Terremoto, cosa è successo? Risponde il prof. Colonna
Ospite del Circolo Unione sabato per presentare un suo libro, è stato da noi intercettato. Ecco cosa ci ha detto sulla scossa di venerdì scorso
mercoledì 14 novembre 2018
La scossa di terremoto avvertita nitidamente in tutta la Città Metropolitana di Bari venerdì scorso, 9 novembre, ha creato parecchia apprensione nella popolazione di tutta la ex provincia barese e della Bat. Non si è trattato di una magnitudo elevatissima (3.5), ma non certo consueta dalle nostre parti.
Ed allora abbiamo chiesto al professor Vincenzo Colonna, già Direttore del Dipartimento di Scienza della Terra dell'Università della Calabria, nonché docente Uniba, di spiegarci cosa è successo. Lo abbiamo incontrato al Circolo Unione di Giovinazzo prima della presentazione del suo libro "Dai minerali alle gemme". Ecco cosa ci ha spiegato.
Professore, innanzitutto grazie per la disponibilità. Ci può spiegare in termini semplici cosa è accaduto venerdì scorso?
Per spiegarlo, bisogna fare un passo indietro, al 29 agosto di quest'anno. A sud-ovest di Altamura fu registrata una scossa di terremoto con epicentro a 38 km di profondità. Venerdì 9 novembre, la scossa ha avuto origine 5 km a nord-est della città murgiana, ma alla medesima profondità. Questo potrebbe voler dire che si tratta della stessa faglia. Solo che nel primo caso si è trattato di una scossa di intensità pari ad 1.7 della scala Richter, mentre quella della scorsa settimana ha toccato i 3.5, facendosi sentire di più. Bisogna sempre tenere presente che per la tettonica a zolla il Tirreno si sta aprendo, mentre in Adriatico c'è un compattamento dell'Italia che si muove pian piano verso Est in senso anti-orario. Attendiamo comunque gli esiti dello studio dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia che comunicherà con certezza se questa analisi può essere corretta o se vi sono altre spiegazioni plausibili.
Ma non è sempre stato detto che la nostra non è zona sismica? La gente si interroga su questo aspetto ed è disorientata.
La zona murgiana è classificata come area con un pericolo sismico di media entità. Esiste una faglia che però va esaurendo la sua azione. Diversa è la situazione sul Gargano e in Lucania, dove invece sono attive faglie sicuramente più pericolose.
Ed il terremoto avvertito poco meno di un mese fa, con epicentro in Grecia, ha origine simile?
Il terremoto generatosi non lontano da Zacinto, altro non è che l'esito di una faglia adriatica che coinvolge la zona peloponnesiaca e viaggia verso ovest.
Professore ma quindi ci dobbiamo aspettare nuove scosse?
Non mi sento di escluderlo, ma come avete imparato tutti in questi anni, i terremoti non possono essere realmente previsti. Tuttavia non mi pare ci siano condizioni per un allarme di qualsiasi genere.
Tra Tirreno ed Adriatico ci sono gli Appennini. È lì che si sta giocando la partita più seria nel nostro Paese?
Ecco, questo è importante. Gli Appennini, da Sud a Nord, sono attraversati da una faglia di seria entità ed alcuni terremoti che si possono verificare tra Basilicata, Abruzzo e Lazio possono certamente interessare la Puglia fino alla fascia costiera. Non dobbiamo tuttavia farci prendere dalla paura. Sono fenomeni che ciclicamente ci interesseranno, senza tuttavia per questo farci essere troppo preoccupati.
Ed allora abbiamo chiesto al professor Vincenzo Colonna, già Direttore del Dipartimento di Scienza della Terra dell'Università della Calabria, nonché docente Uniba, di spiegarci cosa è successo. Lo abbiamo incontrato al Circolo Unione di Giovinazzo prima della presentazione del suo libro "Dai minerali alle gemme". Ecco cosa ci ha spiegato.
Professore, innanzitutto grazie per la disponibilità. Ci può spiegare in termini semplici cosa è accaduto venerdì scorso?
Per spiegarlo, bisogna fare un passo indietro, al 29 agosto di quest'anno. A sud-ovest di Altamura fu registrata una scossa di terremoto con epicentro a 38 km di profondità. Venerdì 9 novembre, la scossa ha avuto origine 5 km a nord-est della città murgiana, ma alla medesima profondità. Questo potrebbe voler dire che si tratta della stessa faglia. Solo che nel primo caso si è trattato di una scossa di intensità pari ad 1.7 della scala Richter, mentre quella della scorsa settimana ha toccato i 3.5, facendosi sentire di più. Bisogna sempre tenere presente che per la tettonica a zolla il Tirreno si sta aprendo, mentre in Adriatico c'è un compattamento dell'Italia che si muove pian piano verso Est in senso anti-orario. Attendiamo comunque gli esiti dello studio dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia che comunicherà con certezza se questa analisi può essere corretta o se vi sono altre spiegazioni plausibili.
Ma non è sempre stato detto che la nostra non è zona sismica? La gente si interroga su questo aspetto ed è disorientata.
La zona murgiana è classificata come area con un pericolo sismico di media entità. Esiste una faglia che però va esaurendo la sua azione. Diversa è la situazione sul Gargano e in Lucania, dove invece sono attive faglie sicuramente più pericolose.
Ed il terremoto avvertito poco meno di un mese fa, con epicentro in Grecia, ha origine simile?
Il terremoto generatosi non lontano da Zacinto, altro non è che l'esito di una faglia adriatica che coinvolge la zona peloponnesiaca e viaggia verso ovest.
Professore ma quindi ci dobbiamo aspettare nuove scosse?
Non mi sento di escluderlo, ma come avete imparato tutti in questi anni, i terremoti non possono essere realmente previsti. Tuttavia non mi pare ci siano condizioni per un allarme di qualsiasi genere.
Tra Tirreno ed Adriatico ci sono gli Appennini. È lì che si sta giocando la partita più seria nel nostro Paese?
Ecco, questo è importante. Gli Appennini, da Sud a Nord, sono attraversati da una faglia di seria entità ed alcuni terremoti che si possono verificare tra Basilicata, Abruzzo e Lazio possono certamente interessare la Puglia fino alla fascia costiera. Non dobbiamo tuttavia farci prendere dalla paura. Sono fenomeni che ciclicamente ci interesseranno, senza tuttavia per questo farci essere troppo preoccupati.