protagonista di Maurizio Gasparri, presente con i maggiori leader regionali nella struttura tensostatica allestita in riva al mare.
Il confronto tra i Governatori di Liguria e Puglia è stato moderato dal Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tommaso, che è partito da una riflessione sull'attuale situazione nazionale. Per Giovanni Toti «questo Paese è stato per anni bloccato dall'antiberlusconismo, poiché il berlusconismo, sin dal 1994, è stato pensato come una idea della politica del fare. Una ideologia post-marxista - ha proseguito - continua invece ad insinuarsi ed a tentare di riportare a galla quello spettro, anche attraverso campagne mediatiche assurde».
Molto disteso ed a suo agio davanti ad una platea di diversa area politica, Michele Emiliano ha invece rimarcato come «Berlusconi resterà una personalità della politica italiana alla quale i sussidiari, contrariamente a quanto avverrà per alcuni ex esponenti della sinistra, dedicheranno almeno una pagina. Non invidio invece Renzi - ha poi proseguito ironico -, poiché fare il leader del centro-sinistra è affare per uno stuntman. Ritengo - ha poi aggiunto - che Berlusconi non si è affatto arreso o defilato, ma sta solo riposizionando le truppe, per dirla in gergo militare. Di certo, non ho timore a dirlo, il Cavaliere nell'ultimo periodo l'ho ritrovato come un uomo dai forti istinti positivi, che non molla. D'altronde - ha ironizzato il Governatore pugliese - è lui ad aver insegnato alla sinistra il senso dell'umorismo anche in politica».
Quanto alle alleanze, Toti ha ribadito di essere un bipolarista convinto, evidenziando come vi sia una esigenza «di collaborazione tra centro-destra e centro-sinistra su temi di grande importanza per il Paese. Abbiamo bisogno di rafforzare questa idea bipolare, altrimenti c'è un forte rischio che vi sia un terzo incomodo che possa infilarsi». E sui successori di Berlusconi ha tagliato corto: «per me il leader resta lui, per quanti anni ci verrà conservato. Nessun contrasto con Fitto, che stimo, ma solo l'idea che abbia operato, a mio modesto parere, una scelta sbagliata».
Importante il suo passaggio, condiviso da Emiliano, sull'esigenza di «una spending review equamente distribuita. Agli Enti locali - ha ribadito Toti - questo Governo e quelli precedenti hanno tagliato circa il 30% dei conferimenti, mentre per le spese relative al potere centrale sono state solo del 15%. Ecco, vorrei una redistribuzione più equa degli sforzi richiesti. I vincoli dei patti di stabilità possono essere cappi al collo degli Enti locali. Chi governa - ha concluso - deve ricordare che bisogna solo fare l'interesse della gente».
Gli ha fatto eco Emiliano, stuzzicato dal Direttore De Tommaso, su una sua presunta leadership tra i Governatori meridionali, quasi come un Renzi del Mezzogiorno. Il Presidente pugliese ha spostato il tiro della domanda affermando : «La questione meridionale non può sempre essere affrontata come se si parlasse di una riserva indiana. Quello che chiedo e che ci vuole per il Sud - ha dichiarato - è un trattamento uguale ad altre regioni. Tutti i politici che ricoprono incarichi nazionali - ha poi sottolineato con forza - si macchierebbero di alto tradimento se non mettessero lo sviluppo del Mezzogiorno in cima all'agenda dell'azione governativa».
Diversi i pensieri tra i due, ed era inevitabile, sull'alleato leghista di Toti. Per il Governatore della Liguria «ci stiamo attrezzando per vincere anche le amministrative nella grandi città dove si vota il prossimo anno. La Lega Nord e tutte le anime del centro-destra - ha poi detto - vincono se vanno compatte alle urne, pur con le loro diversità». Emiliano ha replicato che «anche gli amici di destra pugliesi non sono certo insensibili all'accoglienza, ad immagini come quella di un bimbo annegato. Ecco, questa credo sia la grande differenza con la Lega Nord - ha ammonito -. In Puglia siamo gente abituata ad accogliere ed il centro-destra lo ha fatto eccome, ad esempio, quando governava Brindisi. Ribadisco un concetto - ha chiosato incalzato da una domanda di De Tommaso sui treni ad alta velocità che dovrebbero arrivare fino al Mezzogiorno -: l'Italia ha bisogno di un Sud equivalente al Nord, a partire dai trasporti e dalle infrastrutture».
Giovinazzo si è trasformata in questa tre giorni, appena iniziata, in un grande palcoscenico su cui discutere di grandi tematiche di livello nazionale. Le distanze tra i due fronti, stando al dibattito di ieri sera, non sembrano incolmabili ed intese su riforme fondamentali alla crescita del Paese non appaiono impossibili. Ma la politica, si sa, è mutevole, cambia ad ogni ora.
Quel che resta è l'impressione di un centro-destra che vuole ricostruirsi partendo dalla base, dai giovani, dalle sezioni, dalle forze fresche sparse sul territorio, radunatesi a Giovinazzo. Forze che possono crescere anche grazie a confronti come quello fra Toti ed Emiliano.
