Teatri aperti in zona gialla. I tanti interrogativi di Damiano Francesco Nirchio
Una riflessione sotto forma di domanda che sentiamo di condividere
venerdì 23 aprile 2021
Teatri aperti in zona gialla (quindi per ora non in Puglia) a partire dal 26 aprile. È questa una delle notizie più battuta dalle agenzie di stampa e ripresa dai media di tutta Italia nelle ultime 48 ore.
Una notizia che ha portato un coro di approvazione all'interno del vasto schieramento politico che appoggia il Governo guidato da Mario Draghi, ma che invece dovrebbe far riflettere. Da troppo tempo, in parte giustificatamente, in parte no, il mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento (non solo teatri, ma anche cinema) aspetta risposte concrete che non siano annunci. Troppe le domande di chi fa di quel settore un lavoro, serio, fatto con competenze e professionalità che si scontrano spesso con burocrazia, leggi e leggine.
Uno spettacolo teatrale che finisce prima delle 22 (è di ieri la conferma del coprifuoco estivo da quell'ora) è anomalo. Si potrebbe ovviare, ma senza che cali il sole, è davvero impensabile mettere in scena qualcosa di convincente.
A riassumere interrogativo, dubbi ed a mettere in risalto incongruenze di questo modo di "improvvisare" ci ha pensato egregiamente Damiano Francesco Nirchio, attore, autore, regista e musicista giovinazzese, il quale ha ben interpretato i sentimenti di tanti che operano e vivono grazie ad un mondo che ha le sue regole e mille difficoltà da superare. Noi vi riproponiamo un suo post Facebook senza tagli per farvi meglio comprendere quali siano le mille domande a cui far fronte se si vuole una ripartenza autentica (Gianluca Battista).
Quindi, ricapitolando...
Dal 26 aprile, ma solo in zona gialla, riaprono i teatri (ovviamente il metro di distanza, 50% di pubblico ecc. ecc.)
Se si sorvola sul fatto che aprire i teatri a maggio è come riaprire gli impianti di risalita delle piste da sci il 15 giugno, a me, spettatore ancor prima che lavoratore dello spettacolo, mi rimangono delle domande che rivolgo anche al pubblico da casa perché forse le risposte sono semplici ma io non le afferro.
1) Se il coprifuoco rimane alle 22.00, a che ora verranno programmati gli eventuali spettacoli? Alle 19.00? Bene. Come si fa di Domenica... Benissimo. E se al cantiere non mi si lascia uscire prima? Se non ho ancora chiuso il negozio? Se in ufficio stacco dallo smart working proprio alle 19.00? Se non ho ancora terminato il collegio docenti in differita? Come faccio io, spettatore, ad andare n teatro in settimana?
1.2) Se si volesse optare per lo spettacolo all'aperto, ci si ricorda che alle nostre latitudini nei mesi di Giugno e Luglio, fa "buio" (condizione necessaria 9 volte su 10 per il teatro) alle 21.00, minuto più, minuto meno? E la vedo dura riuscire in 60 minuti a fare spettacolo e tornare a casa senza contravvenzione...
1.3) Se si volesse optare per il matineè per le scuole, come si fa? 70% in teatro e 30% in streaming o viceversa? E il pulmann per arrivare a teatro? Si potrà prendere? Seduti come? Ce ne vorranno quattro al posto di uno? Chi paga la differenza?
2) Se non ho la fortuna di abitare a 500 metri dal contenitore culturale che programma lo spettacolo che intendo vedere, io, spettatore medio che prende la macchina o i mezzi, riuscirò a rientrare a casa prima di beccare una multa? A che ora devo uscire di casa? Ci saranno i mezzi pubblici il sabato e la domenica? E mi riporteranno a casa in tempo?Devo avere per forza la macchina?
3) Nel caso fossi un lavoratore dello spettacolo qualunque in un ruolo qualunque e avessi persino un contenitore culturale di qualsiasi tipo in cui programmare eventi e investire risorse, tempo, energie e progetti (affidando ad esso la mia sopravvivenza e il piatto a tavola) , ma sapendo che le zone diventano arancioni o rosse il venerdì sera per il lunedì, come faccio ad attivare tutti i meccanismi necessari per tempo(costosi ed onerosi meccanismi) senza rischiare di buttare via quel poco che è rimasto per sopravvivere?
