TARI, il comitato "Per la salute pubblica" attacca l'Amministrazione
«Commessi errori sulle spalle dei poveri Tar(i)tassati di Giovinazzo»
lunedì 17 agosto 2015
20.36
La tassa sui rifiuti non smette di alimentare polemiche. Già prima del Consiglio Comunale del 9 agosto scorso, era stato il Consigliere di Forza Italia, Ruggero Iannone a sollevare qualche perplessità in merito, non tanto nella determinazione tariffaria, quanto da un punto di vista regolamentare.
Gli aveva risposto l'Assessora al Bilancio, Antonia Pansini, che si era attivata per un confronto serrato ma franco davanti ai dirigenti comunali di settore. Un confronto che è proseguito fino alla vigilia della festività ferragostana, accompagnato da un'ampia relazione, di cui una parte importante abbiamo già pubblicato sul nostro portale, e che spiegava le scelte operate dalla maggioranza a Palazzo di Città.
Oggi a scriverci è il comitato "Per la salute pubblica, no alla discarica", che in una nota pone l'accento su quello che, secondo i suoi esponenti, sarebbe un modo di «operare improntato alla superficialità, ingiustizia, illegittimità, incompetenza e spreco».
Nella missiva inviata ai media locali si legge: «Nel Consiglio del 30 luglio - scrivono dal comitato rappresentato da Vincenzo Castrignano ed Alessandro Depalo - si è approvato il "Piano Economico Finanziario 2015" relativo alla tassa sui rifiuti, dal quale scaturiscono i tributi scaricati sulle spalle dei cittadini. Ciò che sorprende non è che tale piano venga redatto e proposto da Daneco Impianti, bensì che nessuno al Comune ne conosca a fondo i contenuti. Lo prova il fatto che, di fronte ai quesiti dei consiglieri di opposizione circa la mancata chiarezza delle cifre riportate, i tecnici chiamati a fornire chiarimenti hanno ammesso candidamente di non avere elementi certi su quel documento.
L'ing. Trematore - secondo la missiva - ha detto testualmente: "le vostre considerazioni sono anche le mie; per avere chiarimenti bisognerebbe chiedere a Daneco, non siamo in grado di approfondire". Nessuno ha saputo spiegare alcunché al di là dei pareri di regolarità, ovvero di rispetto formale delle leggi. In ogni modo, anche a fronte della assoluta mancata chiarezza del Piano, Sindaco e Consiglieri di maggioranza hanno approvato il "Piano rifiuti" proposto da coloro (Daneco Impianti) che il Sindaco aveva poco prima definito "professionisti del saccheggio". Il Piano sulla base del quale sono state poi elaborate le tariffe che ci toccherà pagare».
Secondo il comitato "Per la salute pubblica", sarebbe un provvedimento "ingiusto", poiché «in barba al Regolamento comunale approvato nell'agosto 2014, ancora una volta e per il secondo anno consecutivo l'Amministrazione Depalma ha scelto di favorire le utenze non domestiche (aziende, esercizi commerciali) e penalizzare quelle domestiche (abitazioni), attribuendo prevalentemente alle prime i vantaggi fiscali derivanti dalla raccolta differenziata».
Le deduzioni fatte da chi ci scrive sono le seguenti: «Già lo scorso anno le tariffe domestiche subirono una maggiorazione del 25% circa rispetto al 2013. Quest'anno Depalma ha provato a ripetersi destinando alle utenze domestiche un alleggerimento tariffario pari al solo 3,921% (calcolato peraltro erroneamente sull'intera tariffa anziché sulla sola quota variabile) in luogo del 13% (valore medio annuo percentuale di differenziata dell'anno precedente) spettante in base al regolamento. Semplificando, si stima che, approssimativamente, per una famiglia media composta da quattro persone e domiciliata in un appartamento di circa 100 mq, la maggiorazione del costo derivante da tali scelte è stata di 90,00 € per il 2014, e di 20,00 € nel 2015».
Poi però, nel documento giuntoci in redazione c'è una sterzata: «Seppur discutibile, quella di favorire le utenze non domestiche a discapito di quelle domestiche è una scelta politica dell'Amministrazione che può o meno piacere, ma che, in quanto tale, va accettata. Ciò che si contesta è il perché tale scelta non venga esplicitata nel Regolamento comunale, così da poter essere "legittimamente" applicata. Sconcerta - scrivono - che il Consiglio Comunale decida consapevolmente ed arrogantemente di operare in difformità al regolamento da esso stesso approvato (perciò illegittimamente) adottando criteri arbitrari, come è solito fare».
