Tartarughe spiaggiate: sette negli ultimi giorni, due a Giovinazzo
I ritrovamenti in località Trincea e nei pressi de Le Mar Village: da una prima analisi visiva mostravano segni di embolia
lunedì 6 marzo 2023
10.03
Le mareggiate che, negli ultimi giorni, hanno interessato la costa pugliese, hanno portato sugli arenili a nord di Bari sette carcasse di tartarughe marine: due nella sola Giovinazzo, recuperate dai volontari del WWF Puglia. Da una prima analisi, gli esemplari, in avanzato stato di decomposizione, mostravano segni d'embolia.
La prima testuggine, della specie caretta caretta, minacciata nel mare Mediterraneo e che rischia quasi l'estinzione, a causa di numerosi fattori, tra cui il turismo balneare, il degrado delle coste, la pesca accidentale e la minaccia dei predatori nei punti di nidificazione, è stata rinvenuta in località Trincea: «Era in un avanzato stato di decomposizione - ha spiegato Pasquale Salvemini, del centro di recupero tartarughe marine - e per questo sarà difficile scoprire le cause della morte».
Tuttavia, da una prima analisi visiva, la povera tartaruga mostrava segni di embolia gassosa, la stessa patologia, molto simile a quella riscontrata nei sub, rilevata su un'altra caretta caretta, recuperata nei pressi dello stabilimento balneare Le Mar Village, verso il territorio di Molfetta: «Entrambe superavano i 70 centimetri di lunghezza carapace per un peso di 40 chilogrammi ciascuna», ha detto ancora Salvemini, arrivato sul posto dopo la segnalazione dell'Ufficio Locale Marittimo.
Con i volontari del WWF Puglia, sugli arenili sono arrivati pure gli agenti della Polizia Locale e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, «ma le condizioni di decomposizione delle tartarughe - ha spiegato il referente del centro di recupero di Molfetta - hanno impedito la possibilità di effettuare i consuetudinari esami autoptici per cercare di accertare le cause dei due decessi», molto probabilmente riconducibili ad una embolia gassosa per l'interazione con le attività di pesca.
Le tartarughe marine, infatti, sono particolarmente esposte ai numerosi pericoli causati dalla pesca e molto spesso ne risultano soccombenti: vengono catturate accidentalmente da ami, lenze e reti e poi muoiono. Il WWF, che si occupa della conservazione delle tartarughe marine, racconta vita e minacce di questa specie - la caretta caretta, il cui Mediterraneo è un'importante area d'alimentazione -, ma anche tutti i progetti che porta avanti e i risultati ottenuti per la loro viva tutela.
La Guardia Costiera, intanto, invita tutti i cittadini a voler segnalare al 1530 tutti gli avvistamenti di eventuali spiaggiamenti di specie protette ferite o in difficoltà, al fine di poter attivare subito la rete di soccorsi e il rapido intervento del personale specializzato, contribuendo concretamente al salvataggio di questa specie.
La prima testuggine, della specie caretta caretta, minacciata nel mare Mediterraneo e che rischia quasi l'estinzione, a causa di numerosi fattori, tra cui il turismo balneare, il degrado delle coste, la pesca accidentale e la minaccia dei predatori nei punti di nidificazione, è stata rinvenuta in località Trincea: «Era in un avanzato stato di decomposizione - ha spiegato Pasquale Salvemini, del centro di recupero tartarughe marine - e per questo sarà difficile scoprire le cause della morte».
Tuttavia, da una prima analisi visiva, la povera tartaruga mostrava segni di embolia gassosa, la stessa patologia, molto simile a quella riscontrata nei sub, rilevata su un'altra caretta caretta, recuperata nei pressi dello stabilimento balneare Le Mar Village, verso il territorio di Molfetta: «Entrambe superavano i 70 centimetri di lunghezza carapace per un peso di 40 chilogrammi ciascuna», ha detto ancora Salvemini, arrivato sul posto dopo la segnalazione dell'Ufficio Locale Marittimo.
Con i volontari del WWF Puglia, sugli arenili sono arrivati pure gli agenti della Polizia Locale e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, «ma le condizioni di decomposizione delle tartarughe - ha spiegato il referente del centro di recupero di Molfetta - hanno impedito la possibilità di effettuare i consuetudinari esami autoptici per cercare di accertare le cause dei due decessi», molto probabilmente riconducibili ad una embolia gassosa per l'interazione con le attività di pesca.
Le tartarughe marine, infatti, sono particolarmente esposte ai numerosi pericoli causati dalla pesca e molto spesso ne risultano soccombenti: vengono catturate accidentalmente da ami, lenze e reti e poi muoiono. Il WWF, che si occupa della conservazione delle tartarughe marine, racconta vita e minacce di questa specie - la caretta caretta, il cui Mediterraneo è un'importante area d'alimentazione -, ma anche tutti i progetti che porta avanti e i risultati ottenuti per la loro viva tutela.
La Guardia Costiera, intanto, invita tutti i cittadini a voler segnalare al 1530 tutti gli avvistamenti di eventuali spiaggiamenti di specie protette ferite o in difficoltà, al fine di poter attivare subito la rete di soccorsi e il rapido intervento del personale specializzato, contribuendo concretamente al salvataggio di questa specie.