Tartarughe, è di nuovo emergenza: una spiaggiata anche a Giovinazzo
Il centro di recupero di Molfetta diretto da Pasquale Salvemini ne ha recuperate 7 nelle ultime 48 ore
venerdì 28 giugno 2019
8.09
È di nuovo in piena emergenza il centro di recupero tartarughe marine di Molfetta. Nelle ultime 48 ore sono state 7 le tartarughe spiaggiate recuperate sul litorale a nord di Bari: due a Trani, tre a Bisceglie ed una a testa a Molfetta e a Giovinazzo.
«Dopo il maestrale degli ultimi giorni - dice Pasquale Salvemini - sono davvero tante le carcasse di tartarughe che hanno trovato la fine del loro cammino sulle nostre coste». I volontari del WWF si sono mobilitati per il recupero dell'esemplare rinvenuto a sud di Giovinazzo, nei pressi del residence Macina: si tratta di una caretta caretta con un carapace di 65 centimetri in avanzato stato di decomposizione.
In loco, come da prassi, sono giunti anche i militari dell'Ufficio Locale Marittimo, gli agenti della Polizia Locale e il personale del Servizio Veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari. La visita accurata a cui sarà sottoposta potrà fornire ulteriori elementi. Per ora l'ipotesi è che la tartaruga sia morta per soffocamento, l'ennesima vittima dei pescatori. Probabilmente è rimasta intrappolata nelle reti. Da cui non è riuscita a liberarsi.
«Le ultime 7 tartarughe recuperate - conclude Salvemini - rappresentano una vera e propria mattanza. Purtroppo sono ancora troppe quelle che trovano la morte in Adriatico e questa decimazione è causata principalmente da fattori antropici: dall'inquinamento alla pesca sino al consumo spietato delle nostre coste».
«Dopo il maestrale degli ultimi giorni - dice Pasquale Salvemini - sono davvero tante le carcasse di tartarughe che hanno trovato la fine del loro cammino sulle nostre coste». I volontari del WWF si sono mobilitati per il recupero dell'esemplare rinvenuto a sud di Giovinazzo, nei pressi del residence Macina: si tratta di una caretta caretta con un carapace di 65 centimetri in avanzato stato di decomposizione.
In loco, come da prassi, sono giunti anche i militari dell'Ufficio Locale Marittimo, gli agenti della Polizia Locale e il personale del Servizio Veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari. La visita accurata a cui sarà sottoposta potrà fornire ulteriori elementi. Per ora l'ipotesi è che la tartaruga sia morta per soffocamento, l'ennesima vittima dei pescatori. Probabilmente è rimasta intrappolata nelle reti. Da cui non è riuscita a liberarsi.
«Le ultime 7 tartarughe recuperate - conclude Salvemini - rappresentano una vera e propria mattanza. Purtroppo sono ancora troppe quelle che trovano la morte in Adriatico e questa decimazione è causata principalmente da fattori antropici: dall'inquinamento alla pesca sino al consumo spietato delle nostre coste».