Teatro Diffuso, stasera c'è "Il Ballo"
Alle ore 21.30 presso il Vecchio Caffè Amoia
venerdì 1 aprile 2016
13.49
Torna l'appuntamento con il Teatro Diffuso, voluto dai Senza Piume ed Explorer. Stasera, a partire dalle 21.30, si va in scena presso il Vecchio Caffè Amoia con "Il Ballo", uno spettacolo di Daria Paoletta, che è anche la protagonista, e Francesco Niccolini, che ha curato anche l'aspetto drammaturgico.
"Il Ballo" è una pièce tratta da un romanzo breve di Irène Némirovskj,scrittrice russa affermatasi in Francia negli anni '30. La storia racconta di «Una famiglia di arricchiti, provinciali e ignoranti». Riconoscibili «una moglie che non vuole invecchiare e che sa di potersi finalmente godere la vita. Un marito che pensa solo agli affari e non riesce a porre argine alle volontà smodate e ai dispetti della consorte».
«Una figlia quattordicenne che sta abbandonando il corpo di ragazzina crisalide per diventare femmina e donna, con tutto il caleidoscopio di sentimenti, desideri e sofferenze della sua età. Intorno, un mondo di "nemici", secondo la gretta e sprezzante filosofia della padrona di casa: una istitutrice inglese, una maestra di pianoforte, un maggiordomo e una servitù buona solo a rubare pane e stipendio».
Tutta questa umanità varia vive l'attesa di un ballo, un grande ballo che deve segnare, all'interno dell'alta società, un punto a favore della "signora", un momento indimenticabile di affermazione sociale. Ed è tutto pronto, quasi goffamente perfetto, calcolato, organizzato. Ma nessuno ha fatto i conti con una bambina...
Gli eccessi, la voglia di affermazione e libertà in una Parigi che all'epoca era punto di partenza e d'arrivo per le menti libere del tempo. Irène Némirovskj è stata tutto questo, ma anche un talento senza precedenti, affatto incline al compromesso ed al perbenismo, scoperto solo dopo la sua tragica morte ad Auschwitz nel 1942. Di lei si è detto e scritto tanto, ma solo dopo molti anni dalla sua tragica fine. I suoi scritti, come ricordato nella presentazione dell'evento di questa sera, sono rimasti a lungo in una valigia.
«Daria Paoletta (co-fondatrice della Compagnia Burambò, ndr) e Francesco Niccolini - viene sempre sottolineato nel presentare lo spettacolo - provano a trasformare in racconto teatrale "Il Ballo": lo fanno con grande divertimento, unendo la verve comica e affabulatoria dell'una e il cinismo teatrale dell'altro. Un racconto corale, quasi sinfonico, diretto da una vecchia governante di casa Krampo, una sorta di testimone silenzioso e partecipe, incapace di odiare e di parteggiare, ma tremendamente lucida e sorridente».
«Il risultato - è la chiosa - è un ritratto impietoso e comico, per forza di cose tragico e forse anche un po' commosso di un mondo nel quale molto difficilmente lo spettatore non riconoscerà tracce della propria vita. E della propria famiglia».
"Il Ballo" è una pièce tratta da un romanzo breve di Irène Némirovskj,scrittrice russa affermatasi in Francia negli anni '30. La storia racconta di «Una famiglia di arricchiti, provinciali e ignoranti». Riconoscibili «una moglie che non vuole invecchiare e che sa di potersi finalmente godere la vita. Un marito che pensa solo agli affari e non riesce a porre argine alle volontà smodate e ai dispetti della consorte».
«Una figlia quattordicenne che sta abbandonando il corpo di ragazzina crisalide per diventare femmina e donna, con tutto il caleidoscopio di sentimenti, desideri e sofferenze della sua età. Intorno, un mondo di "nemici", secondo la gretta e sprezzante filosofia della padrona di casa: una istitutrice inglese, una maestra di pianoforte, un maggiordomo e una servitù buona solo a rubare pane e stipendio».
Tutta questa umanità varia vive l'attesa di un ballo, un grande ballo che deve segnare, all'interno dell'alta società, un punto a favore della "signora", un momento indimenticabile di affermazione sociale. Ed è tutto pronto, quasi goffamente perfetto, calcolato, organizzato. Ma nessuno ha fatto i conti con una bambina...
Gli eccessi, la voglia di affermazione e libertà in una Parigi che all'epoca era punto di partenza e d'arrivo per le menti libere del tempo. Irène Némirovskj è stata tutto questo, ma anche un talento senza precedenti, affatto incline al compromesso ed al perbenismo, scoperto solo dopo la sua tragica morte ad Auschwitz nel 1942. Di lei si è detto e scritto tanto, ma solo dopo molti anni dalla sua tragica fine. I suoi scritti, come ricordato nella presentazione dell'evento di questa sera, sono rimasti a lungo in una valigia.
«Daria Paoletta (co-fondatrice della Compagnia Burambò, ndr) e Francesco Niccolini - viene sempre sottolineato nel presentare lo spettacolo - provano a trasformare in racconto teatrale "Il Ballo": lo fanno con grande divertimento, unendo la verve comica e affabulatoria dell'una e il cinismo teatrale dell'altro. Un racconto corale, quasi sinfonico, diretto da una vecchia governante di casa Krampo, una sorta di testimone silenzioso e partecipe, incapace di odiare e di parteggiare, ma tremendamente lucida e sorridente».
«Il risultato - è la chiosa - è un ritratto impietoso e comico, per forza di cose tragico e forse anche un po' commosso di un mondo nel quale molto difficilmente lo spettatore non riconoscerà tracce della propria vita. E della propria famiglia».