Giovanni Toti e Michele Emiliano sono stati ospiti di "Everest 2015", il campus politico dei giovani di Forza Italia, organizzato presso l'hotel Riva del Sole di Giovinazzo dalla Fondazione Italia protagonista di Maurizio Gasparri, presente con i maggiori leader regionali nella struttura tensostatica allestita in riva al mare.
Il confronto tra i Governatori di Liguria e Puglia è stato moderato dal Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tommaso, che è partito da una riflessione sull'attuale situazione nazionale. Per Giovanni Toti «questo Paese è stato per anni bloccato dall'antiberlusconismo, poiché il berlusconismo, sin dal 1994, è stato pensato come una idea della politica del fare. Una ideologia post-marxista - ha proseguito - continua invece ad insinuarsi ed a tentare di riportare a galla quello spettro, anche attraverso campagne mediatiche assurde».
Molto disteso ed a suo agio davanti ad una platea di diversa area politica, Michele Emiliano ha invece rimarcato come «Berlusconi resterà una personalità della politica italiana alla quale i sussidiari, contrariamente a quanto avverrà per alcuni ex esponenti della sinistra, dedicheranno almeno una pagina. Non invidio invece Renzi - ha poi proseguito ironico -, poiché fare il leader del centro-sinistra è affare per uno stuntman. Ritengo - ha poi aggiunto - che Berlusconi non si è affatto arreso o defilato, ma sta solo riposizionando le truppe, per dirla in gergo militare. Di certo, non ho timore a dirlo, il Cavaliere nell'ultimo periodo l'ho ritrovato come un uomo dai forti istinti positivi, che non molla. D'altronde - ha ironizzato il Governatore pugliese - è lui ad aver insegnato alla sinistra il senso dell'umorismo anche in politica».
Quanto alle alleanze, Toti ha ribadito di essere un bipolarista convinto, evidenziando come vi sia una esigenza «di collaborazione tra centro-destra e centro-sinistra su temi di grande importanza per il Paese. Abbiamo bisogno di rafforzare questa idea bipolare, altrimenti c'è un forte rischio che vi sia un terzo incomodo che possa infilarsi». E sui successori di Berlusconi ha tagliato corto: «per me il leader resta lui, per quanti anni ci verrà conservato. Nessun contrasto con Fitto, che stimo, ma solo l'idea che abbia operato, a mio modesto parere, una scelta sbagliata».
Importante il suo passaggio, condiviso da Emiliano, sull'esigenza di «una spending review equamente distribuita. Agli Enti locali - ha ribadito Toti - questo Governo e quelli precedenti hanno tagliato circa il 30% dei conferimenti, mentre per le spese relative al potere centrale sono state solo del 15%. Ecco, vorrei una redistribuzione più equa degli sforzi richiesti. I vincoli dei patti di stabilità possono essere cappi al collo degli Enti locali. Chi governa - ha concluso - deve ricordare che bisogna solo fare l'interesse della gente».
Gli ha fatto eco Emiliano, stuzzicato dal Direttore De Tommaso, su una sua presunta leadership tra i Governatori meridionali, quasi come un Renzi del Mezzogiorno. Il Presidente pugliese ha spostato il tiro della domanda affermando : «La questione meridionale non può sempre essere affrontata come se si parlasse di una riserva indiana. Quello che chiedo e che ci vuole per il Sud - ha dichiarato - è un trattamento uguale ad altre regioni. Tutti i politici che ricoprono incarichi nazionali - ha poi sottolineato con forza - si macchierebbero di alto tradimento se non mettessero lo sviluppo del Mezzogiorno in cima all'agenda dell'azione governativa».
Diversi i pensieri tra i due, ed era inevitabile, sull'alleato leghista di Toti. Per il Governatore della Liguria «ci stiamo attrezzando per vincere anche le amministrative nella grandi città dove si vota il prossimo anno. La Lega Nord e tutte le anime del centro-destra - ha poi detto - vincono se vanno compatte alle urne, pur con le loro diversità». Emiliano ha replicato che «anche gli amici di destra pugliesi non sono certo insensibili all'accoglienza, ad immagini come quella di un bimbo annegato. Ecco, questa credo sia la grande differenza con la Lega Nord - ha ammonito -. In Puglia siamo gente abituata ad accogliere ed il centro-destra lo ha fatto eccome, ad esempio, quando governava Brindisi. Ribadisco un concetto - ha chiosato incalzato da una domanda di De Tommaso sui treni ad alta velocità che dovrebbero arrivare fino al Mezzogiorno -: l'Italia ha bisogno di un Sud equivalente al Nord, a partire dai trasporti e dalle infrastrutture».
Giovinazzo si è trasformata in questa tre giorni, appena iniziata, in un grande palcoscenico su cui discutere di grandi tematiche di livello nazionale. Le distanze tra i due fronti, stando al dibattito di ieri sera, non sembrano incolmabili ed intese su riforme fondamentali alla crescita del Paese non appaiono impossibili. Ma la politica, si sa, è mutevole, cambia ad ogni ora.
Quel che resta è l'impressione di un centro-destra che vuole ricostruirsi partendo dalla base, dai giovani, dalle sezioni, dalle forze fresche sparse sul territorio, radunatesi a Giovinazzo. Forze che possono crescere anche grazie a confronti come quello fra Toti ed Emiliano.