Attendo risposte. Grazie a chi vorrà aiutarmi a comprendere.
Anche se la risposta che intuisco è che la notizia che riaprono i teatri, ancora una volta, non è vera.
Damiano Francesco Nirchio
Una notizia che ha portato un coro di approvazione all'interno del vasto schieramento politico che appoggia il Governo guidato da Mario Draghi, ma che invece dovrebbe far riflettere. Da troppo tempo, in parte giustificatamente, in parte no, il mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento (non solo teatri, ma anche cinema) aspetta risposte concrete che non siano annunci. Troppe le domande di chi fa di quel settore un lavoro, serio, fatto con competenze e professionalità che si scontrano spesso con burocrazia, leggi e leggine.
Uno spettacolo teatrale che finisce prima delle 22 (è di ieri la conferma del coprifuoco estivo da quell'ora) è anomalo. Si potrebbe ovviare, ma senza che cali il sole, è davvero impensabile mettere in scena qualcosa di convincente.
A riassumere interrogativo, dubbi ed a mettere in risalto incongruenze di questo modo di "improvvisare" ci ha pensato egregiamente Damiano Francesco Nirchio, attore, autore, regista e musicista giovinazzese, il quale ha ben interpretato i sentimenti di tanti che operano e vivono grazie ad un mondo che ha le sue regole e mille difficoltà da superare. Noi vi riproponiamo un suo post Facebook senza tagli per farvi meglio comprendere quali siano le mille domande a cui far fronte se si vuole una ripartenza autentica (Gianluca Battista).
Quindi, ricapitolando...
Dal 26 aprile, ma solo in zona gialla, riaprono i teatri (ovviamente il metro di distanza, 50% di pubblico ecc. ecc.)
Se si sorvola sul fatto che aprire i teatri a maggio è come riaprire gli impianti di risalita delle piste da sci il 15 giugno, a me, spettatore ancor prima che lavoratore dello spettacolo, mi rimangono delle domande che rivolgo anche al pubblico da casa perché forse le risposte sono semplici ma io non le afferro.
1) Se il coprifuoco rimane alle 22.00, a che ora verranno programmati gli eventuali spettacoli? Alle 19.00? Bene. Come si fa di Domenica... Benissimo. E se al cantiere non mi si lascia uscire prima? Se non ho ancora chiuso il negozio? Se in ufficio stacco dallo smart working proprio alle 19.00? Se non ho ancora terminato il collegio docenti in differita? Come faccio io, spettatore, ad andare n teatro in settimana?
1.2) Se si volesse optare per lo spettacolo all'aperto, ci si ricorda che alle nostre latitudini nei mesi di Giugno e Luglio, fa "buio" (condizione necessaria 9 volte su 10 per il teatro) alle 21.00, minuto più, minuto meno? E la vedo dura riuscire in 60 minuti a fare spettacolo e tornare a casa senza contravvenzione...
1.3) Se si volesse optare per il matineè per le scuole, come si fa? 70% in teatro e 30% in streaming o viceversa? E il pulmann per arrivare a teatro? Si potrà prendere? Seduti come? Ce ne vorranno quattro al posto di uno? Chi paga la differenza?
2) Se non ho la fortuna di abitare a 500 metri dal contenitore culturale che programma lo spettacolo che intendo vedere, io, spettatore medio che prende la macchina o i mezzi, riuscirò a rientrare a casa prima di beccare una multa? A che ora devo uscire di casa? Ci saranno i mezzi pubblici il sabato e la domenica? E mi riporteranno a casa in tempo?Devo avere per forza la macchina?
3) Nel caso fossi un lavoratore dello spettacolo qualunque in un ruolo qualunque e avessi persino un contenitore culturale di qualsiasi tipo in cui programmare eventi e investire risorse, tempo, energie e progetti (affidando ad esso la mia sopravvivenza e il piatto a tavola) , ma sapendo che le zone diventano arancioni o rosse il venerdì sera per il lunedì, come faccio ad attivare tutti i meccanismi necessari per tempo(costosi ed onerosi meccanismi) senza rischiare di buttare via quel poco che è rimasto per sopravvivere?
Attendo risposte. Grazie a chi vorrà aiutarmi a comprendere.
Anche se la risposta che intuisco è che la notizia che riaprono i teatri, ancora una volta, non è vera.
Damiano Francesco Nirchio