Sorpreso a rubare olive, preso un 48enne

Insieme ad un complice bitontino aveva appena asportato oltre un quintale di olive. Arrestati

lunedì 15 dicembre 2014 11.21
Predoni dei campi nostrani ancora all'opera, nonostante una campagna olivicola ormai agli sgoccioli, nell'agro di Bitonto.

Gli atti predatori in quegli appezzamenti ancora non lavorati dai proprietari restano obiettivo primario per i piccoli criminali, dotati di tutto il necessaire per ripulire le campagne di ignari agricoltori. L'ultimo tentativo è però andato male a due malviventi entrati in azione in località Guglia, lungo via Giovinazzo. A mettere loro i bastoni fra le ruote gli agenti del consorzio La Vigile Rurale di Bitonto che in occasione della campagna olivicola hanno intensificato la loro attività e nella giornata di ieri hanno assicurato alla giustizia due volti noti alle forze dell'ordine.

In pieno giorno, infatti, nel corso di una mirata attività di monitoraggio del territorio rurale bitontino, gli operanti si sono imbattuti in una coppia di ladri all'opera in un fondo privato. I due, un 35enne di Bitonto e un 48enne di Giovinazzo, con l'utilizzo di alcune verghe, stavano rubando oltre un quintale di olive, danneggiando senza scrupolo le piante. I due hanno fornito false generalità per cercare di farla franca, fino a quando gli uomini della Polizia di Stato, giunti sul posto su segnalazione dei vigilantes rurali, sono riusciti a risalire alle loro vere generalità. Solo con l'arrivo degli agenti del Commissariato di P.S. di Bitonto è stata svelata la vera identità dei due: il 48enne giovinazzese, Angelo Amoia, era gravato dalla misura della sorveglianza speciale, e per questo è stato ammanettato, mentre il 35enne di Bitonto aveva dei piccoli precedenti con la giustizia.

Come se non bastasse, l'auto, una Smart rossa, con cui i due malviventi avevano raggiunto il fondo agricolo, si è poi scoperta essere fornita di un tagliano assicurativo contraffatto. Gli agenti del consorzio La Vigile Rurale di Bitonto sono così riusciti a recuperare l'intera refurtiva. Le olive (poco più di un quintale) sono state restituite al legittimo proprietario, mentre l'intera attrezzatura, composta da alcune verghe, è stata posta sotto sequestro.

Intanto il difensore di Angelo Amoia, l'avvocato Francesco Mastro, con le sue tesi difensive è riuscito a far rimettere in libertà in attesa di giudizio il suo assistito. La data del processo è stata comunque fissata per il 19 febbraio prossimo.