Tartaruga ritrovata senza testa e pinne: era una caretta caretta
È stata ritrovata lungo lo scalo di alaggio del porticciolo in avanzato stato di decomposizione
domenica 19 aprile 2020
Una tartaruga della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune del mar Mediterraneo, ormai priva di vita, in avanzato stato di decomposizione e priva della testa e delle pinne, è stata ritrovata lungo lo scalo di alaggio del porticciolo di Giovinazzo.
La carcassa - si tratta di un esemplare lungo 65 centimetri - è stata ispezionata dai volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, giunti sul posto assieme ai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, alla Polizia Locale e ai medici veterinari del Servizio Veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari. Secondo gli esperti, lo spiaggiamento di quest'ultimo esemplare sarebbe dovuto ad una combinazione di venti e correnti marine.
«La tartaruga è morta da circa due mesi - dice Pasquale Salvemini - ed è rimasta molto tempo in mare aperto. Come sempre succede, dopo una mareggiata tutte le carcasse che si trovano al largo si avvicinano alla costa sino a raggiungere la riva». Con resti datati, e in avanzato stato di decomposizione, «è difficile stabilire le cause che hanno portato alla morte di quest'ultimo esemplare, privo non solo delle pinne, ma anche della testa».
Insomma, una tartaruga orribilmente mutilata. E la cosa non è passata inosservata: «È difficile stabilire se quest'esemplare ormai in decomposizione - rimarca Salvemini - sia stato decapitato anche perché era pure sprovvisto delle pinne. Per il momento, però, è una pista che non possiamo escludere».
La carcassa - si tratta di un esemplare lungo 65 centimetri - è stata ispezionata dai volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, giunti sul posto assieme ai militari dell'Ufficio Locale Marittimo, alla Polizia Locale e ai medici veterinari del Servizio Veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari. Secondo gli esperti, lo spiaggiamento di quest'ultimo esemplare sarebbe dovuto ad una combinazione di venti e correnti marine.
«La tartaruga è morta da circa due mesi - dice Pasquale Salvemini - ed è rimasta molto tempo in mare aperto. Come sempre succede, dopo una mareggiata tutte le carcasse che si trovano al largo si avvicinano alla costa sino a raggiungere la riva». Con resti datati, e in avanzato stato di decomposizione, «è difficile stabilire le cause che hanno portato alla morte di quest'ultimo esemplare, privo non solo delle pinne, ma anche della testa».
Insomma, una tartaruga orribilmente mutilata. E la cosa non è passata inosservata: «È difficile stabilire se quest'esemplare ormai in decomposizione - rimarca Salvemini - sia stato decapitato anche perché era pure sprovvisto delle pinne. Per il momento, però, è una pista che non possiamo escludere».