Al comitato, poi, non è piaciuta un aspetto della vicenda legato a "presunti" errori nel calcolo delle tariffe: «Nella determinazione delle tariffe è stato commesso un errore grossolano, applicando la riduzione dovuta alla quota di raccolta differenziata anche alla quota dei costi fissi. L'aggravante - si legge nella nota - in questo caso, è che non solo i tecnici comunali, ma anche l'Assessora al bilancio, esperta commercialista, non si siano accorti di nulla. Pur se reiteratamente avvertiti dell'errore dal Consigliere Iannone nel Consiglio Comunale del 30 luglio e nel successivo del 9 agosto, i Consiglieri di maggioranza, assieme al Sindaco e all'Assessora al Bilancio, hanno deciso comunque di proseguire e di non correggere quanto stavano facendo, con la promessa di interventi posticci e di un rimando nell'invio delle cartelle».
Quindi l'affondo relativo a quello che il comitato definisce uno "spreco": «Per la determinazione delle tariffe il Comune si è affidato ad una agenzia esterna [...] con un esborso di circa 6.100,00 euro, con risultati a dir poco discutibili. Non si capisce perché tale operazione non sia stata eseguita invece in proprio (con risparmio di denaro pubblico) adottando le tabelle messe a disposizione dal Ministero (così come fatto agevolmente da noi)».
Per questi motivi, il Comitato per la salute pubblica - no alla discarica, pone quesiti ed affonda ulteriormente il colpo nella chiosa: «Sulla base di quali delibere saranno predisposte le bollette future? Dovranno essere cambiate? E perché farlo in futuro quando si poteva già rimediare? Dopo le ammissioni pubbliche in Consiglio degli errori compiuti, chi se la sentirà di ribadire i pareri di regolarità alle delibere consiliari relative al Piano Rifiuti, alle tariffe Tari e al Bilancio? Chi si assumerà questa responsabilità?
Cosa succederà se i cittadini decideranno di fare ricorso al Comune per il pagamento di una bolletta viziata da errori formali e sostanziali? Ma le domande finali riguardano noi tutti. Che colpa abbiamo noi giovinazzesi per subire tali soprusi da parte di un'Amministrazione che non conosce e rispetta nemmeno i regolamenti da lei stessa approvati!? Non è la prima volta, come non è la prima volta che sbaglia i calcoli elementari delle tariffe» e chiede «un atto di umiltà».
Noi abbiamo riportato ampi stralci della nota per lasciare che il dibattito sia aperto, sentendo un'altra voce, questa volta proveniente dall'associazionismo locale. Per completezza di informazione è opportuno ricordare che si sta già lavorando per porre rimedio ad eventuali discrepanze e che il prossimo Consiglio Comunale dovrebbe appianare queste problematiche, come anticipatoci da voci interne a Palazzo di Città.
In ogni caso, all'Assessora competente, all'Amministrazione tutta, ai dirigenti di settore, la possibilità, da noi sempre messa a disposizione, di replicare ove lo ritenessero opportuno.
Gli aveva risposto l'Assessora al Bilancio, Antonia Pansini, che si era attivata per un confronto serrato ma franco davanti ai dirigenti comunali di settore. Un confronto che è proseguito fino alla vigilia della festività ferragostana, accompagnato da un'ampia relazione, di cui una parte importante abbiamo già pubblicato sul nostro portale, e che spiegava le scelte operate dalla maggioranza a Palazzo di Città.
Oggi a scriverci è il comitato "Per la salute pubblica, no alla discarica", che in una nota pone l'accento su quello che, secondo i suoi esponenti, sarebbe un modo di «operare improntato alla superficialità, ingiustizia, illegittimità, incompetenza e spreco».
Nella missiva inviata ai media locali si legge: «Nel Consiglio del 30 luglio - scrivono dal comitato rappresentato da Vincenzo Castrignano ed Alessandro Depalo - si è approvato il "Piano Economico Finanziario 2015" relativo alla tassa sui rifiuti, dal quale scaturiscono i tributi scaricati sulle spalle dei cittadini. Ciò che sorprende non è che tale piano venga redatto e proposto da Daneco Impianti, bensì che nessuno al Comune ne conosca a fondo i contenuti. Lo prova il fatto che, di fronte ai quesiti dei consiglieri di opposizione circa la mancata chiarezza delle cifre riportate, i tecnici chiamati a fornire chiarimenti hanno ammesso candidamente di non avere elementi certi su quel documento.
L'ing. Trematore - secondo la missiva - ha detto testualmente: "le vostre considerazioni sono anche le mie; per avere chiarimenti bisognerebbe chiedere a Daneco, non siamo in grado di approfondire". Nessuno ha saputo spiegare alcunché al di là dei pareri di regolarità, ovvero di rispetto formale delle leggi. In ogni modo, anche a fronte della assoluta mancata chiarezza del Piano, Sindaco e Consiglieri di maggioranza hanno approvato il "Piano rifiuti" proposto da coloro (Daneco Impianti) che il Sindaco aveva poco prima definito "professionisti del saccheggio". Il Piano sulla base del quale sono state poi elaborate le tariffe che ci toccherà pagare».
