Sparatoria a Bitonto. Arrestato il suocero della vittima
In manette il 56enne Cosimo Cassano. C'erano dei dissidi familiari dietro la notte di follia
venerdì 10 marzo 2017
13.14
È stata un'indagine lampo quella dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, che ha portato all'arresto del suocero del conducente dell'auto che, la notte scorsa, sotto i colpi di pistola, si era dato alla fuga, fino alle porte di Bari.
Per poco si è sfiorata la tragedia, tant'è che una 20enne di Giovinazzo, che era in sua compagnia, era finita in ospedale con una ferita di striscio al fianco. A finire in manette è stato il 56enne bitontino Cosimo Cassano, volto assai noto alle forze dell'ordine. Per il momento l'accusa è di detenzione illegale di arma clandestina, ma gli investigatori stanno facendo approfonditi accertamenti, anche di natura balistica, per verificare il ruolo rivestito dall'uomo in relazione alla sparatoria di questa notte.
Era circa mezzanotte e mezza quando, nei pressi dello stadio "Città degli Ulivi" di Bitonto, il 28enne C. C., con piccoli precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti, si trovava all'interno della sua Chevrolet Matiz in compagnia di una 20enne incensurata di Giovinazzo. Ad un certo punto, secondo il racconto dell'uomo, da un'auto di colore scuro sono partiti dei colpi di pistola all'indirizzo del veicolo.
In tutto sarebbero stati esplosi cinque colpi di pistola, di cui tre andati a segno sulla carrozzeria.
A questo punto, la fuga ad alta velocità verso Bari, con l'auto scura alle calcagna, fino a quando, all'altezza dell'Hotel Parco dei Principi, a causa dello scoppio di uno pneumatico, la folle corsa si è interrotta e l'auto che inseguiva si è dileguata. L'uomo ha così chiamato il 118 che ha mandato un'ambulanza per il trasporto al Policlinico di Bari della giovane, che, attinta di striscio ad un fianco da uno dei colpi, è stata medicata, per una ferita lacero contusa alla regione lombare sinistra e dimessa con 15 giorni d prognosi.
Le indagini sono partite subito serrate, da parte dei Carabinieri delle Compagnie di Bari San Paolo e Molfetta, coadiuvate dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari, che ha effettuato tutti i rilievi, soprattutto di tipo balistico, rinvenendo 5 bossoli calibro 7.65, un frammento di ogiva, nonché frammenti di vetro.
Dal racconto delle due vittime del grave episodio, i sospetti degli investigatori si sono subito concentrati sul contesto familiare del 28enne C. C., in fase di separazione, il quale aveva iniziato a frequentare la giovane 20enne di Giovinazzo. Messo alle strette dagli inquirenti, il suocero della vittima, il 56enne Cosimo Cassano, ha ammesso di aver fatto uso, nella circostanza, di una pistola calibro 7.65.
Così, ha condotto i militari nei pressi di un campo in contrada delle Rose, dove, su un albero, aveva nascosto l'arma, una Zastava calibro 7.65, trovata però priva di cartucce. «Il movente della spedizione punitiva - spiega l'Arma in una nota - sarebbe così riconducibile all'astio provato dall'uomo nell'ambito di dissidi familiari e relazioni interpersonali intrattenute dal genero», sposato con la figlia di Cosimo Cassano e che, dopo la nascita del terzo figlio, aveva cominciato una relazione con la 20enne di Giovinazzo.
È così scattato l'arresto di Cosimo Cassano con l'accusa di detenzione illegale di arma clandestina, ma proseguono serrate le indagini per verificare tutte le sue responsabilità in merito al grave episodio avvenuto presso lo stadio di Bitonto.
Per poco si è sfiorata la tragedia, tant'è che una 20enne di Giovinazzo, che era in sua compagnia, era finita in ospedale con una ferita di striscio al fianco. A finire in manette è stato il 56enne bitontino Cosimo Cassano, volto assai noto alle forze dell'ordine. Per il momento l'accusa è di detenzione illegale di arma clandestina, ma gli investigatori stanno facendo approfonditi accertamenti, anche di natura balistica, per verificare il ruolo rivestito dall'uomo in relazione alla sparatoria di questa notte.
Era circa mezzanotte e mezza quando, nei pressi dello stadio "Città degli Ulivi" di Bitonto, il 28enne C. C., con piccoli precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti, si trovava all'interno della sua Chevrolet Matiz in compagnia di una 20enne incensurata di Giovinazzo. Ad un certo punto, secondo il racconto dell'uomo, da un'auto di colore scuro sono partiti dei colpi di pistola all'indirizzo del veicolo.
In tutto sarebbero stati esplosi cinque colpi di pistola, di cui tre andati a segno sulla carrozzeria.
A questo punto, la fuga ad alta velocità verso Bari, con l'auto scura alle calcagna, fino a quando, all'altezza dell'Hotel Parco dei Principi, a causa dello scoppio di uno pneumatico, la folle corsa si è interrotta e l'auto che inseguiva si è dileguata. L'uomo ha così chiamato il 118 che ha mandato un'ambulanza per il trasporto al Policlinico di Bari della giovane, che, attinta di striscio ad un fianco da uno dei colpi, è stata medicata, per una ferita lacero contusa alla regione lombare sinistra e dimessa con 15 giorni d prognosi.
Le indagini sono partite subito serrate, da parte dei Carabinieri delle Compagnie di Bari San Paolo e Molfetta, coadiuvate dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari, che ha effettuato tutti i rilievi, soprattutto di tipo balistico, rinvenendo 5 bossoli calibro 7.65, un frammento di ogiva, nonché frammenti di vetro.
Dal racconto delle due vittime del grave episodio, i sospetti degli investigatori si sono subito concentrati sul contesto familiare del 28enne C. C., in fase di separazione, il quale aveva iniziato a frequentare la giovane 20enne di Giovinazzo. Messo alle strette dagli inquirenti, il suocero della vittima, il 56enne Cosimo Cassano, ha ammesso di aver fatto uso, nella circostanza, di una pistola calibro 7.65.
Così, ha condotto i militari nei pressi di un campo in contrada delle Rose, dove, su un albero, aveva nascosto l'arma, una Zastava calibro 7.65, trovata però priva di cartucce. «Il movente della spedizione punitiva - spiega l'Arma in una nota - sarebbe così riconducibile all'astio provato dall'uomo nell'ambito di dissidi familiari e relazioni interpersonali intrattenute dal genero», sposato con la figlia di Cosimo Cassano e che, dopo la nascita del terzo figlio, aveva cominciato una relazione con la 20enne di Giovinazzo.
È così scattato l'arresto di Cosimo Cassano con l'accusa di detenzione illegale di arma clandestina, ma proseguono serrate le indagini per verificare tutte le sue responsabilità in merito al grave episodio avvenuto presso lo stadio di Bitonto.