"Telefonino, non friggermi la zucca"

Ernesto con le sue orecchie giganti, dieci scienziati e un viaggio tra le nuvole

giovedì 11 giugno 2020 12.22
A cura di La Redazione
La scuola è finita, quest'anno l'ha fatta da padrona la DaD (didattica a distanza), nonostante ciò l'anno scolastico è andato avanti con successo. #La scuola non si ferma.

Si è concluso con due eventi sulla piattaforma Zoom il progetto lettura che ha visto coinvolte le classi II C e II D dell'istituto comprensivo Bavaro-Marconi del plesso don Saverio Bavaro. I bambini hanno dato prova di grande maturità terminando di lavorare durante la DaD alla lettura del libro "Telefonino, non friggermi la zucca!", libro ricevuto, durante lo spettacolo con protagonista Caterina Marzella di Saltoincanto, durante la visita alla biblioteca dei ragazzi di Giovinazzo.

La scelta di questo libro non è stata casuale perché ormai quando usciamo di casa e proviamo a guardarci attorno, con attenzione, cosa notiamo? Persone che chiacchierano tra di loro, che ridono allegramente, che si battono pacche sulle spalle? Persone assorte nella lettura di un bel libro di carta, grande, coinvolgente, frusciante?

Oppure tanti individui intenti a telefonare o a pigiare con le dita gli schermi di smartphone, tablet e aggeggi simili? Che magari parlano a voce alta, gesticolando come matti, senza nessuno accanto? Ebbene, l'idea di leggere questo libro nasce proprio da questa preoccupante visione (che, poi, non è veramente una visione, ma una inconfutabile realtà!) e dal desiderio di provare a cambiare un po' le cose.

O comunque di far capire agli alunni che bisogna usare un po' di cautela nell'affidare le proprie vite ai cellulari e alle nuove tecnologie. Il libro racconta la storia di Ernesto, un bambino al quale i propri genitori incautamente regalano uno smartphone di ultimissima generazione, confidando nella sua capacità di usarlo con moderazione. Cosa che però non avviene.

Già, perché per Ernesto (e per i suoi tanti amichetti) il cellulare è una tentazione troppo forte, talmente forte da spingerlo a usarlo ininterrottamente, fino alle terribili conseguenze: gli crescono le orecchie, gli diventano enormi e bollenti, mentre dalla testa gli escono scintille e tanto fumo e una folata di vento se lo porta letteralmente via, facendolo svolazzare in un mondo di sogno (ma sarà poi davvero un sogno?).

La storia va poi avanti come una fiaba classica, solo che è moderna: invece di draghi, fattucchiere e bacchette magiche, c'è il mostro della tecnologia usata senza ritegno, c'è il chiacchiericcio incontrollato della gente al cellulare a soffocare la voce di chi ha capito che i cellulari possono fare anche molto male, se usati troppo e senza motivo.

E poi c'è il finale come quello di una fiaba (ma non sveliamo troppo, altrimenti che gusto ci sarebbe a leggere il libro?). Insomma, abbiamo voluto affrontare un tema molto serio (i danni - fisici e sociali - che derivano dall'abuso delle tecnologie) in modo ironico e divertente. E la risposta degli alunni ci ha dato più volte ragione: è stata una scelta vincente perché è stata una lettura impegnativa, ma allo stesso tempo divertente.

La lettura del libro "Telefonino, non friggermi la zucca" ha dato l'opportunità ai bambini della II C e della II D di riflettere in modo divertente sull'uso del cellulare e di esplorare gli elementi di base del testo narrativo.

I lettori, insieme alla dirigente Giovanna Domestico e alle insegnanti Cristina Turturro, Vittoria Nappi, Annunziata Depalma, Sabina Cocozza, Concetta Dalbis, Angela Illuzzi, Maria Crocifissa Schiavone e Suor Urszula Zelazko sono stati coinvolti in un turbinio di emozioni. In un primo evento con le esperte Alessandra e Manuela Sciancalepore, gli alunni travestiti da scienziati hanno proposto soluzioni a misura di bambini: ricette e pozioni per il benessere e la felicità.

Martedì 9 giugno, infine, si è tenuta la manifestazione finale. dove i bambini hanno dato prova di ottime qualità canore e recitato e mimato in live alcune parti del libro, dando prova di ottime capacità teatrali e tecnologiche.