SOS turismo, il grido d'allarme del Comitato "Per la Salute Pubblica"

I dati di Pugliapromozione riportano un calo del 3% delle presenze rispetto al 2005

venerdì 1 giugno 2018 05.00
A cura di Gianluca Battista
I dati diffusi il 6 aprile scorso da Pugliapromozione, l'Agenzia Regionale del Turismo, non lasciano tranquilla Giovinazzo ed i suoi amministratori. A scriverlo, in una nota giuntaci dal portavoce, Santo Restivo, è il Comitato "Per la Salute Pubblica" che analizza il dato e lo sintetizza con una ironica frase dialettale: «La cère se strusce e la processiòne non gamìne (La cera si consuma e la processione non avanza, ndr)».

Entrando nel dettaglio, il Comitato focalizza l'attenzione sui dati in crescita per l'intera regione Puglia con riferimento al 2017, mentre per la nostra cittadina qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto: «La Puglia tocca nel 2017 il dato lusinghiero di 15 milioni e 189 mila presenze turistiche nei suoi alberghi, residence, B&B - scrivono -: una crescita netta, un altro mondo rispetto a 10 milioni e 840 mila presenze del 2005. Si tratta di un flusso positivo mai interrotto in questi quasi 15 anni in cui abbiamo assistito ad una progressione spettacolare, +40%.

Al suo interno la Provincia di Bari sorprende tutti - sottolineano dal Comitato -, perché con un passo ancora più scattante fa registrare una progressione ancora più dinamica, passando da 1 milione e 415 mila a 2 milioni e 287 mila. Insomma un +61,6%.

Giovinazzo purtroppo non fa altrettanto - è la sottolineatura non priva di rammarico -: rispetto alle 105.453 presenze del 2005 (o al record toccato nel 2008 con 107.280 presenze) si ferma nel 2017 a 102.308 presenze, un -3% rispetto al punto di partenza del 2005. Un segno meno che spicca in tutta la provincia di Bari rispetto ai Comuni che rivaleggiano con il nostro quanto a flussi turistici - rimarcano -: Alberobello +186%, Monopoli +29,8, Polignano addirittura +1120%; per non parlare di realtà a noi più vicine: Bisceglie +48,9% o della vera e propria esplosione di Bitonto».

La chiosa del Comitato è ironica e amara, con tanto di richiamo al detto in vernacolo sopra riportato. Nella nota, infatti, si sottolinea come non vi sarebbe più «la movida di una volta» e ci sia invece l'esigenza di «svegliarsi dal torpore e dalla chiacchiera inutile».

Il dato dell'Agenzia per il Turismo appare inoppugnabile, sebbene vi sia un'attività amministrativa (anche in queste ore) rivolta a implementare i flussi, rendendoli costanti, più ordinati e qualificati. L'impressione che abbiamo colto nelle scorse stagioni è che spesso vi sia un passaggio di turisti da Giovinazzo, che però non è registrato in toto poiché molti di essi non si fermano nelle nostre strutture. Visitano, anche in tanti, e vanno via. Ed il Comitato ha ragione a sottolineare un dato che stride con l'idea di una cittadina a presunta vocazione turistica.

L'Assessore al ramo, Anna Vacca, così come aveva provato a fare con risultati alterni Marianna Paladino in un recente passato, sta puntando forte su questo aspetto, evidenziando la necessità di lavorare a medio-lungo termine per fermare quei flussi sul territorio cittadino, magari implementando i servizi offerti e la possibilità di visitare monumenti e chiese anche in orari in cui in genere restano desolatamente chiusi.

Un sfida affascinante, di fondamentale importanza per far salire quelle percentuali e dare ulteriore slancio all'economia cittadina, ma che necessita di tempo per essere vinta.