Secondo il comitato "Per la salute pubblica", sarebbe un provvedimento "ingiusto", poiché «in barba al Regolamento comunale approvato nell'agosto 2014, ancora una volta e per il secondo anno consecutivo l'Amministrazione Depalma ha scelto di favorire le utenze non domestiche (aziende, esercizi commerciali) e penalizzare quelle domestiche (abitazioni), attribuendo prevalentemente alle prime i vantaggi fiscali derivanti dalla raccolta differenziata».
Le deduzioni fatte da chi ci scrive sono le seguenti: «Già lo scorso anno le tariffe domestiche subirono una maggiorazione del 25% circa rispetto al 2013. Quest'anno Depalma ha provato a ripetersi destinando alle utenze domestiche un alleggerimento tariffario pari al solo 3,921% (calcolato peraltro erroneamente sull'intera tariffa anziché sulla sola quota variabile) in luogo del 13% (valore medio annuo percentuale di differenziata dell'anno precedente) spettante in base al regolamento. Semplificando, si stima che, approssimativamente, per una famiglia media composta da quattro persone e domiciliata in un appartamento di circa 100 mq, la maggiorazione del costo derivante da tali scelte è stata di 90,00 € per il 2014, e di 20,00 € nel 2015».
Poi però, nel documento giuntoci in redazione c'è una sterzata: «Seppur discutibile, quella di favorire le utenze non domestiche a discapito di quelle domestiche è una scelta politica dell'Amministrazione che può o meno piacere, ma che, in quanto tale, va accettata. Ciò che si contesta è il perché tale scelta non venga esplicitata nel Regolamento comunale, così da poter essere "legittimamente" applicata. Sconcerta - scrivono - che il Consiglio Comunale decida consapevolmente ed arrogantemente di operare in difformità al regolamento da esso stesso approvato (perciò illegittimamente) adottando criteri arbitrari, come è solito fare».
Al comitato, poi, non è piaciuta un aspetto della vicenda legato a "presunti" errori nel calcolo delle tariffe: «Nella determinazione delle tariffe è stato commesso un errore grossolano, applicando la riduzione dovuta alla quota di raccolta differenziata anche alla quota dei costi fissi. L'aggravante - si legge nella nota - in questo caso, è che non solo i tecnici comunali, ma anche l'Assessora al bilancio, esperta commercialista, non si siano accorti di nulla. Pur se reiteratamente avvertiti dell'errore dal Consigliere Iannone nel Consiglio Comunale del 30 luglio e nel successivo del 9 agosto, i Consiglieri di maggioranza, assieme al Sindaco e all'Assessora al Bilancio, hanno deciso comunque di proseguire e di non correggere quanto stavano facendo, con la promessa di interventi posticci e di un rimando nell'invio delle cartelle».
Quindi l'affondo relativo a quello che il comitato definisce uno "spreco": «Per la determinazione delle tariffe il Comune si è affidato ad una agenzia esterna [...] con un esborso di circa 6.100,00 euro, con risultati a dir poco discutibili. Non si capisce perché tale operazione non sia stata eseguita invece in proprio (con risparmio di denaro pubblico) adottando le tabelle messe a disposizione dal Ministero (così come fatto agevolmente da noi)».
Per questi motivi, il Comitato per la salute pubblica - no alla discarica, pone quesiti ed affonda ulteriormente il colpo nella chiosa: «Sulla base di quali delibere saranno predisposte le bollette future? Dovranno essere cambiate? E perché farlo in futuro quando si poteva già rimediare? Dopo le ammissioni pubbliche in Consiglio degli errori compiuti, chi se la sentirà di ribadire i pareri di regolarità alle delibere consiliari relative al Piano Rifiuti, alle tariffe Tari e al Bilancio? Chi si assumerà questa responsabilità?
Cosa succederà se i cittadini decideranno di fare ricorso al Comune per il pagamento di una bolletta viziata da errori formali e sostanziali? Ma le domande finali riguardano noi tutti. Che colpa abbiamo noi giovinazzesi per subire tali soprusi da parte di un'Amministrazione che non conosce e rispetta nemmeno i regolamenti da lei stessa approvati!? Non è la prima volta, come non è la prima volta che sbaglia i calcoli elementari delle tariffe» e chiede «un atto di umiltà».
Noi abbiamo riportato ampi stralci della nota per lasciare che il dibattito sia aperto, sentendo un'altra voce, questa volta proveniente dall'associazionismo locale. Per completezza di informazione è opportuno ricordare che si sta già lavorando per porre rimedio ad eventuali discrepanze e che il prossimo Consiglio Comunale dovrebbe appianare queste problematiche, come anticipatoci da voci interne a Palazzo di Città.
In ogni caso, all'Assessora competente, all'Amministrazione tutta, ai dirigenti di settore, la possibilità, da noi sempre messa a disposizione, di replicare ove lo ritenessero opportuno.