Tartaruga morta a Ponente
La segnalazione di una lettrice apre ad alcune riflessioni
martedì 17 ottobre 2017
6.09
Un esemplare di tartaruga si è spiaggiato sugli scogli lungo la costa di Ponente. Alcuni curiosi, tra cui una nostra lettrice che ringraziamo per le foto, si sono avvicinati al rettile, rendendosi conto che era ormai morto.
Il rinvenimento nello scorso fine settimana sulla scogliera al di sotto dell'ex carcere, in un tratto di costa che, complice l'alta pressione di questi giorni, è ancora frequentato da bagnanti.
Per la testuggine (non sappiamo di quale specie) non c'è stato nulla da fare, dunque, e l'aspetto che più amareggia è che si tratta di un ennesimo ritrovamento dalla primavera scorsa lungo tutta la litoranea da Molfetta a Bari. Proprio la scorsa settimana era stato un giovinazzese a rinvenire una grossa caretta-caretta priva di vita a Santo Spirito.
Un problema monitorato da biologi marini e dalle associazioni ambientaliste, sempre impegnate nel salvataggio di questi meravigliosi esemplari e nel comprendere la causa di questi decessi a catena, dovuti non sempre a fattori naturali.
Gli interrogativi della gente comune restano pertanto parecchi: perché si sta verificando questa moria? Le tartarughe si impigliano in reti a strascico e finiscono col non alimentarsi più o c'è dell'altro? Oppure ingeriscono qualcosa che l'uomo getta in mare e che è altamente tossico? O ancora, vi sono cause naturali, come la diffusione di particolari patologie che interessano in questo periodo l'Adriatico?
Interrogativi a cui presto cercheremo di dare risposte sentendo gli esperti. Intanto giriamo la segnalazione alle autorità sanitarie locali.
Il rinvenimento nello scorso fine settimana sulla scogliera al di sotto dell'ex carcere, in un tratto di costa che, complice l'alta pressione di questi giorni, è ancora frequentato da bagnanti.
Per la testuggine (non sappiamo di quale specie) non c'è stato nulla da fare, dunque, e l'aspetto che più amareggia è che si tratta di un ennesimo ritrovamento dalla primavera scorsa lungo tutta la litoranea da Molfetta a Bari. Proprio la scorsa settimana era stato un giovinazzese a rinvenire una grossa caretta-caretta priva di vita a Santo Spirito.
Un problema monitorato da biologi marini e dalle associazioni ambientaliste, sempre impegnate nel salvataggio di questi meravigliosi esemplari e nel comprendere la causa di questi decessi a catena, dovuti non sempre a fattori naturali.
Gli interrogativi della gente comune restano pertanto parecchi: perché si sta verificando questa moria? Le tartarughe si impigliano in reti a strascico e finiscono col non alimentarsi più o c'è dell'altro? Oppure ingeriscono qualcosa che l'uomo getta in mare e che è altamente tossico? O ancora, vi sono cause naturali, come la diffusione di particolari patologie che interessano in questo periodo l'Adriatico?
Interrogativi a cui presto cercheremo di dare risposte sentendo gli esperti. Intanto giriamo la segnalazione alle autorità sanitarie locali.